lunedì 26 gennaio 2015

Un tantino devastati.



Uh mammasanta. Allora: sabato pomeriggio è tornata la pediatra e che Dio la salvi sempre perché ha lavorato fuori orario e ci ha risparmiato una corsa in ospedale; perché dopo la notte da tregenda andava sicuramente visto.
E ha trovato la situazione respiratoria migliorata rispetto al giorno prima: e molto bene, perché allora il febbrone era solo da virus e non da accidenti vari in peggioramento. E poi è andato tutto piuttosto bene: sfebbrato, con tanta voglia di dormire, insomma, solo influenza. Fino a ieri sera: quando è tornata qualche linea, ma poco. Solo che ha ricominciato a tossire: e stanotte è stata mistica. Infatti ci stiamo alzando in zona Cesarini perché non si è chiuso occhio.
Però la saturazione è sempre ottima, continuiamo probabilmente a rientrare nella media nazionale. Insomma, ci stiamo comportando molto bene, stato di devastazione totale a parte.
Alle otto risento la pediatra, che poi tornerà a vederlo.
Siccome sono delirante per il sonno, e quindi assolutamente non nel pieno delle mie facoltà mentali, (che già da sveglia, per altro….. dice LA PAOLA), vorrei fare una considerazione sociale. Penso che stia capitando ovunque, ma a Torino in questi giorni l’emergenza influenza ha mandato in tilt le emergenze dei vari ospedali: non basta nemmeno più avere i pazienti in barella per interi giorni, perché non ci sono più barelle; per cui ci sono pazienti gravi, cronici o terminali, sulle barelle da campo, a cinque centimetri da terra. Il caposala di un Pronto Soccorso, la settimana scorsa, ha avuto un ictus: persona giovane, a fine turno di 12 ore, passato a cercare di gestire  una situazione senza senso, come quando uno cerca di svuotare il mare con il secchiellino, per intenderci.
Al punto che la Procura non ha più nemmeno indagato le Direzioni Sanitarie, ma direttamente l’assessorato alla sanità. Ovvio che finisce in niente, però dà la misura della cosa.
Parallelamente, una mamma mi raccontava poco tempo fa di essere andata per una visita nel reparto di riabilitazione di uno di questi ospedali, che è uno dei principali a Torino. E c’erano tutte le terapiste che, 45 minuti prima del loro orario di fine lavoro, l’hanno salutata gioiose, già cambiate, con le giacche e le borse sotto il braccio, entrando in cucinetta per fare una merendina prima di andare a casa. E non con la faccia di quelle che avevano appena finito una giornata da manicomio.
Ecco, forse c’è qualcosa che non va. Lo capisco perfino io dall’alto della mia mentecattaggine. Chiaro che la riabilitazione non è un reparto di emergenza, però mi sa che qualche risorsa sprecata c’è: senza poi addentrarci sulle competenze.
Ma, volendo, proprio perché siamo sempre pronti a fare polemica, io troverei anche delle relazioni: perché, diciamo, se un servizio di riabilitazione offrisse, per esempio, delle rieducazione respiratoria ai pazienti cronici, forse i suddetti avrebbero meno complicanze durante l’influenza e non arriverebbero proprio tutti in emergenza. Verrebbe da pensare che alla fine tutte le risorse potrebbero essere utilizzate meglio. Si, vabbè, sarebbe comunque un dettaglio. Ma magari potremmo comunque pensarci a quel dettaglio, anche perché vorrebbe dire solo spostare il caffè un pochino più tardi: come dire, è un dettaglio comunque già pagato.
Proviamo a capirci qualcosa di come girarci oggi.
Buona giornata.
Angela

6 commenti:

mammadoni ha detto...

E quanta ragione hai Angela!!! X non parlare dei venti minuti che occorrono per spostare un sollevatore da una stanza all.altra così che i 45 minuti di fisioterapia si riducono a una ventina....quando va bene!

per fortuna che c'è la Onlus !!!!!!! :-))

Forza Fabu XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX

Luana ha detto...

Da noi invece stanno spuntando cliniche e ambulatori privati. Anche per i semplici prelievi del sangue, che se fatti in ospedale devi svegliarti alle 4 per andare a prendere un numero che poi ti servirà dalle 7 in poi e comunque ci sono sempre quelli che arrivano alle 3 e mezza, basta telefonare all'associazione privata e loro ti prendono l'appuntamento all'ora che vuoi te al giorno che vuoi te. Oppure una visita ortopedica, oculistica, un'ecografia, una risonanza magnetica.... Il tutto allo stesso prezzo del ticket s'intende. Quindi il mio pensiero è: Come fa la struttura privata a mantenersi e a sostenere le spese se riceve dai pazienti solo una minima parte di quello che riceve la struttura pubblica dallo stato? Che poi queste strutture private si ingrandiscono quindi vuol dire che un utile alla fine ce l'hanno e che gli avanza qualcosa dalla quota "ticket" che paghiamo.
Mi domando: Ci sarà mica qualche spreco nelle strutture pubbliche?
Mah, chissà!
FORZA FABIO!!! Rimettiti presto. Incrociamo XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
e come dice sorella Lully: Baci a pioggia!!!

Liliana ha detto...

Pediatri che non vengono a casa, ma curano per telefono, pronto soccorsi che sembrano gironi dell'inferno, fisioterapia agli anziani che non vengono date perché tanto non si guarisce, e si potrebbe continuare....tutto è lasciato alla sensibilità di chi lavora ed allora ci sono ancora degli angeli!
Forza Fabullo guarisci prestoxxxxxxxxxxxx

BOOG ha detto...

SUPER INCROCI PER LA GUARIGIONE DI FABULLO!!!
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX

Paola ha detto...

qualche spreco nella sanità pubblica?!?!?!?!? direi che le due parole possono essere definite sinomini!!!!!
Forza Fabullino guarisci prestissimo!!!!
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX

Nonna Roby ha detto...

Sì, ci sarebbe tanto da dire e da scrivere sugli sprechi…, ma non servirebbe proprio!!! Il proverbio vecchio come il mondo “il pesce puzza dalla testa” è tuttora valido.
In crociamo invece intensamente per Fabullo XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX perché la febbre passi e si riprenda in buona salute (quella Dottoressa santa subito!!!)
Un bacio Fabullo e ganascino sulla guanciotta destra.