mercoledì 28 novembre 2018

Specchietto.

Anche oggi vi racconto sempre quelle, così sapete che le storie non sono ancora cambiate: e questa è veramente una storia emblematica, nel senso che la mamma è una grande Amica della nostra onlus, e quindi ci siamo dentro nel supporto: ma è qualcosa che capita tutti, dico tutti i giorni, magari più in sordina.
È una di quelle storie di Parole Specchietto (per le allodole), perché un buon concetto viene stravolto per colmare vuoti in modo apparentemente legale.
Allora: seconda elementare, grande nucleo scolastico a Nord di Milano. Il bambino in questione ha un problema motorio che però si sta risolvendo, nel senso che cammina con il suo schemino ma senza alcun ausilio; qualche problema visivo che però, con opportuni accorgimenti nella gestione della pagina e delle righe, gli sta comunque permettendo di svolgere un normale programma; livello cognitivo eccellente. Insomma, un bambino che può cavarsela benissimo in vita sua, supportandolo con i giusti mezzi, per questo ha l’insegnante di sostegno.
In questa stessa classe c’è un altro bambino “difficile”: poco gestibile, maleducato in parole e azioni, proveniente da un substrato sociale complesso, per cui sembrava solo maleducato o proprio ineducato.
In realtà la situazione è peggiorata rapidamente, il bambino è sempre più violento, e emerge una diagnosi di malattia mentale “vera”, che viene certificata. Per cui vengono fatte le scartoffie e il bambino riceve qualche ora di supporto: ma solo qualche ora, che non basta, e tutto il personale è costretto a passare il tempo a contenere questo bimbo perché non capitino guai seri.
Quindi si scatena la parte più triste, la Guerra dei Poveri: gli altri genitori infuriati, la madre che li accusa di non volere il bambino, eccetera eccetera. Quello che capita quando nulla funziona, la ragione non sta più da nessuna parte e la sopravvivenza è l’obiettivo primario. È sempre una situazione senza senso, andiamo oltre che voglio raccontarvi qualcos'altro.
La dirigente, con i sudori freddi per l’immane pasticcio, fa l’unica cosa che non doveva fare: e se non c’è nessuno che abbia ragione a livello della discussione tra famiglie, la certezza è che la dirigente abbia torto marcio.
Perché toglie l’insegnante di sostegno all’altro bambino, perché è più gestibile e la mette a contenere quello più violento. La Mamma Amica si lamenta: perché il bimbo non riceve più il supporto didattico per lui fondamentale, scrive tutto storto e non riesce a stare dietro alla classe come tempi di apprendimento, con difficoltà e frustrazione; le altre famiglie se la prendono anche con lei perché allora ci rimettono tutti eccetera, andiamo oltre.
Allora: è evidente che c’è un problema a monte, di diagnosi funzionale forse mal fatta, che non ha evidenziato quanto supporto debba avere  il bambino “difficile”; oppure lo evidenzia, ma non ci sono risorse per pagare tutto il personale necessario, chi lo sa: in qualunque caso non vengono rispettati i diritti di tutti i bambini.
La dirigente, però, nello spostare l’insegnante di sostegno, ha torto senza appello e ha usato, appunto, le mitiche Parole Specchietto (per le allodole) che sono l’incubo di ogni famiglia di bambini disabili. Sostanzialmente: la legge prevede autonomia scolastica, quindi flessibilità, quindi l’insegnante  di sostegno è una risorsa per tutta la classe e come tale può essere usata.
Leggi: l’insegnante di sostegno è un tappabuchi.
No. Non è vero.
È vero che la legge dice questo, ma, per ovviare ad altri problemi a monte, le Parole sono appunto diventate Specchietto.
L’insegnante di sostegno viene assegnata ad un singolo alunno: se quell’alunno non ci fosse, non esisterebbe quel tappabuchi e la scuola si organizzerebbe in un altro modo.
È vero che nella legge sono scritte le parole autonomia, flessibilità e risorsa per tutta la classe: ma sempre in funzione di quell’alunno lì.
Invece tali Parole Specchietto sono state talmente stravolte e decontestualizzate  nel tempo che nell’agosto 2009 è stata redatta apposita nota ministeriale per chiarire e ribadire quello che già c’era nella legge del 94.
In cui si dice proprio che è vero che esistono l’autonomia e la flessibilità all’interno del plesso, per cui il dirigente può prendere particolari decisioni: ma sempre nel rispetto del principio di base che va favorito QUELL’allievo a cui si riferisce il singolo insegnante di sostegno.
E, riguardo all’insegnante risorsa per la classe, vi copio le esatte parole della circolare: il docente in questione è assegnato alla classe per le attività di sostegno, nel senso che oltre a intervenire sulla base di una preparazione specifica nelle ore in classe, collabora con l’insegnante curricolare e con il Consiglio di Classe affinché l’iter formativo dell’alunno possa continuare anche in sua assenza.
(Sorvoliamo sulla preparazione specifica, non è il nostro discorso di oggi).
Capito? È esattamente il contrario: l’insegnante è di supporto a tutta la classe non nel senso che fa altro, non deve occuparsi di altri bambini e non deve tappare buchi in organico: ma supporta, addestra, tutta la classe a occuparsi di QUEL bambino anche in sua assenza.
È chiaro che se è stato necessario precisarlo nel 2009, è perché nella legge del 94 già era scritto bene ma le parole venivano stravolte a piacimento. O, sicuramente, a necessità: ma la necessità si risolve individuandola in modo preciso, guardando la luna e non il dito.
Quindi, nella vicenda della scuola milanese, nessun bambino, neanche quelli sani, vede riconosciuti i propri diritti; la dirigente è in difficoltà perché non ha risorse e deve prima di tutto pensare alla sopravvivenza generale, che vuol dire che nessuno deve farsi male. È comprensibile.
Ma facendo fare da tappabuchi a quell’insegnante, ha semplicemente torto. Punto.
La Mamma Amica è brillante e ha fatto valere le sue ragioni in maniera molto chiara e corretta e inappellabile. Come sempre, in questi casi, non capita mai che si ricevano delle scuse, per esempio. Che sarebbero le uniche Parole dovute, a cui devono seguire i fatti.
Buona giornata.
Angela

3 commenti:

Luana ha detto...

Da noi, invece abbiamo una situazione inversa. Abbiamo avuto alle elementari, ed abbiamo tutt'ora alle medie, con bambini diversi, una situazione molto simile ma con una differenza sostanziale: bambino certificato e bambini con evidenti disturbi comportamentali e lievi disturbi cognitivi che per volontà propria dei genitori non vengono certificati nonostante siano stati invitati a farlo sia dagli insegnanti stessi che dagli assistenti sociali, vuoi per ignoranza, per cultura o per vergogna (vergogna di che?) o per semplice non accettazione del problema del bambino e quindi ritengono che non abbiano bisogno di un aiuto. Ma poiché poi le difficoltà vengono a galla e la gestione della classe diventa complicata, i dirigenti e gli stessi insegnanti, per gestire la situazione in classe, usufruiscono dell'insegnante di sostegno dell'altro bambino certificato mandando su tutte le furie i genitori che si sono invece sbattuti per avviare l'iter burocratico della certificazione ma soprattutto perché la risorsa che doveva essere dedicata proprio a sostegno di quel singolo bambino viene dirottata agli altri. Perché poi, lo sbattimento, non è solo avviare l'iter burocratico ma anche la costante presenza alle riunioni mensili del PEI ed ai colloqui aggiuntivi per sbrogliare la matassa e far valere i diritti del bambino. Situazione molto simile a quella raccontata da Angela, dove la responsabilità del dirigente è anche qui evidente, ma aggravata dal non riconoscimento dei limiti dei figli da parte di alcuni genitori. Dopo anni, il ragazzo certificato ha il suo insegnante di sostegno e il suo educatore e gli altri ragazzi vengono affiancati dall'insegnante supplente via via disponibile. Una soluzione che mette d'accordo un po' tutti ma che purtroppo penalizza i ragazzi non certificati che precisiamolo colpe non ne hanno.

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Che sia una buona giornata per Fabio e per tutti quanti!

Nonna Roby ha detto...

Situazioni terribilmente complesse, quella di Angela e quella di Luana: è giusto farle sapere però, perché “Qualcuno” le leggerà senz’altro!!!
Un bacio a Fabullo studente e un abbraccio a tutti <3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3

BOOG ha detto...

FORZA RAGAZZI!!!
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