La prossima vacanza?

La prima cosa che ho fatto stamattina, subito dopo aver messo su il thè e prima di leggere il giornale, è stato controllare di che giorno cadrà l’otto dicembre. Ahimè, di sabato. Nel senso che non avevo veramente voglia di alzarmi. Lo so che non è che sto tirando fuori chissà quale verità rivelata, però così è: la leggenda dice che ci sono quelli che si alzano la mattina sorridenti e energici e fanno ginnastica e la doccia subito dopo con tutta una serie di cose che neanche alle terme, poi colazione con sempre tutti sorridenti, poi partono per la loro giornata. E sono tutti tonici, non sembrano  mica l’insalata avvizzita della scorsa settimana.

Per cui, non ha poi tanto senso che il primo pensiero sia invece rivolto alla sveglia e al prossimo giorno di vacanza, allora. Vabbè.

Procediamo con la tosse: nel senso che ci accompagna in maniera sempre non preoccupante, ma noiosa. Immagino che Fabullo non sarà l’unico bambino tossente della galassia in questa stagione.

Poi: domani dobbiamo chiamare il tecnico per concordare un appuntamento per la prima prova dei tutori, che sarà a fine settimana. Fabullo si alza in piedi benissimo, con le gambette dritte dritte, non ha più male per niente. Non lo lasciamo perché il piedino si posiziona malissimo e quindi non andiamo a cercarci altre rogne. Quand’è così, dico che è proprio un bravo bambino: che ci prova sempre e che vorrebbe fare tante cose; altrimenti, evidentemente, sarebbe bello contento di stare lì seduto senza fare nessuno sforzo. Poi mi partono anche una serie di altri pensieri che allora, ma ecco, ma quindi, ma non ve li dico. Ieri è solo ieri e, meno uno pensa, più silenziosamente si allontana.

Soprattutto, quand’è così penso che sia un bravo bambino essenzialmente perché adesso sta dormendo tutto silenzioso e non è quindi da appendere per le orecchie come i peluche che escono dalla lavatrice.

Poi ancora: questa settimana stuferò ad oltranza gli americani perché definiscano tutto, visto che tutto abbiamo pagato. Altrimenti sciolgo Giovanni: quindi lassù nel Michigan sono avvisati.

Anche per capire quando arriva il materiale: abbiamo uno spazio funzionale ma piccolo e la gabbia farà la differenza. Quindi dobbiamo vedere come si presenta alla fine per riorganizzarlo. In realtà è uno spazio che possiamo allargare, raddoppiandolo, buttando giù un semplice cartongesso: ma è meglio sapere prima che possiamo mantenerlo uno spazio più grande.

Paulo Aimo Grafico ha lavorato tutto il fine settimana per preparare volantini vari che raccontino della onlus e della therasuit. Cercando di arrivare alle orecchie di qualcuno che non tira a campare. Perché a noi comuni mortali sembra fantascienza, ma quelli che hanno le spalle ancora un pochino coperte esistono eccome. Come sono antipatica, di oggi: se non altro, l’avevo dichiarato dall’inizio che se restavo a dormire era meglio!!!

Buona giornata.

Angela