Volevo dire che ho letto i giornali anche stamattina e
stanno discutendo se sia finito o no l’olocene.
Non il dentifricio, il risotto o la bottiglia dell’olio, ma proprio l’olocene. E
se stiamo entrando completamente in un’altra epoca geologica o in un’era che è
invece il sottoprodotto (che forse non è bello, meglio sottocategoria) dell’olocene
stesso.
Certo che quando si tratta di cogliere le essenze delle cose
ed entrare nello spirito dell’universo non hai eguali, mia cara, dice LA PAOLA,
raccogliendo la tazzina del caffè e posando il telefono, perché stava già
chiamando l’Autorità per farmi interdire. Per altro, ammettiamolo, il tutto me
lo direbbe (anzi, me lo dirà tra breve) con altri termini.
Sul perché su tre quotidiani pieni di roba io abbia colto
proprio questo, vabbè, prendiamolo come un messaggio dell’universo. Considerato
che le storie di corruzione e collisione e quant’altro rimangono trìca e brànca
quelle, che poco cambia che sia il giornale di oggi o quello dello scorso anno
o dello scorso decennio.
Nessuna notizia da quelli della botulina, ma confido, eccome
se confido, nei vostri pensieri: diciamo che voglio pensare, appunto, che la
segretaria non riesca a fare due passi a mangiare a parlare con chiunque, senza
trovarsi per le mani la pratica di Fabullo. Che ci chiami subito per
sfinimento, ecco.
Invece, per la cronaca, vi comunico che l’assistenza a
scuola non è ancora completamente definita: la Dirigente e le Maestre passano
veramente più tempo a bisticciare e ad arrabbiarsi che altro, non so dove
trovino ancora le energie per non lasciare perdere ogni mattina. Anche perché tutto
rimbalza contro un muro di gomma. Ovvio che Fabullo a scuola ci va lo stesso, perché
tutto viene sempre organizzato in modo che qualcuno si occupi di lui, però che
tristezza. Anche perché anche le maestre ci rimangono male nel programmare
tutto un lavoro per lui, che sta tirando fuori tante cose belle, e poi non
riescono a insegnarlo a tutti perché il
personale ruota continuamente. Sembra veramente lo spaccato in piccolo di una
realtà più grande: siamo fortunati ad avere le teste e le competenze e le
capacità e l’impegno, e poi tutto ciò non può concretizzarsi per un assurdo
meccanismo di disorganizzazione.
Diciamo vabbè. E in questo istante esatto ho capito perché mi
sono piantata sulla notizia dell’olocene.
Buona giornata.
Angela