mercoledì 19 novembre 2014

Sarebbe bello se fosse una storiella scema.



Oggi vi conto la storia di una famiglia con un disabile grave adulto, che ha ovviamente bisogno di assistenza per tutto, tutto e ancora tutto.
E siccome lo stato italiano, giustamente, sta cercando di sconfiggere la  piaga sociale, umana e, oserei dire, anche disumana, di chi approfitta di una certificazione di invalidità stando meglio di tutti noi messi insieme, che fa? Manda a questa famiglia, in veste di Inps, una richiesta di recupero crediti a tutti gli effetti. Perché vostra figlia è stata ricoverata in ospedale tanto tempo fa e quindi voi non avevate diritto a percepire l’assegno di accompagnamento (lautissimo per altro, lo sappiamo, risolve ogni problema di assistenza).
E’ ovviamente una boiata galattica, perché la legge è molto chiara: l’indennità di accompagnamento viene sospesa solamente nel caso in cui il disabile venga ricoverato in una struttura che ne garantisca in tutto e per tutto l’assistenza gratuita, che non richiede la presenza di nessuno, non facente parte del personale della struttura stessa, che se ne occupi. E ha senso.
Quindi non stiamo parlando degli ospedali “normali”, dove evidentemente il personale in organico non può stare di fianco al disabile ricoverato 24 ore su 24 e l’assistenza è richiesta eccome.
Ma la storia, in realtà, è ancora più brillante: perché non stiamo nemmeno parlando di un ricovero vero, in cui si dorme, per intenderci. Ma di un day hospital, in cui si andava per due ore di fisioterapia: ovviamente con il familiare che portava e riprendeva, senza che il disabile  camminasse sulle proprie gambe, senza che avesse le braccia buone per spingersi, tornandosene a casa anche per mangiare, con qualcuno che imboccava. Insomma, l’idiozia più totale.
Ovvio che finirà bene, ci mancherebbe: ma intanto la famiglia in questione, che magari non ha proprio tanta voglia di alzarsi ogni mattina, e ha già qualche lieve motivo di ansia, e qualche cosa da fare nella giornata, quella famiglia lì riceve una raccomandata in cui viene richiesta la restituzione di quasi 3000 euro.
Però se abbiamo sbagliato le chiediamo scusa, per la carità. Però deve dimostrare lei che abbiamo sbagliato noi: ricorso con un’altra raccomandata, andare al patronato per fare prima per dimostrare tutto, produrre della documentazione, chiedendo anche al reparto in questione di produrre una letterina in cui c’è scritto che il disabile stava qui un paio d’ore e basta e che non ve l’avevo dato in adozione. Aspettare che scrivano la letterina, tornare a prenderla, tornare al patronato, fare qualche altro giretto, aspettare la risposta e poi tirare un sospiro di sollievo quando arriva.
Facilissimo. Poi a uno viene da chiedersi se non sarebbe meglio far che risparmiare la primissima raccomandata, facendo un lavoro più scrupoloso. E magari invece favorire il lavoro delle forze dell’ordine che si occupano di quei ciechi che al supermercato leggono le righe piccole del barattolo del mais per l’insalata, per valutarne la percentuale di grassi contenuta: e che fanno una fatica improba, non i ciechi che ci vedono benissimo, ma le forze dell’ordine: che hanno 4 uomini in croce, la benzina per l’auto forse, e degli stipendi non proprio da parlamentare.
Ma perché proprio la scatola del mais, mia cara? chiede LA PAOLA che coglie l’essenza. Ma che ne so, perché c’ha la scatola piccola e perché si vede che penso già alle insalate estive ancor prima che cominci l’inverno.
E dopo tutto ciò, amen.
Buona giornata.
Angela

3 commenti:

BOOG ha detto...

Forza Super Fabullo!!!
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx

Paola ha detto...

Sono davanti alla tastiera da 5 minuti perche' non so da dove cominciare e cosa scrivere... non trovo le parole giuste... perche' alcune parole le avrei ma poi devo ricordarmi che sono una signora.
Il senso di impotenza e di ingiustizia senza fine prende il sopravvento e lascia senza fiato ed e' tremendamente frustrante. Per chi poi deve viverle queste cose...be' ecco, rimangono nuovamente senza parole.
Un grande abbraccio a voi e un pensiero a tutte le famiglie che vivono sulla propria pelle queste "schifezze di stato".
XXXXXXXXXXFORZA FABULLOXXXXXXXXXXXX

Luana ha detto...

Angela riesci a farmi sorridere quando invece non ci sarebbe proprio da ridere!
Questa storiella per niente scema andrebbe stampata e fatta leggere a chi ha inviato la mitica letterina raccomandata per fargli capire che la prossima volta faccia un pochino meglio il suo lavoro e un pochina (perchè poi basta pochina) più attenzione a quel che fa.
Forza Fabullo!!! XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX