Omamma.

Mammamia che delirio. Normale, spiegabile, giustificabile e tutte quelle altre cose che fanno rima con. Ma pur sempre un delirio.

Un po’ Fabu sarà annoiato, ma c’è anche probabilmente del malessere, che ci sta di sicuro.

Ieri riusciva a stare seduto per un’oretta, poi voleva coricarsi ma non solo a guardare cartoni: proprio andare nel letto a nanna. Per mezz’ora: poi di nuovo su. Poi di nuovo giù e poi di nuovo su. Il tutto condito da urla altissime, lacrime e pianti convulsi. Penso abbia anche mal di pancia, e ci sta con i kili di antibiotico, per cui gli diamo i fermenti. E ci sta essere cotti, altro che postumi di una banale tareffaggine. E poi è rigido come un bacchetto (il mitico bachèt, neh? Chiedo scusa ma non ce la faccio a farmi venire in mente un altro paragone), dobbiamo pensare bene a come farlo mobilizzare senza che si stanchi troppo anche solo per uscire di casa.

Insomma, benedetto il momento in cui siamo andati a dormire ieri sera. E’ stato più o meno come andare in letargo. Per la serie, così mi dimentico un po’ chi sono e amen.

La Michi è partita per andare a cavallinare, e va bene perché ci sono  7 gradi. Fabu sta guardando una Juve-Inter con Zenga in porta, e Barros e Serena che corrono, fate due conti voi. Io bevo thè verde all’arancio, forse mi sveglio per il pomeriggio, dico forse: notte tranquillissima, ma doveva durare, appunto, quanto il letargo di un orso.

Buona giornata.

Angela