giovedì 15 novembre 2018

Così

Funziona così: un grande comune della periferia torinese pubblica un bando per un contributo una tantum per le famiglie dei minori disabili perché possano svolgere attività sportiva: deve trattarsi di un disabile certificato, deve emergere che l’attività in questione sia assolutamente specialistica e con degli obiettivi terapeutici  specifici legati alla specifica disabilità, le lezioni devono durare almeno un’ora, devono essere almeno 15 nell'anno scolastico, l’operatore deve essere qualificato in tal senso. Ovviamente per i residenti nel comune stesso.
Tra quei residenti c’è una bambina dell’asilo, con una grave malattia neurologica rarissima ma che è stata trovata, i terapisti l’hanno messa in piedi e cammina bene ma il ritardo cognitivo è al momento significativo, ed è una caratteristica della patologia. L’attività motoria è quindi indispensabile per finalizzare l’emergere della coordinazione e di tante autonomie, la strutturazione di spazio e tempo e della sequenze, l’approccio con il mondo per favorire la comunicazione, eccetera, insomma, obiettivi specializzati ed evidenti.
Per cui la famiglia ci chiede aiuto per le scartoffie e ammetto che, letto il bando, le beghe sono state subito evidenti, ma proviamoci.
Però: l’ippoterapia  non va bene perché le sedute durano mezz'ora. Faccio presente alla responsabile del progetto in comune  che non possono durare di più perché la situazione specifica non permette un’attenzione più prolungata, possiamo motivarlo senza problemi. Eh ma no, il bando prevede un’ora (e bisogna mettere le date delle sedute, e se ne accorpiamo 2 potremmo non arrivare a 15, e ovviamente si allegano i giustificativi fiscali, e, altrettanto ovviamente, nessuno vuole dichiarare il falso, ci mancherebbe). Quindi non va bene.
Acquaticità: va benissimo purché ci sia un istruttore dedicato e una corsia riservata. Non c’è un istruttore dedicato perché la piscina, che è quella del vostro comune, non ne ha uno in più a disposizione; non c’è una corsia riservata perché è corretto che la bambina svolga questa attività con gli altri, entrando con la sua mamma come gli altri, imparando quindi a relazionarsi, a muoversi nello spazio con gli altri, a relazionarsi, a rispettare il proprio turno di gioco eccetera, lo possiamo scrivere e motivare clinicamente. Eh ma no, le linee guida del bando non sono quelle.
Allora la bambina svolge in onlus un’attività di psicomotricità, ovviamente basata su uno specifico progetto riabilitativo, ovviamente con una specialista qualificata, vedi curriculum, l’attività dura un’ora, viene una volta a settimana se non due, va bene?
Andrebbe bene ma il bando prevede giustificativi fiscali relativi ad un centro sportivo e non ad una onlus a scopo socio-sanitario (all’agenzia delle entrate siamo iscritti a elenchi diversi).
Ma un centro sportivo che risponda alle esigenze di questa bambina non c’è. Oppure bisogna pretendere organizzazioni che diventano così costose per la famiglia che diventa inutile accedere a questo bando per il tetto economico offerto.
Mi permette di dire che questo bando per i disabili in realtà non tiene conto di chi sono i disabili?
La responsabile, mortificata, è d’accordo con noi, ma non può accettare cose diverse altrimenti i revisori dei conti bocciano la pratica.
Ci stiamo ancora provando a discutere, non abbiamo lasciato perdere, ma la vedo durissima. Non è nemmeno stato formulato così, come dire, con cattiveria, solo con incompetenza, avendo in mente solo qualche tipologia di disabile.
Insomma, funziona così. O così non funziona.
Buona giornata.
Angela

5 commenti:

Luana ha detto...

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Incroci e pensieri positivi per Fabio e per tutte le famiglie che ogni giorno combattono con la burocrazia che, invece di migliorarci e facilitarci la vita, ce la rendono sempre più difficile.
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Anonimo ha detto...

Incomincio a diventare isterica!
Ma perche' quando si fa un bando non si tiene
conto delle varie tipologie di disabilità ..
perchè non si lascia un attimino di elasticità
alla cosa....Mah ..Sempre burocrazia....mai
un po di cuore e cervello.........
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per Fabio, per gli Aimo e per
tutti.

BOOG ha detto...

FORZA FORZA FORZA RAGAZZI!!!
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Paola ha detto...

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FORZAFABULLOOOOOOOOO
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Nonna Roby ha detto...

La burocrazia… in Italia complica l’esistenza a tutti o quasi, soprattutto a chi ha un familiare con problemi, tipo la disabilità.
Si parla di snellire e semplificare molte cose, poi però tutto rimane com’era. È possibile? Mancanza di cervello e di cuore soprattutto!
Un bacio speciale al nostro giovanotto e un abbraccio a tutti
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