martedì 14 maggio 2013

Respiro profondo.



Rientro a scuola eseguito.
Ci siamo arrivati a mezzogiorno, dopo le vibrazioni, e Fabullo non era proprio felice di ciò; aveva sonno e la faccia di: eh no, non può funzionare che quando uno ormai è tranquillo poi lo portano a scuola, le cose o si fanno quando è ora o mai più.
Poi in realtà è stato contento di rivedere i suoi amici.
Oggi, invece, giornata completa con gita annessa: vanno al ristorante da Sara a fare qualcosa di didattico che non mi ricordo, forse il formaggio; insomma, qualcosa di divertente. Speriamo che Fabullino se la goda, è sempre un po’ stanchino e intollerante. È proprio un po’ una pena vederlo così.
Poi al pomeriggio siamo andati in fisio con Cecilia e il signorino non ha fatto niente, zero assoluto. Che frustrazione, mammamia.
Facciamo che vi conto qualcos’altro: in questi giorni sto trafficando per la onlus con una serie di beghe che riguardano le officine ortopediche. E mi sono arrabbiata come una biscia.
Volevamo avere un dispositivo posturale, niente di troppo complesso o costoso, brevettato in Spagna: hanno un sito che sembra amazon, con carrello e carta di credito, per cui mi sembrava abbastanza scontato il tutto. Ci mettiamo in contatto e ci comunicano che da pochissimo hanno un rivenditore italiano. Sentiamo ‘sto italiano che ci dice che vorrebbe incontrarci, conoscerci, proporci, insomma: fiuta l’affare. Ci diamo una data che mi devono confermare. Aspetto aspetto aspetto alla fine telefono sollecitando la conferma, anche perché noi siamo un posto piccolino, se occupiamo la fisioterapia per un appuntamento non posso fare altro, per esempio trattare un bambino. Ma poi voglio dire: volete sostanzialmente venderci qualcosa e non vi fate sentire? Quindi telefono e rispondono: vi faremo sapere. Dopo mezz’ora, mail: non possiamo, ne parliamo più avanti. Risento la Spagna. Che mi risponde che, siccome adesso c’è un rivenditore italiano, preferirebbero non fare partire spedizioni loro.
Calma. Respiro profondo. Il tutto la dice molto lunga sui servizi offerti. Sostanzialmente: quello degli ausili e delle ortesi dovrebbe essere un sistema al servizio del mondo riabilitativo, anche perché, come dire, non è che facciano proprio la fame. E invece è un continuo rincorrere e arrabbiarsi.
Adesso la sto facendo semplice: in realtà è proprio drammatica, pensate a quando si tratta di ausili che sono invece indispensabili, e lo sono ora e non tra sei mesi. La giustificazione è sempre quella che non ci sono soldi, le asl non prescrivono e non pagano: e lì c’è una parte di verità. Da parte di chi prescrive, per altro, l’impegno nel dire che se certe cose servono io le prescrivo e basta, bèh, è sotto zero. Piuttosto: si arriva a dimostrare per oscuri ragionamenti che quel paziente non ha bisogno di quell’ausilio (classicamente perché tanto non fa niente e quindi perché spendere soldi: ma guardi che ci stiamo riuscendo, sta cambiando, a parlare leggere mangiare fare la cacca…. Signora, guardi, è solo una sua impressione…), piuttosto che impegnarsi a fare il proprio lavoro e quindi a bisticciare con fornitori e economato: per cui tutti noi riabilitatori finiamo con l’alimentare un sistema che non funziona, in cui poi, chi vende, si sente autorizzato a imporre delle regole.
Che pena.
Buona giornata.
Angela

3 commenti:

BOOG ha detto...

Forza Fabullo!!
INCROCI INCROCI SUPERINCROCI.

Paola ha detto...

Bravo Fabio scolaro!!!
E, cara Angela, veramente pena infinita.... dover combattere per avere cose vitali che dovrebbero arrivare dopo uno schiocco di dita... mamma mia mi viene una rabbia... ma una rabbia... che... nessun compleanno nell'aria?!?!?... non importa il dover riequilibrare i livelli di bile che zampillano giustificano in pieno il mega cioccoriso che a breve sbranero' (..ma i morsi li destinerei volentieri a qualcun altro... caspiterina.. se si potesse fare... sarei un'acciughina!!!!)
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX

paolo ha detto...

Il dentista per fortuna non ha trovato carie,
ci sono dei denti che stanno uscendo e questi fanno male, forse per questo a volte non mangia