Lucidi.

Fine di una settimana pesantina: iniziata tareffi e finita  meglio, questo sì, perché il raffreddore di Fabu è ridotto ai minimi termini.

Settimana pesantina perché Fabu a casa è una via di mezzo tra l’insopportabile e il da abbattere, sta lì in mezzo da quelle parti.

Perché ovviamente trova spesso e volentieri qualche grana da piantare, per cui, sostanzialmente, ieri sera c’era ancora il tavolo da riordinare dalla colazione. Che lo so che non sono quelle lì le cose gravi, ma il disordine ambientale è legato a filo doppio con lo scompenso mentale.

Anche perché, visto che siamo rimasti a casa da scuola, ne stiamo approfittando per fare un po’ di vibra. Per cui, per esempio ieri, siamo usciti di casa prima dell’una, e avevamo passato la mattina tra colazioni pranzi respiratoria esercizi di logopedia. Insomma, corse. E quando siamo usciti dalla fisio veniva giù che sembrava la solita vecchia  Scozia. Una piaga stamattina, o già. Trucco fondamentale è non pensare troppo, fare finta che è tutto così complesso perché si lavora, si fa la spesa, si va e si torna,  si riordina la casa e si lavano i pavimenti, si fa il corso di decorazione della porcellana di Copenaghen e di come cucinare la bavarese. Uuuhhh, stamattina. Facciamo passare la prossima settimana con collaudo tutori e soprattutto eeg. E poi diventerai meno noiosa mia cara? Dice LA PAOLA. Vabbè, adesso, non è che uno possa sapere bene con quale piede si alza la prossima settimana.

Lavoro urgente di questi giorni è finire ‘sti accidenti di progetti vari da spedire, che ci sono ancora due cose da fare, ma da fare. Ma, ancora più urgente, riordinare le idee e preparare un piano di lavoro che la prossima settimana parliamo con quelli del Poli per capire se è possibile entrare in un progetto di valutazione delle funzioni neuromuscolari nei percorsi di riabilitazione. Dite alla PAOLA di non fare quella faccia preoccupata  lì, che ci va la Barbara e non io. Però bisogna preparare tutto quanto, per fare la figura delle persone serie (ho detto che non ci vado io, giuro). E non è un lavoro lungo, anche perché lo pensiamo da un po’, basta riordinare le idee: ma farlo.

La conclusione è che adesso mi dò una sveglia, che usciamo di casa all’una, e, possibilmente, vestiti e mangiati e con la lavatrice stesa da qualche parte.

Buona giornata.

Angela