Allungare i tempi.

Vi dico in diretta che sembrerebbe fatta: nel senso che ieri il benedetto file è stato spedito, sotto minaccia. LA PAOLA, che è seria e si sa, mi ha chiesto se ho minacciato il suddetto file corrotto di denuncia per peculato. Io invece l’ho minacciato che se non funzioni nemmeno stavolta non so che cosa potrei dirti, file avvisato.

E in diretta or ora abbiamo trovato la mail che è stato acquisito dal sistema: che detta così fa un tantino pensare, ma nello specifico dovrebbe sostanzialmente dire che ce la siamo tolta. Poi è ovvio che ‘sto benedetto contributo è tutto da immaginare, ma la procedura è stata magistralmente eseguita.

Sulla storia delle lenti a contatto ammetto che, come fanno sempre quelli del blog, subito ho riso pensando che, viste le ultime vicende, se capitasse a me chiederei gentilmente che, già che ci siamo, le spiacerebbe aiutarmi a cercare 150 euro di lente sinistra che sta da qualche parte in questa macchina? A meno che, come penso seriamente, sia finita in un’altra dimensione?

Poi, ovviamente, ci ho riso meno: e mi è sembrata una storia da manicomio, e anche un tantino inquietante per come è stata condotta e, soprattutto, per l’epilogo finale.

Oggi Fabullo va alla scuola dei grandi: e al pomeriggio va da Alessia con Paulo Aimo Papà, così mamma riposa. Riproviamo l’esperimento che abbiamo già fatto la scorsa settimana: cioè di fare una seduta di logopedia più lunga, come se ne accorpassimo due. Senza impazzire e torturare nessuno, ma l’obbiettivo è allungare i tempi di attenzione: venerdì scorso è stato bravissimo per un’ora e venti. E, in effetti, sono tempi assolutamente sovrapponibili a quelli di qualunque bambino. Non di qualunque mamma, perché la sottoscritta può farcela per circa venti secondi.

Buona giornata.

Angela