Pensare sempre quelle.

Paulo Aimo Redivivo, oggi già trullo e in uscita da casa. Più un raffreddamento da cambio rapido di temperatura che altro, per fortuna. Di quelle robe che l’unica cura è il caldo e il riposo.

Fabullo ha visto arrivare la logopedista Alessia qui ed è stato contento per i primi sei, diciamo sette secondi. Poi ha fatto chiaramente la faccia del Potevi anche stare a casa tua invece di venire nella mia.

Così ha lavorato con Alessia e la Maestra per una bella ora abbondante, tutto concentrato, insomma, si è comportato bene. Poi, al sentire Bravo Fabio abbiamo finito, ha cominciato a salutare tutti, a mandare baci, che neanche la Mugnaia a Ivrea sul balcone del Municipio: grazie grazie grazie ma potete proprio andare adesso prima che vi venga in mente qualcos’altro. L’asino!!!

Scherzi a parte, Alessia è stata contenta che le crisi non siano state troppe e almeno il lavoro sia stato proficuo, visto che avevamo combinato questo incontro: qui bisogna sempre cogliere l’attimo.

Poi, nel pomeriggio, è apparsa una facciotta ai vetri, e sono venuti due bambini della via a trovarci, con tutta una serie di racconti che mi sono persa dopo i primi tre secondi, però Fabullino è stato davvero felice.

E poi è inutile bamblinare, domani andiamo a Castellanza e siamo qui con il pensiero fisso, che cerchiamo di non fissarlo ma si fissa di nuovo. Ieri sera preparavo documenti e pensavo agli anestesisti: la cosa più dolorosa è quando ci scaricano; quando capiscono che si può fare anche se non è una passeggiata, ma per paura, per poca voglia, per il carico di responsabilità, che farebbe però parte del lavoro stesso, ci invitano a lasciar perdere con tanti giri di parole: che quando noi vogliamo capire meglio, sembra sempre che siamo noi a non fare gli accertamenti necessari. E poi magari non sarà così anche questa volta, quindi già solo il pensarlo è la cosa più sbagliata del mondo, però gira e rigira ricadiamo sempre lì. Ossessioni. Stanotte sognavo che non avevamo tutta la documentazione necessaria, e la cercavo e non c’era.

Insomma, carte dichiarate, noiosa  come la pece.

Buona giornata.

Angela