mercoledì 10 gennaio 2018

La storia isterica di oggi.

Dài che vi racconto una storia isterica, così verrà fuori che anche in quest'anno sono sempre la solita disturbata.
I terapisti ieri sono andati  in una scuola materna per parlare di un bambino  con delle belle difficoltà motorie, che stanno andando meglio ma che rimangono indubbiamente delle grandi difficoltà.
I terapisti hanno comunicato alla maestra  che stanno facendo tutte le valutazioni con i tecnici, per offrire al bambino una sedia a rotelle in cui possa stare seduto bene, allineato, con la testa bella dritta, che quindi gli permetta di interagire meglio con il mondo e anche di partecipare meglio all'attività didattica, che gli permetta di auto spingersi con le mani perché il bambino è in grado di farlo: e questo  sarà anche propedeutico all'utilizzo delle braccia, per spingere il girellino e camminare, perché il bambino può fare anche questo, con tanto lavoro.
Fino ad ora stava utilizzando un passeggino, in cui però non  sta più dentro e che comunque non è più adatto a lui, perché non riesce comunque a posturarlo bene e gli offre un'autonomia che è di molto limitata a quella che può tirare fuori questo specifico bambino. Insomma il passeggino non è più uno strumento educativo ed evolutivo.
E cosa dice la Maestra? Dice che preferirebbe evitare questo passaggio perché gli altri bambini potrebbero spaventarsi nel vedere una sedia a rotelle, e che preferirebbe quindi che venga scelto un altro passeggino.
E io credo fermamente che qualche volta nel mondo non ci siano speranze.
Intendiamoci: il passaggio alla sedia rotelle per una famiglia è drammatico e dolorosissimo. È una di quelle ferite che passano, come è passata la peste del Manzoni, ma che lasciano sempre cicatrici profonde. Ma si capisce che è necessario farlo e si lavora per sopravvivere.
E indubbiamente anche i bambini faranno delle domande. E indubbiamente saranno anche magari intimoriti perché devono capire, come si è sempre intimoriti davanti all'ignoto. E sempre indubbiamente è giusto che una maestra si ponga il pensiero di come affrontare la questione, insieme a tutti i bambini, compreso il diretto interessato, che è cognitivamente molto brillante.
Però che l'insegnante, con cui si cerca di lavorare in collaborazione per il progetto riabilitativo di questo bambino, dica che preferirebbe evitare proprio questo passaggio per non spaventare i bambini, mi sembra veramente surreale.
È, peraltro, lo specchio di come funzioni la dinamica dell'insegnamento di sostegno:  è chiaro che i bambini si faranno le delle domande, ed è appunto vero che saranno forse anche intimoriti. Ma è altrettanto vero che i bambini sono assolutamente in grado di comprendere che quelle ruote sono uno strumento per far spostare un bambino che ha delle gambine un po' diverse, è vero, ma che si tratta comunque di un bambino come loro, con la stessa anima, lo stesso cuore e gli stessi pensieri e con cui è possibile giocare.
Intendiamoci ancora: quella maestra non è una cattiva persona, non è una che vuole buttare fuori il bambino da questa scuola, è gentile e si impegna. È semplicemente una che non è capace. È il solito discorso: anche alla bocciofila, con tuttissimo il rispetto, possono essere gentili; dalla scuola è dovuto, ma sono dovute anche delle competenze specifiche.
Questa maestra è una persona che è stata messa lì perché non ha trovato altra collocazione, all'interno di questa follia delle graduatorie, che peraltro sono sempre aleatorie e insicure per gli insegnanti stessi che possono trovarsi a perdere il posto da un giorno all'altro. Ma sicuramente non è giusto che questa situazione venga pagata dai disabili, che si ritrovano ad avere a che fare con del personale che non è strutturato per affrontare questo tipo di didattica: poi è altrettanto vero che abbiamo operatori in tutti i settori, in tutti i livelli, che hanno quintali di lauree, master e specializzazioni e sono delle rape lo stesso, verissimo. Ma resta il fatto che la verità è questa, che in Italia le persone che si occupano dei disabili non sempre sono formate per farlo.
In questo caso è probabilmente stata toccata una situazione limite, perché è veramente un fatto incredibile oltre che paradossale e non era mai capitato: però è chiaro che se la struttura di base di un'organizzazione è questa, prima o poi al caso limite si arriva.
Ovviamente i terapisti, in maniera molto gentile, ma chiara e professionale, hanno espresso il loro dissenso a questo modo di affrontare la situazione e hanno anche preparato, come sempre, un verbale dell'incontro, messo alla conoscenza di tutta l'equipe, compresa la direzione didattica della scuola stessa: il che è un atto dovuto, ma rimane una scartoffia, che come tutte le scartoffie è giusto che siano scritte bene ma portano a poco.
Però è indubbiamente qualcosa che fa di molto riflettere. Diciamo che la scartoffia in questione serve solo a dimostrare che non siamo sempre tutti degli isterici,  e lo sanno le madri che in questo momento chinano sempre la famosa testa e sottoscrivono sempre con il famoso sangue, non a risolvere le situazioni; la scartoffia, scritta bene e dal personale apposito, è una prova che rimane lì: e vi assicuro che non è poco, perché quante volte vengono raccontati episodi senza senso che “passano” sempre per i deliri del genitore depresso.
Poi è ovvio che ci sono splendide eccezioni, Fabullo ne hai incontrate tante di situazioni che funzionano veramente molto bene. Però, appunto, se il sistema non è strutturato per funzionare bene, e ci si deve affidare esclusivamente alla fortuna di incontrare delle Brave Persone, è plausibile pensare che le situazioni limite possano esistere e che, statisticamente, sia possibile incontrarle.
Buona giornata.
Angela

3 commenti:

BOOG ha detto...

FORZA FABULLO!!!
FORZA FAMIGLIA AIMO!!!
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
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Nonna Roby ha detto...

Storia tristissima che fa riflettere: chi si occupa a livello scolastico di bambini disabili dovrebbe aver seguito corsi di specializzazione ed essere in grado di spiegare anche ai compagni la situazione, con calma e buon senso. Questo perché sia educativo per tutti.
Un abbraccio con incroci, XXXXXXXXXXXXXX
XXXXXXXXXXXXXXXXXXX, ciao!

Anonimo ha detto...

Condivido tutto quello che ha scritto Angela.
Mi sa che ci sono ancora tanti malati, chissà forse anche qualche amico di Fabullo. Io che mi sono vaccinato sono comunque al secondo forte raffreddore in poche settimane e spero di preservare la gola. Certo domani vorrei starmene a letto. Vedremo. Per ora auguri a tutti di una rapida guarigione! Forza Fabullo!
Salvatore A