Che branco.

Fine settimana indubbiamente di riposo, ma anche, un pochino, di nervosismo.

Per carità, recuperate le ore di sonno a turni alterni, ed era assolutamente necessario. Fabullo, invece, ha avuto tante crisi, quindi dormito tantissimo e mangiato pochissimo: e va bene che, se lui dorme, lo posteggiamo meglio e tiriamo il fiato (Signora, non si dicono queste cose. Ah, no? Che strano, emergono assai spesso dalle relazioni sull’assistenza disabili affidata alle istituzioni. Scusate, non sapevo che le famiglie non potessero dirlo.). Però, evidentemente, non va bene, confermando questa strana settimana, a proposito di crisi. Sicuramente va sempre meglio a scuola, come se l’essere in un ambiente che adora lo aiutasse un pochino a combatterle: fermi tutti, vietato dire che è un delirio, il Gaslini lo aveva anche messo per iscritto che la componente emotiva aveva un influsso sulle crisi riflesse di Fabu.

E questo ci ha reso nervosi perché non sappiamo bene cosa fare, oltre che, ovviamente,  ringraziare il baracchino perché altrimenti sarebbe peggio. E poi ci ha reso nervosi perché abbiamo già proiettato il futuro: per esempio ci chiediamo se farà poi così bene a Fabullo cambiare scuola per andare alle medie, passando ad un ambiente con centinaia ragazzi che hanno ovviamente un’età diversa. Non parliamo di scarso impegno strutturale: conosciamo la scuola, conosciamo la dirigente, e abbiamo la certezza che si far il massimo per garantire benessere e risorse.

È che, in questo momento, secondo noi è proprio sbagliato lasciare un ambiente molto formato famiglia, in cui, banalmente, la cuoca cucina per lui o quasi. Signora, il problema sta nella vostra mancata accettazione del futuro: già. Ringraziamo per la potente analisi socio-psicologica. Verrebbe da chiedere se sia giusto applicare i parametri comuni, riguardo al futuro. Ma è una domanda sciocca, perché le rette parallele non si incontrano: per cui da un lato sta l’organizzazione sociale, e dall’altro i pensieri di quelli che con gli Speciali passano il mitico 24/7.

Non stiamo facendo un pettegolezzo delirante: i nostri dubbi li abbiamo già esternati con entrambe le dirigenze, composte, appunto, da persone competenti e che non si risparmiano. Appunto, i nostri dubbi sono legati a Fabu, non all’organizzazione: e infatti, quando abbiamo appunto esternato i suddetti dubbi, siamo stati assolutamente ascoltati e non fatto sentire dei matti furiosi, nonché esauriti.

Così ci abbiamo pensato tutto il fine settimana, vedendolo così.

Sabato è stato invitato alla festa dei bambini qui dietro: ma qui dietro vuol dire, davvero, l’equivalente del passare dalla cucina alla cameretta, roba da andarci anche solo cinque minuti  in ciabatte a salutare gli amichetti, e invece non ce l’abbiamo fatta, perché ha dormito 4 ore.  O per carità, io ho zappato, e guai a lamentarmi di non essermi rilassata. Però, ecco, è solo per dire perché siamo stati nervosetti. E mai contenti, ovviamente: che è sempre l’immagine che un pochino emerge, come quando viene indicata la luna e si guarda il dito.

Però è stato bellissimo essere invitati: non importa se poi Fabullo non c’è andato, noi amiamo i pensieri, ci ha veramente fatto bene. A sera sono entrati di nuovo per portarci la torta. Che Dio li salvi, hanno cambiato il colore della giornata.

E poi ho finito i bilanci onlus: è stato poi un lavoro da un’oretta, è vero, ma farlo. E l’ho fatto, alleluia alleluia. La prossima spina sarà la mitica rendicontazione CRT. Oggi, invece, vado in asl a recuperare l’autorizzazione per la nuova carrozzina, perché dovrebbe essere arrivata. E poi cerco il fisiatra.

E basta. Siamo un branco di isterici.

Buona giornata.

Angela