Molto storta.

E’ andata proprio storta. Avete presente? Storta.

Venerdì avevamo la nostra giornatona di prova ausili: tosta, ma ne saremmo usciti con il girello a posto da portare a scuola. Fabullo si sarebbe divertito come un matto a camminare con gli altri e lo avremmo sfruttato al meglio finché ne abbiamo la possibilità.

E invece è andata storta. Perché l’abbiamo messo sul girello e lui non è riuscito a camminare. Ma proprio non riusciva; o non camminava; o era stanco; o boh.  Fatto sta che abbiamo rivisto i video vecchi con quell’ausilio in cui andava benissimo, abbiamo rifatto tutte le regolazioni centosessantotto volte, di qua di là di su e di giù; l’abbiamo portato fuori per giocare a prendere l’ascensore, e a quel punto era imbragato e, per proteggerlo dal freddo, l’abbiamo fatto uscire con sciarpa berretto e una coperta a spalle modello mantello di Zorro, perché non prendesse freddo, ma mettere la giacca sarebbe stato complicato: il tutto con l’approvazione della madre degenere, purché si faccia, per carità. Ma è andata storta. Così eravamo stanchi morti, perplessi e rattristati, e Fabullo si è messo a dormire.

Ci sembra impossibile che non se la cavi più: soprattutto perché, in qualche modo bruttissimo, riesce a camminare con il girello attuale, che è piccolissimo e lui sta tutto piegato. È vero che con un ausilio nuovo deve allenarsi: lo sappiamo,  il nostro obbiettivo era solo farlo andare per avere la sicurezza di fare le regolazioni giuste, portarlo poi a scuola, dove poi, con la motivazione, si allena eccome. E poi ci sarà ben una differenza tra il doversi allenare e non riuscirci più per niente: soprattutto quando era andata bene mesi fa, quando l’ha provato per la prima volta dopo mesi di inattività.

Per cui confidiamo nella giornata storta, prima di impazzire. Va detto che noi, usciti alle undici e mezza di casa, alla mezza eravamo lì; il tecnico è arrivato in ritardo, quasi un’ora, e poi doveva montare il tutto: per cui l’abbiamo messo su che lui era stanco e stufo: alle tre abbiamo dichiarato forfait e l’abbiamo coricato un attimo e si è addormentato come un sasso.  

Poi abbiamo fatto l’ultima prova per il sistema posturale della carrozzina, e lì è andata bene. Alla fine siamo rientrati alle sette, stanchi morti, in tutti i sensi.

E adesso però dobbiamo risolverla. Anche perché quello lì, ormai, è il nostro nuovo girello, non è che possiamo cambiarlo. Ma è davvero assurdo pensare che abbiamo sbagliato ausilio, dopo tutte le prove che abbiamo fatto. Confidiamo nella giornata storta: anzi, contiamoci ciecamente. E quindi: il girello è rimasto in onlus, facciamo delle altre prove noi, senza tecnico, così le facciamo nei tempi che vogliamo, sfruttando i momenti giusti: quindi questa settimana andremo in onlus tre volte a provare, così cerchiamo di capire quali sono le regolazioni giuste da fare; poi, la prossima settimana, torna il tecnico e gliele diciamo. Però, appunto, ci prendiamo dei momenti in cui arriviamo lì e lo mettiamo su, senza aspettare il tecnico per ore.

E proviamo e incrociamo, mammasanta. Venerdì sera eravamo veramente distrutti: e ci abbiamo messo le nostre belle ore, nel fine settimana, per capire come eravamo girati. Riposo riposo riposo.

Anche perché, appunto, con le prove da fare, ci aspetta una bella settimana complessa. Che tetraggine, ci contavamo proprio. Che siamo già belli fortunati a poter andare in onlus, dove i terapisti si prendono tutto il tempo che serve, e non i 45 minuti canonici di una seduta all'asl.

Buona giornata.

Angela