Dio benedica Pennàc quando ha creato Malaussène

Dio benedica Pennàc quando ha creato Malaussène, è veramente un grandissimo.
Io sono arrivata alla Prosivendola, ma ho fermamente deciso che al ritorno in Italia mi procuro il seguito.
Solo che io Malaussène a disposizione non ce l’avevo, per cui con qualcuno dovevo prendermela, guardando il soffitto di sette per sette riquadri e camminando otto passi avanti e otto passi indietro, con piantana e coda annessi.
Non mi restava che Il Pier Francesco, che comunque qualche colpa ce l’ha.
Ma certo: visto cos’è successo a forza di torture psicologiche a base di Sacher Torte, che mi hanno fatto venire un’acquolina allucinante e un’indigestione collossale al solo pensiero?
Roba da chiamare Amnesty, altrochè.
E adesso lo so già cosa farà, mi sembra di vederlo: tirerà fuori una storia che anche lui l’appendicite con peritonite da piccolo e poi il sasso in testa e il pupazzo di neve tutto in un unico grande delirio; ma poi nella sua immensa bontà che sa che mi manda fuori scriverà un commento del tipo: Angelina cara, hai ragione, dì tutto quello che vuoi, hai passato giorni difficili, se ti fa stare meglio tutto quello che dici va bene.
Il tutto sapendo di essere fortunato perchè sono le classiche cose che dice e che sa che gli fanno rischiare un ferro da stiro in testa se non fosse così lontano.
Chiedo venia, ma avevo giurato che appena fossi riuscita a sedermi davanti al pc il primo post sarebbe stato per lui!!!!!!!
Sono proprio contenta di essere a casa, non potete immaginare quanto, stavo diventando matta.
Il che non costituirebbe un gran cambiamento, mia cara, dice LA PAOLA.
Ho moltissimi buchi di memoria dei primi momenti e dei primi giorni: prima dell’intervento il dolore è stato pazzesco, chiedevo solo di calmarlo, mi rifilavano la morfina e io non capivo più niente. Poi ho dei flash qua e là, poi mi ricordo il chirurgo che mi ha detto che sono arrivati appena in tempo per non tagliare tutta la pancia, che l’appendicite era perforata e che di queste cose si muore.
Volevo dirgli che era simpatico ma non credo di esserci riuscita.
Ewa è stata bravissima e non smetteremo mai di ringraziarla per come se l’è cavata quando si è trovata da sola con Fabullo.
C’è stata un’altra persona importante: la mamma del nostro amichetto, che ha seguito l’ambulanza e che ha piantato la sua di famiglia fino alla mattina dopo, per stare sempre con me, cercare di seguire tutto ciò che stava capitando e cercare di mettersi in contatto con Paulo Aimo in Italia.
Anche lei non la ringrazieremo mai abbastanza.
Ieri quando mi hanno detto che non mi avrebbero tolto il drenaggio mi sono veramente sentita persa: così ho cominciato a piangere e non ho più smesso, spiegando che io avevo bisogno di stare bene per occuparmi di Fabullo, che non avevamo i mezzi per stare in Florida per sempre, perchè i nostri soldini servono per le terapie e invece adesso viene anche l’infermiera a casa eccetera eccetera, sono andata avanti così finchè è arrivata l’infettivologa.
Che è stata carina, mi ha detto che è solo una precauzione perchè l’ascesso è chiuso e c’è solo una fistola ma che si chiuderà e di stare tranquilla.
Avrà giustamente pensato che sono una malata di mente.
La notte è stata difficile per il mal di stomaco da antibiotici da cavallo: oggi è arrivata l’infermiera domiciliare, che si è rivelato un gran servizio, davvero rassicurante. Ha cambiato le medicazioni, ha chiamato la dottoressa per il mal di stomaco che mi ha dato i gastroprotettori, mi ha rassicurato del fatto che tutti i dolori che ho sono normali dopo un intervento.
Tornerà domani, meno male, siamo più tranquilli.
Io ho cercato di riposare, di mangiare, di non stare troppo nella stessa posizione, di camminare un pò.
L’obbiettivo è essere in forma per il ritorno, per continuare a lavorare con Fabullo.

Grazie per esserci vicini.

Un abbraccio

Angela

P.S Pubblichiamo una bella foto di Fabullo che marcia spedito con papà, perdonatelo per la pelata!!!