Oggi è una di quelle giornate da giornatona, nel senso che
usciamo da scuola per le due, quindi la mattina è già un pochino più di corsa;
andiamo in fisio per le tre e alle 5 ci fermiamo ancora lì perché c’è il
laboratorio di stimolazione sensoriale a cui partecipa anche Fabullo: nel primo
era stato tanto contento, di stare con gli altri e di fare le varie attività. Per
cui arriveremo a casa con lui sì
contento, ma stanco come un asino, perché comunque deve fare attenzione,
rispondere alle domande, speriamo non arrivino le crisi proprio lì, eccetera
eccetera.
Invece ieri mattina sono andata a vedere un centro privato
alla periferia di Torino in cui fanno riabilitazione robotica, sia per il
cammino che per il braccio: mi è molto piaciuto. Ovvio che si tratta di tecnologia
spettacolare, che comunque non può prescindere da un buon programma
riabilitativo, con dei terapisti che capiscono fino in fondo il significato
dell’azione di uno strumento: e il rischio è sempre un pochino quello di
trovare il posto con la tecnologia spaziale un pochino campata lì, con la
convinzione che basti applicarla al paziente. Esattamente quello che può
capitare con le tute therasuit, tanto per dire, i protocolli non bastano,
insomma. Invece sono stata contenta perché, in questo centro, ho trovato dei
terapisti davvero molto ma molto bravi, con la consapevolezza della necessità
di valutare bene ogni singola situazione. Ci sono andata un po’ per curiosità
professionale e personale, e un po’ in missione per conto di famiglie che
volevano capire se fosse un posto valido in caso di necessità: e l’unico modo
era andare a vedere. Anche perché gli strumenti analoghi, per i loro costi, in
zona sono disponibili solo in strutture in cui è necessario un ricovero, o che
comunque, ambulatorialmente, hanno i ritmi e i limiti del sistema pubblico:
liste d’attesa lunghe otto secoli, orari ingestibili, che magari vengono
cambiati all’ultimo, cicli brevi per sfoltire la lista d’attesa, ma troppo
brevi perché abbiano significato. Il rovescio
della medaglia, ovviamente, sono i costi, che non sono proprio un dettaglio: perché
quelli di un centro privato sono per forza di cose importanti, per un’ora e
mezza di lavoro del terapista tra prima dopo e durante, e per il mantenimento
di una simile attrezzatura e relativa struttura. Siamo sempre lì: costi che
sono perfettamente giustificabili e comprensibili per il mercato economico
italiano, con le sue spese di base tra attrezzatura, logistica e personale, e il relativo carico fiscale; che rimangono
importanti per famiglie in difficoltà. L’errore sta nell’”incolpare” sempre le
strutture, che non potrebbero, diversamente, rimanere aperte: insomma, il
solito circolo vizioso in cui chi sta in fondo capisce le ragioni di tutti, ma
non ha nessun potere: o può o non può.
E poi c’è il senso dell’impotenza e del dispiacere per le
famiglie: del vedere delle cose che potrebbero essere utili per i propri
bambini, e non poterle fare. Obbiettivamente siamo contenti di quello che già
può offrire la onlus, perché comunque i prezzi sono assolutamente ridotti
rispetto a ciò che impone il mercato per l’utilizzo di strumentazioni analoghe;
e questo grazie proprio all’essere una onlus, al poter accedere a progetti e a
solidarietà personali. Certo che rimane una goccia in un immenso oceano. Per cui,
nei momenti zèn, pensiamo la cosa giusta: che è una goccia che ne chiama altre,
che meglio una goccia della siccità assoluta, che si lavora anche per il
futuro, per far diventare normali delle cose che sembrano impossibili. Poi,
chiaramente, ci sono i momenti meno zèn.
Buona giornata.
Angela
3 commenti:
FORZA MITICA ANGELA
FORZA FABIO
FORZA FAMIGLIA AIMO !!!!!!
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FORZA FABULLO!!!
FORZA FAMIGLIA AIMO!!!
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Quante cose riesci a fare, Angela, tutte utili per bambini e famiglie in difficoltà; peccato sia sempre una questione di soldi… La Onlus sta facendo tanto, io dico sempre che si tratta di una bella opera!!! Veramente!
Un abbraccio <3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3
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