Per cui.

Tutorini a posto, noi perplessi, molto perplessi. Con tante domande e senza risposte. Le domande sono sempre quelle di ieri e dell’altro ieri, per esempio: se un tutorino periodicamente segna sempre nello stesso punto e si consuma lì, non dovrebbe voler dire che è necessario cambiare le spinte e non solo fare il mitico taccone? Perché? il tutore fa il suo lavoro, quando si consuma lo aggiustiamo.

E, rispetto alle esperienze passate con gli ausili, ci lecchiamo già tutte le dita, perché tutto viene sistemato in maniera tempestiva e puntuale. E, come vi contavo ieri, nel caso specifico dei tutorini questi vengono fatti secondo la massima scuola italiana. Quindi io sono una madre isterica, con cui portare pazienza, come spiegano gli sguardi eloquenti.

Per cui che si fa? Che la madre isterica torna in macchina, accende la radio e canta, perché canta che ti passa e magari passa anche il nervoso. Respira profondo. Il buon senso cosmico consiglierebbe magari di respirare, che ne so, Chopin, che eleva e purifica e sposta lo spirito su altri livelli che quelli torinesi, dove, alle sei e mezza di sera, uno si chiede se tutto il mondo ha deciso di trovarsi sui viali e i controviali in macchina insieme, appunto, ai genitori isterici. I quali hanno il livello culturale che si ritrovano, quindi lasciano perdere e accettano di buon grado Smoke on the water.

Pensando che con questi tutorini Fabu cammina comunque piuttosto bene eccetera eccetera: ma proprio per quello, non avrebbe senso favorire ciò che fa? E andare avanti? Appunto, canta che ti passa, vàh.

Così è meglio che vi conti la Michela all’opera, mettetevi seduti, mi raccomando.

Allora, il Regio è bellissimo, tutto sul rosso, con un soffitto che sporge e rientra e sembra il mare;  siamo andati in bagno e nei bagni ci sono delle luci che sembrano dei lampioni, e le poltroncine rosse con gli specchi per il trucco; poi ci sono i palchi, dove però c’erano quelli che vanno sempre a teatro, e c’era una signora che di mattina aveva il vestito da sera  azzurro con le paiètt; e la cattiva aveva un mantello luminoso agganciato al braccio che quando si muoveva si gonfiava tutto; e c’era il padrone del  Regio (sarà mica il direttore artistico?) che ci ha spiegato che cantava una nota che è il Fa ma quello alto alto, fuori dal pentagramma.

Beati voi che avete figli che colgono l’essenza dell’arte!!!!

Stamattina viene la maestra un paio d’ore, poi proviamo ad andare da Dami perché dobbiamo ricominciare assolutamente.

Buona giornata.

Angela