sabato 31 maggio 2014

Piaga cosmica.



Lo so che uno dovrebbe alzarsi  con il senso della giornata da costruire, di come riempirla di cose meravigliose eccetera eccetera.
Io, che sono zèn quanto una bietola, al suono della sveglia l’unica cosa gioiosa che ho pensato è che domani si dorme. E anche dopodomani.
Anche perché ieri Fabullo è stato insopportabile, in logopedia si è impegnato poco, tutte le volte che sbatte le palpebre e vediamo una piccola assenza ci chiediamo qual è il limite per cui poi diventa un problema, e ci chiediamo se si sia impegnato poco perché era disturbato o perché era pelandrone, manco fosse la prima volta che lo fa. Insomma, siamo in piena sindrome post eeg.
Con i pensieri che pesano e bisogna trasportarli e la sera sembra che uno abbia vangato l’orto, senza però sentire i grilli e gli uccellini. Immagine poetica, mia cara, dice LA PAOLA. Lo so.
Ieri dopo la logo siamo passati dal tecnico  a lasciare i tutori. Amen. Veramente senza altro commento.
Quest’oggi Fabullo riposa e mamma va in onlus per qualche lavoretto. Se non altro partenza tranquilla perché non bisogna alzarlo vestirlo mangiarlo eccetera.
Uuhhhhh, che piaga stamattina. Thè verde al pompelmo.
Buona giornata.
Angela

venerdì 30 maggio 2014

Le storie da buon umore, meno male.



Dio salvi Donna Paola Da La Spezia perché fa quelle robe lì. Perché ieri continuava a venirmi in mente la scena, e la sua faccia e poi proseguivo nella puntata, immaginandomi la prof seria che però voleva ridere e che poi andava a casa a raccontare la cosa in famiglia.
Insomma, un monumento a Donna Paola che ha regalato un momento di buon umore all’universo.
E ieri da queste parti ce n’era eccome bisogno, mamma mia quanto.
L’eeg non è andato male, per carità, abbiamo assolutamente avuto momenti peggiori. Però nemmeno troppo bene. Nel senso che ci eravamo abituati bene a vedere la mitica scritta: ulteriore miglioramento. E invece questa volta c’erano di nuovo delle anomalie che non si vedevano più da tanto.
Però: poiché Fabullino sta bene, non vediamo crisi, riesce a concentrarsi, dorme normalmente, eccetera eccetera, non aumentiamo i farmaci. Perché curiamo il bambino e non l’eeg, e lui, comunque, un’encefalopatia epilettica ce l’ha e quindi può succedere che ci siano delle oscillazioni in meglio o in peggio nel tempo. E quindi e quindi e quindi.
E’ che ci eravamo abituati bene, tutto qui. E, per carità, non c’è niente di paragonabile al disastro di situazione di due anni fa.
E sempre e quindi, siamo usciti stanchi morti, anche perché intanto era mezzogiorno passato e siamo venuti a casa. E, per esempio, siamo passati davanti alla saracinesca chiusa per la pausa pranzo del tecnico ortopedico, che  ci mancava solo lui. E a me in quell’istante è venuta in soccorso la storia di Donna Paola, giuro.
E anche stamattina, quando ho aperto gli occhi e sembrava che fossi andata a dormire mezz’ora prima dopo la salita alla capanna Margherita con venti chili di zaino.
Buona giornata.
Angela

giovedì 29 maggio 2014

Niente partita a poker.



Ma quindi… com’è andato il colloquio di scienze?????????????? Con quella tizia che imperversa nelle generazioni , mamma mia. Non è che lo faccia apposta, lo so, è un  caso, però…
Ieri, quando era ora di uscire per andare a Ivrea per il collaudo, pioveva e grandinava che non vedevo la chiesa qui davanti: e allora aspettiamo, non c’era modo di salire in macchina. Per cui sono arrivata mezz’ora dopo, ma tanto ho aspettato altri tre quarti d’ora e bòn.
E il collaudo non l’abbiamo passato neanche questa volta. La dottoressa è stata chiarissima: questi tutori vanno molto meglio di quelli già bocciati prima, però sono troppo corti, troppo stretti, non va bene questa spinta che porta il piede ancora di più in pronazione. Per cui bisogna ancora fare queste modifiche e solo a quel punto io firmo il collaudo. Ha ragione lei. Ha chiamato il tecnico e glielo ha detto.
Io, però, le ho anche detto che concordo assolutamente sul non firmare una roba che non va bene, ma che giochiamo a carte scoperte: per cui, secondo noi, questi tutori, con questa concezione, non andranno bene comunque e la consideriamo una partita persa. E stiamo cercando il modo per avere quelli tedeschi.
E lei mi ha risposto che, con le modifiche richieste, questi tutorini saranno accettabili e lei ci prescrive quelli. Ok: significa che verranno pagati, e che noi non li metteremo e ne pagheremo un altro paio. Almeno spero. È che non sono mai stata brava nei giochi in cui si bleffa, per cui tanto valeva fare che dirlo. Non fatemi fare il quarto a poker, per intenderci. Ed è comunque stata gentile. Il risultato è che dobbiamo tornare dal tecnico per le modifiche, perché è nostro dovere farlo. L’altro risultato è che ci ho pensato  tutta la notte a tutta ‘sta faccenda e a troppe altre.
Però ieri il bacillo ha di nuovo imperversato, ma solo un po’: nel senso che con Fabullo abbiamo fatto gli esperimenti con il bagno, falliti; ha fatto ammattire mezza giornata; ho ritirato il bucato quando sono cominciati i goccioloni ed era asciutto e ho detto solo mille parole e non duemila; e, nonostante ciò, ho compilato le scartoffie ritirate l’altro giorno in banca, già fatto; e chiesto ai terapisti di fotografare i tutorini tedeschi che avevamo, così mi avvicino al momento della spedizione mail,  spettacolare.
Però tranquilli: alle due non avevo ancora sparecchiato la colazione e nemmeno il pranzo, a quel punto. Quindi non sono proprio malata acuta.
E veniamo al punto: oggi abbiamo l’eeg. Facciamo che mi metto a trottare. Mammamia.
Buona giornata.
Angela

mercoledì 28 maggio 2014

Taccio.



E quindi Welcome back Jenny!!!!! E anche il mestolo è tornato, non sarei uscita dalla stanza, altrimenti.
Chichibio è stato carino, una robina semplice e breve ma carina: diciamo che si vedeva che i tredicenni in questione si vergognavano da morire ma facevano di tutto per impegnarsi. E, ad un certo punto, una dei camerieri che assistevano il master chef Chichibio, con un gesto teatrale, gli ha passato il mitico mestolo facendolo anche suonare sul tavolo. E io ci ho pensato: mi alzo e dico a tutti che lo conosco che è proprio il mio mestolo che sono onorata che sia protagonista. Poi mi sono vista la Michi che, brandendo il mestolo, scavalcava le sedie, me lo dava sulla testa, e poi tornava al suo posto. Così ho saggiamente lasciato stare.
Ed è anche andata bene perché in pausa pranzo Michi è riuscita a capire che la scenetta sarebbe stata alle sei e mezza e ci ha avvertiti: così siamo riusciti a lasciare Fabullino a casa perché è rientrato Paulo Aimo Papà. E meno male, perché c’era ressa, si vedeva quasi niente e c’erano più  o meno 47 gradi: si sarebbe stufato e avrebbe fatto ammattire.
Volevo tranquillizzare tutti: il bacillo dell’efficienza è già passato. Ieri non ho impaginato un tubo, ho fatto le foto ai tutori di ora ma non a quelli di prima. Ma a mia discolpa, perché sono bravissima a trovare scuse che non alleviano comunque i sensi di colpa, va detto che è stata una giornata di corse da paura. E che durante la fisio, che era l’unico momento in cui lavorare, sono andata in una filiale di banca a ritirare scartoffie per chiedere contributi.
I quali moduli, quindi, vanno compilati. E quindi, appunto, la grande lucidità è durata una scintilla. Per cui LA PAOLA  sta tirando un sospiro di sollievo: e sì, mia cara, cominciavo a temere seriamente che ti stessi ammalando, dice LA PAOLA.
Può essere, dico può essere, che riesca a combinare qualcosa di oggi: perché non andiamo in fisio bensì a fare il collaudo dei tutorini, quindi solo a Ivrea e siamo meno di corsa. Tra l’altro non so veramente cosa augurarmi per ‘sto collaudo: nel senso che non vanno bene, che segnano, che sarebbe giusto che il collaudo non funzionasse nemmeno questa volta. Però, dato che non abbiamo nessuna speranza di risolvere la cosa, siamo belli stufi di continuare ad andare avanti e indietro: e quindi diteci che vanno bene, buttiamo via quasi duemila euro di soldi pubblici tra tutori e scarpe,  ma non mettete in croce noi. Classico atteggiamento di famiglia che si arrende per lo sfinimento. Tanto alla fine non lo ammettiamo che i tutorini tedeschi sono meglio: e che visto che nessuno li fa dovremmo avere la prescrizione per quelli lì.
È proprio Fabullo che è fatto così, è per quello che le gambine con i tutori continuano a gonfiare, circolazione particolare. L’unica è tenerli non troppo a lungo. Ma così i piedini ne patiscono, si girano da tutte le parti: signora, non ci pensi, investa su qualcos’altro.
Taccio.
Buona giornata.
Angela

martedì 27 maggio 2014

Gli equilibri.



Avete presente quella meravigliosa sensazione di semi onnipotenza e grande soddisfazione di se stessi? In cui si è lucidi e concentrati, e in un attimo si portano avanti mille pensieri fatti bene? E ci si fa un elenco mentale delle cose e nel giro di poco tac tac tac, si spuntano una per una perché le si fa con calma e metodo? E alla fine non ci si sente nemmeno troppo stanchi perché è stato fatto tutto con grande  concentrazione, senza sforzi inutili e senza grande dispiego di energia? Avete presente?
Ecco, io di solito no. Non che ci non ci metta la buona volontà. Però poi succede qualcosa: che può essere un’emergenza pazzesca, piuttosto che un libro che spunta dalla polvere dei secoli e mi fa perdere per la strada e addio.
Però ieri, per un mitico barlume di eternità e non di più, è andata proprio così. E’ andata che Fabu in fisioterapia e io in poco più di un’ora ho veramente finito il progetto preparando la sezione riguardante la parte economica: che, per altro, fa quasi ridere pensare che la sottoscritta elabori una roba così. Adesso dire come sia venuto tutto quanto alla fine, non lo so. Mi sembra già un miracolo averlo finito. Devo solo più impaginare e stampare gli allegati.
E non solo: ma sempre in quell’ora di illuminazione ho anche preparato una mail per l’officina ortopedica tedesca in cui ho chiesto qualunque informazione. E non l’ho spedita perché voglio allegarci un paio di foto dei tutori di prima e di dopo.
Insomma, grandi prestazioni in pochissimo tempo. Solo che adesso, per concludere il tutto, devo fare delle cosine semplici, stampe e quant’altro, ma semplici. E vediamo un po’: capace che ci metto due settimane.
Però diciamocela tutta su ieri: che avrei potuto aspettare un’oretta e far fare a Fabu il vibra, perché sull’istante era occupato. Però l’ho visto stanco e l’ho portato a casa. Oppure era una scusa e quella che voleva venire a casa ero io: dacci oggi la nostra dose di sensi di colpa. Quindi, dopo l’illuminazione di efficienza, gli equilibri sono già ristabiliti. Così LA PAOLA non si preoccupa: già me la vedevo controllare con attenzione lo scaffale delle tisane. Invece così è abbastanza chiaro che è stato un caso.
Anche perché poi, ieri sera, dopo tutto ciò, mi sono anche ulteriormente illuminata ed è venuto fuori uno spettacolare risotto con le carote e asiago. Ma davvero, è una roba che poi passa. E’ sicuramente già passata.
Tipo oggi: occuparsi delle robe quotidiane fabulliche (mangiare lavare vestire respiratoria esercizi logo pranzo robe domestiche ricordarsi di mettersi per esempio le scarpe prima di uscire) il tutto per uscire all’una: fisioterapia anticipata alle due perché alle cinque saremo alla scuola di Michi, a vedere una roba che non abbiamo capito. Mostra dei lavori fatti nell’anno e drammatizzazione: che, nello specifico, sarebbe quella storia di Chichibio dove la Michi fa la gru, che neanche la Meryl Streep. Il tutto ad un’ora imprecisata e con modalità imprecisate. E viene anche Fabu, che speriamo che si comporti dignitosamente. Se non altro, forse, recupero il mestolo.
Buona giornata.
Angela