Oggi vi racconto un’altra storia da manicomio.
Allora, c’è un ragazzo che un po’ di anni fa ha avuto un
arresto cardiaco mentre giocava a calcio, con una compromissione neurologica: è
migliorato tantissimo, ma certamente ha bisogno di supporto per ogni attività
quotidiana.
Gli hanno impiantato un defibrillatore sotto cutaneo: in
caso di nuova anomalia del battito cardiaco, il defibrillatore comincia a
scaricare evitando l’irreparabile. Viene controllato a distanza da casa, con un
collegamento che rileva l’attività elettrica da casa in modalità wireless. Insomma,
non scendo troppo nel tecnico perché non è questo quello che voglio
raccontarvi. Si tratta chiaramente di una grande invenzione: ovvio che può
presentare delle controindicazioni, tutte quelle legate al fatto di avere all’interno
del corpo qualcosa di artificiale, per cui è stato necessario fare un buco per
inserirlo, con tutti gli annessi e connessi. Ovvio anche che chi lo “indossa”
ha visto la morte in faccia; e, in qualche caso, come per questo ragazzo, ne
porta evidentemente i segni. Ma anche questo non è il punto: insomma, prendiamo
atto che Dio salvi la scienza che offre queste possibilità, che uno spera di
non conoscere mai sulla propria pelle.
Il punto è che la primavera scorsa il ragazzo, tramite il
sistema di monitoraggio domiciliare, viene chiamato per un controllo perché il
tracciato presenta delle anomalie. E viene fuori che un componente, un
piccolissimo catetere, si è rotto. E quindi va sostituito. Solo che il dottore
si lascia scappare, da arrabbiato, che questi cateteri non sono mai andati
bene, che sostituirli è un pasticcio e si fanno più danni che altro, meglio inserirne
un altro e basta. La famiglia è costernata, il ragazzo anche; è presente, perché
deve esserlo, il tecnico della ditta di biotecnologie che deve essere presente
in questi casi e che vorrebbe volatilizzarsi e annaspa come un pesce.
Per cui la domanda è: c’è qualcosa che dovremmo sapere? E lì
comincia la fuga, con l’arrivo di primario, direttore, più o meno il padre eterno
a mitigare i toni. Viene impiantato un altro catetere e i genitori, nel tempo,
riescono a parlare con qualcuno solo minacciando di incatenarsi alla porta
dello studio medico: per cui se il cardiologo non vuole uscire di lì per
vederci si fa venire a prendere dall’elicottero e esce dalla finestra.
Però la reticenza continua.
La settimana scorsa il ragazzo viene richiamato: il tutto
viene controllato e, sempre di sfuggita, bytheway per intenderci, viene detto
che il defibrillatore fa parte di un lotto difettoso: ma però, perché la
situazione richiede l’irregolarità linguistica, nessuno sa quanti siano
effettivamente difettosi. Nessuno sa, nello specifico, se lo sia quello lì. Concetto
finale: nessuno sa se il defibrillatore partirà in caso di aritmia o arresto
cardiaco. Cioè la sua ragione di essere lì. Lo scopriremo solo vivendo. O anche
morendo.
A parte il panico: rivivere un incubo, sentirsi la spada di
Damocle sulla testa eccetera eccetera, che non sono proprio argomenti da poco. A
parte questo, la famiglia è sconvolta dalla poca onestà professionale. Insomma:
si spera che anche gli stessi medici siano “vittime” del problema, che non ci
sia alcun tipo di complicità. Ma se così è, l’unico modo per dimostrarlo
sarebbe proprio quello di non scappare, di parlare con la famiglia, di non fare
quelli che vogliono evitare le grane.
Insomma, una storia da senza parole.
Buona giornata.
Angela
4 commenti:
Solo una parola: che tristezza! Ma lo sai qual'è il brutto? Che uno va avanti sperando che non tocchi mai a lui. E questo vale per la sanità quanto per le alluvioni o per qualsiasi controversia giudiziale, perchè anche su questo punto ci sarebbero da dire e da serbare...
E non è una bella cosa sperare di non esserne mai coinvolti perchè vuol dire essere consapevoli di andare incontro ad un sistema malfunzionante e corrotto.
Ripeto: che tristezza...
Spero almeno che sia un buon fine settimana per tutti quanti.
FORZA FABIO!!!!!
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Non ci sono parole... qui si dovrebbe passsare ai fatti altroche' ... non e' possibile vivere sperando che non ci capiti questa o quella cosa... tristezza infinita :-(
Forza Fabio confido su di te per un raggio di allegria... oggi devi dare il 1000/100.
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Buon fine settimana a tutti
Forza super Fabullo!!!
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Storia tristissima, probabilmente una delle tante. Non sappiamo sempre tutto ahimè!!!
Ciao Fabullo, ciao Miky e famiglia tutta, buon fine settimana.
(avete notizie del nostro amico Giovanni degli USA? Da molti mesi non lo si legge…)
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