Posso dire che freddo? Ma proprio freddo. Ieri in tutto il giorno non so se siamo arrivati a 15 gradi, con un vento gelido.
Per cui vai di berretti e giacche a vento: diciamo che sembra la nostra fine di ottobre, se non novembre.
D’altra parte Jacek mi aveva detto di preparare le valigie tenendoci pronti a temperature tra gli 8 e i 30 gradi e direi che ci ha azzeccato.
Per fortuna sono veramente dieci passi all’esterno per andare in fisioterapia, ma ci siamo intabarrati anche per fare quelli. Tutte le santissime volte che vado e vengo dalla casetta qui di fianco, non riesco a non ringraziare perchè ci hanno trovato questa soluzione così pratica per alloggio e terapie.
Perchè è vero che tutto si può fare, che ci siamo sempre arrangiati benissimo, che siamo sempre stati fortunati: però così è proprio comodo. A parte il non arrivare, per una volta, alla sera più stanchi che se avessimo scalato l’Everest in un paio d’orette: perchè appunto, ce la siamo sempre cavata.
Ma, soprattutto, non avendo nulla a cui pensare se non le terapie e zero tempi di spostamento, possiamo concedere a Fabullo tutto il riposo di cui ha bisogno perchè il programma intensivo abbia un senso: il che non è un particolare da poco.
Ieri la prima ora di terapia è stata un pò meno attiva del solito perchè Fabullo era un pò disturbato da un’emergenza cacca: in realtà le altre ore sono andate molto meglio e l’emergenza si è risolta dopo pranzo con il mitico vasino.
Kasia sta battendo tantissimo sulla mano sinistra: visto che qualcosa compare, vuole darle tutti gli stimoli possibile perchè il cervello elabori delle strategie di movimento. Quindi il toccare tutti i tipi di superficie, gli oggetti eccetera. E lui sta attentissimo.
Io sono contenta, ovvio: mi spiace solo che questi lavori con noi rifiuta di farli, perchè avrebbe proprio senso una stimolazione ripetuta. Con noi non sta attento, gira la testa dall’altra parte, irrigidisce la mano perchè non vuole così poi non sente più niente.
Anche Kasia, come tutti, ci dice che è normale, i genitori devono fare i genitori. Ok, lo so, è solo un problema in più.
Poi al pomeriggio siamo usciti a prenderci un pò di frutta, giacca a vento Fabullo e poncho di lana Michela: poi c’era gente in maniche corte, ma noi avevamo freddo, siamo troppo mediterranei mi sa. In casa con la felpa si sta bene: poi la sottoscritta c’ha il bollitore proprio qui, di fianco al computer, e gli fa fare i tripli turni.
Io ho finito quella storia del North Carolina e ne ho cominciato un’altro; stessa autrice, stessa protagonista, stesso North Carolina: ma sul serio hanno tutti un fucile sul pickup da quelle parti?
I libri non sono proprio Proust, che del resto non ho personalmente mai finito: però vanno bene e così imparo delle parole nuove interessanti, tipo bootlegger e redneck; insomma, degli stimoli culturali importanti.
E basta, vediamo oggi.
Buona giornata.
Angela