Missione lasagne.

Bingo: ieri sera, con l’amichetto qui, Fabullo si è fatto un piattone di lasagne. Così, come se niente fosse: tutto trullo, come se non avesse fatto diventare matti fino a qualche ora prima per aprire la bocca. Così, come se non aspettasse nient’altro che la cena, come se mangiare fosse sempre il momento più armonioso della giornata. O che avesse talmente fame da farsi furbo. O che sia rimasto talmente distratto dal clima generale di festa che si è dimenticato di fare la faccia da sberle. Non ha nemmeno chiesto le sue mitiche gallette.

Da un lato l’avremmo appeso per le orecchie, anche se abbiamo fatto finta di niente per non rompere l’incantesimo; dall’altro eravamo talmente contenti che avremmo acceso una cinquantina di candele. Perché, comunque vada oggi, un pasto molto più che dignitoso, e senza lasciarci dieci anni di vita, ieri sera l’abbiamo portato a casa. Cogli l’attimo. Per esempio, adesso mi taglio un’altra fetta di pandoro.

Lo so che gli attimi andrebbero colti nella loro profondità, con grandi pensieri, con grandi concentrazioni, aperture e intuizioni. Io, però, sempre notoriamente zèn quanto un paracarro, parto dal pandoro.

E mi dò gli obbiettivi prossimi: lasciar dormire tutti i giovani abbastanza perché stiano fuori dai piedi, ma non troppo perché poi non si sballi completamente la giornata, con tutta la casa per aria alle quattro del pomeriggio, per intenderci; che  poi Fabullo comincia a stufarsi e addio, e finisce che mi pettino domani e si rompono gli equilibri. Ma quali equilibri, dice LA PAOLA? Chi lo sa, dico io.

Buona giornata.

Angela