Il ritmo delle piaghe.

Funziona che oggi sto già bamblinando  da un’ora e me ne pentirò, già lo so.

Perché Michi è partita in aggregazione alle amichette per andare alla fiera di Verona, per vedere quei due o tre cavalli; Paulo Aimo è già uscito per lavoro. Quindi oggi rimaniamo io e Fabullo, che si è svegliato alle sei e mezza, che farà ammattire perché è la linea di condotta da tenere con coerenza quando c’è solo mamma, e io sono in pieno default da fine settimana: per cui dobbiamo uscire alle dieci per andare da Alessia e già lo so che faremo annaspando. Perché avrei potuto cominciare con rifacimento letto, colazione, lavatrice e quant’altro: e invece bevo thè nero, una roba meravigliosa all’arancio e cannella che tengo come chicca del fine settimana, perché ognuno si difende come può e bisogna trovare dei buoni motivi ogni giorno. Io ho assunto Anna Dei Gatti come fornitore ufficiale, per esempio.

Quindi, prima di precipitare nella palude pensierosa, vi conto che Fabullo è diventato veramente bravissimo con il pc: va avanti e indietro tra le pagine velocemente e sembra molto ma molto soddisfatto. Vi conto anche che mentre ieri faceva disastri a sud, qui c’era una giornata dipinta, azzurro zaffiro e rosso e giallo delle foglie. Che, ovviamente, ci facilita la vita. E, ad altri livelli, probabilmente, permette di dimenticare che la prossima volta che pioverà sarà di nuovo allerta e magari emergenza. Chissà se tutti quelli allagati hanno avuto voglia di guardare le foglie degli aceri mentre scopavano fango e buttavano via tutto. Lo so che ero partita bene con la poesia, lo so.

E magari mi dò una mossa, perché mancano due ore all’uscita da casa, ma cose da fare per mezza giornata: ai ritmi delle piaghe, intendo.

Buona giornata.

Angela