martedì 31 dicembre 2019

Per tutto.

Vi diciamo che siamo onorati e commossi dal sapere che è passato un altro anno e noi non siamo stati mai soli, nemmeno per un istante: e quindi vi ringraziamo, Amici di Fabullo, Amici Stellari, perché trovate sempre un posto per voi nei vostri pensieri: sempre sempre sempre.
Grazie. E vi auguriamo tutta la felicità che desiderate, quella vera.
Poi vi conto che la Michi ieri è  andata dal medico, due ore e mezza di sala d'attesa perché pare che mezzo Canavese sia tareffo. E il dottore non ci ha sgridato per la terapia d'attacco: ci ha però spiegato che ha delle placche paurose sulle tonsille, che era stupito che la febbre fosse così poca, e che quindi era vero che fosse gonfissima e che fosse necessario il cortisone, ma noi le avevamo dato delle dosi da criceto.
Per cui è stata instaurata terapia da cavallo con aggiunta di antibiotico.
Ma potrò fare Capodanno? Sì se te la senti, ma non devi stare troppo al freddo.
Beata gioventù.
Vi abbracciamo, ma davvero. Grazie per tutto. Proprio tutto.
Buona Giornata.
Angela

lunedì 30 dicembre 2019

Sopravviventi.

Sempre tutto liscio, ma ci muoviamo con molta più circospezione, mimetizzati, ogni tanto pancia a terra per nasconderci. Perché stavolta è tareffa  la Michela, e lei ha la gola bella gonfia e la febbre, poca per fortuna. Per cui abbiamo attivato le procedure di isolamento facendo dormire i pargoli in camere separate; e poi abbiamo aggredito la tareffaggine violentemente, sia perché la Michi vuole fare capodanno, sia perché i bacilli sarà bene che escano da casa .nostra prima di subito. Ovviamente facciamo le cose che si fanno, tipo dare il propoli a Fabullo, sapendo che i presupposti sono assai diversi. E oggi, che è lavorativo, valutiamo anche se sia meglio che Michi sia vista dal dottore, perché la gola è brutta assai.
Insomma, penso che metteremo anche gli occhiali infrarossi, così facciamo meglio le truppe da sopravvivenza.
Oggi pomeriggio portiamo Fabu ancora una volta a fare terapia in queste vacanze, con calma perché attualmente piove roba gelata con nebbia annessa. 
Buona Giornata.
Angela

venerdì 27 dicembre 2019

Le cose lisce.

Tutto liscio, tutto liscio, Fabu sta sempre bene; abbiamo Paulo Aimo un poco raffreddato, quelle robe da tachipirina e basta, per intenderci: ma Fabu sta bene, ci sembra un sogno. Un sogno essere a casa, e un sogno essere a casa in condizioni decenti per la nostra media: non come quando siamo sì a casa, ma dopo un ricovero, che vorremmo piangere per la stanchezza e invece abbiamo Fabullo più impegnativo che mai. Tipo lo scorso anno che siamo stati dimessi il 23. 
Insomma, a modo nostro, ci sentiamo avanti, ed è una sensazione meravigliosa.
Oggi andiamo a fare terapia: per la tangenziale contiamo ciecamente nei miracoli natalizi.
Buona Giornata.
Angela

martedì 24 dicembre 2019

Le cose vere.

Sempre per la saggezza di cui ieri, noi prendiamo atto che è Natale, che è una mitica festa comandata, di quelle che le Famiglie Isteriche ricevono l'Oscar per la sopravvivenza: però, appunto, noi cogliamo l'attimo anche oggi e diciamo che siamo ultra felici di essere tra le pareti di casa nostra. Fabullo si annoia, perché, vabbè che siamo messi molto meglio del solito di questi tempi, ma proprio il modo per stare dietro a tutto, in modo da ricavare tempo e energie per portarlo a spasso, non è nei nostri super poteri: ma pazienza, siamo talmente contenti di essere qui, che ogni tanto ci imbamboliamo con espressione beata,  anche per tre secondi di seguito, e ascoltiamo i rumori della casa e della via tutti giulivi. 
E vi pensiamo tantissimo, Amici di Fabullo, se a Natale esistono delle cose vere, queste siete Voi. Vi abbracciamo nel nostro cuore. Grazie per tutto ciò che siete e fate  per noi.
Buon Natale, con il cuore.
Buona Giornata.
Angela

lunedì 23 dicembre 2019

Perle di saggezza fiorentina.

Due cose importantissime: la prima, saggezza fiorentina pura: ovvìavvìa che ormai le giornate già si allungano, nostro mantra tutte le volte che arriva l'inverno, Dio salvi Luana. Il pensiero viene accompagnato da un'occhiata alla mimosa nel giardino dietro, che sta sopravvivendo nonostante noi, almeno per ora, ed è carica di boccioli, nonostante la mia potatura. (Tra parentesi: in un momento di pseudo lucidità avevo anche chiesto ad un'esperta, come si taglia la mimosa. E lei era stata lapidaria: taglia senza rimorsi. L'ho presa in parola, faceva pena).
Seconda cosa: è vero che del doman non v'è certezza, e arriva sempre da Firenze. Ma di ciò che è successo fino a ieri la certezza v'è eccome: e quindi possiamo dire che, fino a questo preciso secondo di questo momento dell'anno, noi siamo a casa nostra. E non capitava da parecchio, gli anni scorsi, ed è un immenso sollievo. 
Ce la prendiamo con mooolta calma, perché Fabullo senza tregua non è una passeggiata, vuol dire che non si può fare altro che guardare lui: dove, per altro, per fare altro, si intende sparecchiare almeno la colazione  prima di sera e fare la lavatrice, non andare dalla pettinatrice e nemmeno leggere (in questi giorni Amos Oz, quattro righe alla volta). Pettinarsi si fa prima delle sei, per sicurezza. Che fa rima con del doman non v'è certezza, di cui sopra.
Buona Giornata.
Angela

venerdì 20 dicembre 2019

Anzi due!

Ma io mi sono dimenticata di raccontarvi una bella cosa, anzi due!!!!
La prima: che abbiamo fatto l'eeg, ed è andato meglio del precedente del 2017!
Ovviamente, non possiamo sapere da quanto è che vada meglio; se sia una roba recente, ad esempio dall'ultima regolazione del baracchino che forse, dico forse, è ciò che gli sta facendo bene negli ultimi tempi; oppure, più probabile, in due anni il baracchino ha funzionato come cura. 
Le crisi sono sempre tante, tantissime, troppe; il tracciato è sempre quello di una grave problematica epilettica.  Mettiamola così: da 1 a 10, il tracciato nel 2017 era brutto 10 e ora è brutto 8, ecco. Però è la prima volta che migliora dal 2015, e vuol dire che Fabullo soffre un pochino meno. E noi siamo un pochino contenti.
Poi: lunedì ci hanno chiamato dicendoci che martedì il camion del magazzino dell'Asl sarebbe venuto a ritirare la vecchia carrozzina e il vecchio standing. E immediatamente abbiamo pensato: vuoi vedere che la signora dell'ufficio è stata grandissima anche stavolta? Abbiamo telefonato allo sportello ed ebbene sì: potevamo mandare a prendere l'autorizzazione dello standing. La signora è davvero stata meravigliosa: perché avevamo standing e  tutore della mano, e lei, sommersa da un lavoro impossibile da gestire, ha mandato avanti lo standing perché era un'emergenza. 
È bellissimo quando ci sono le Brave Persone.
Buona Giornata.
Angela

giovedì 19 dicembre 2019

Esageriamo anche oggi.

Facciamo l'ultimo pezzo della catena dei ragionamenti, dell'ascensore in poi.
Se Quelli Che Sanno, chiunque essi siano, per incompetenza, pelandronaggine, percezione dell'onnipotenza di Questa sedia è mia e nessuno di qui mi schioda, non fanno il loro dovere, si muovono all'interno della non cultura della percezione della fragilità: anzi, contribuiscono a crearla questa non cultura. E quindi, se una cosa non c'è, vuol dire che non c'è nessun problema su cui lavorare. E quindi, ancora quindi, sono le Famiglie ad essere Isteriche: e i vicini sono ovviamente autorizzati a fare la faccia del Quanto è noiosa questa, ognuno deve sapersi organizzare.
E allora la disabilità grave viene percepita come sminuita, come qualcosa che sì, è un problema quotidiano, di quelli di cui però il singolo ha tutta la responsabilità. Ovviamente, non è così.
Altrimenti, paradossalmente, il carico individuale è  paragonabile a quello di chi, superata ampiamente la maggiore età, tutte le mattine arriva al lavoro in ritardo perché ogni singola sera precedente fa bisboccia e poi perde il treno: ecco, quello è veramente un problema individuale.
Sta esagerando, Signora Mia, dicono Quelli Che Sanno, a dimostrazione proprio del fatto che ingrandisce le cose perché non supera il dolore, non lo accetta.
Ovviamente: ed è per questo che non ci stupiamo se viene organizzato il cinema serale per le Madri Isteriche, e se non hanno nessuno a cui lasciare i figli è perché non sanno organizzarsi. E poi viene certificato che la famiglia non accetta il supporto offerto. Sarà perché il supporto non è rappresentato da Guerre Stellari? Vabbè, ma Quelli Che Sanno non sono tenuti a sapere tutto, anche se fanno proprio quel lavoro lì. Proprio come l'Amministratore, che non è tenuto, e allora la faccia del Signora non sia noiosa ci sta tutta. 
May the force, a proposito di Guerre Stellari. 
Buona Giornata.
Angela

mercoledì 18 dicembre 2019

Che lista.

Esattamente, Boog, come sempre, ha analizzato lucidamente la  faccenda e colto tutti i punti.
Fino alla conclusione: è mancato completamente il buon senso. 
E ciò che è tragico, è che o c'è un obbligo, o chi esercita una sorta di autorità si sente autorizzato a non usarlo il buon senso. Anzi: ad essere addirittura maleducato. Perché, comunque, non c'è stato il minimo accenno di mano tesa, nemmeno di fronte all'avvocato. 
Una frase del tipo: siamo tutti imperdonabili, abbiamo seguito le procedure di routine e ci siamo dimenticati che dovevano avere ovvie e specifiche cautele, come possiamo rimediare?
Ecco, non è stato ritenuto opportuno compiere un simile gesto.
Da questo deficere, di educazione, giuridico, di tutti gli aspetti che volete, nasce l'immagine successiva: quella della Persona Dabbene che comunque ha scritto in fronte che la Madre Isterica, comunque, la fa lunga. Alla fine potrebbe starsene in casa e problemi non ce ne sono. 
L'idea che sia una violazione della libertà, poca per altro, non emerge: e lì siamo sul filosofico; terra terra, meno che mai emerge l'idea che ci sia qualche necessità quotidiana per cui è necessario uscire di casa.
Sostanzialmente, siamo nella stessa situazione in cui un altro vicino di isolato aveva con grande buona volontà ammucchiato tutta la neve proprio intorno al furgone della Ragazza Venuta Alta, per permettere alle altre macchine di muoversi. E poi era incredulo di fronte alla Madre Isterica: perché non apprezzava il suo lavoro di volontario e perché pretendeva di uscire in un giorno di neve. Ma scusi, tutti si muovono e noi non dobbiamo? Ma veramente lei fa uscire sua figlia oggi?
Ecco, è sovrapponibile.
E siamo sempre lì: quando il buon senso non c'è; oppure: il buon senso non c'è e quindi: causa effetto, circolo vizioso, il cane e la sua coda. Nella situazione del deficere (e il participio presente non cambia) tocca a Quelli Che Sanno proporre cultura, segnalazione di vuoti giuridici, rispetto, buon senso, appunto. In questo caso, anche se non si trattava di un addetto del Settore Poveretti, l'amministratore rientra a pieno titolo nella categoria di Quelli Che Sanno, perché era la figura amministrativa deputata (e pagata) a coordinare tutto per il meglio.
Che bello, ne abbiamo aggiunto un altro alla lista. 
Buona Giornata.
Angela 

martedì 17 dicembre 2019

Che per due soldi.

E non c'è niente da fare, gli Amici del blog sono sempre avanti. Infatti nella seconda puntata della penosa vicenda passiamo a proprietario e vicini.
L'amministratore ha immediatamente scaricato la responsabilità della mancata comunicazione sull'azienda che doveva fare i lavori: vabbè, può essere che fosse tenuta ad appendere un accidenti di foglio, come normale procedura. Ma resta il fatto che è chiaro che qui non stiamo parlando di normale procedura ma di una situazione che richiedeva una particolare attenzione: quindi questo primo scaricabarile va a finire male. 
E peggio ancora va a finire il secondo, di scaricabarile: perché l'amministratore dopo l'azienda, ha chiamato in causa il proprietario. Il quale ha subito detto che lui all'assemblea non c'era. Ma quando ha letto che c'erano dei lavori da fare, semplicemente nominati senza data, non poteva informarsi, sapendo di avere come affittuari una famiglia in situazione di grave fragilità? Toccava all'amministratore. Che toccava al proprietario. Addirittura all'azienda. Il passaggio successivo poteva essere il cane il gatto il topolino, che per due soldi mio padre comprò.
La Madre Isterica ha comunicato al proprietario la sua educata e lapidaria opinione: Lei è inutile. 
E mi pare che non si potesse dire meglio.
Passiamo ai vicini. Erano convinti, giustamente, che la signora fosse stata avvisata, viste le settimane abbondanti trascorse dall'assemblea; e sono, sempre giustamente, caduti dal pero nello scoprire che la comunicazione la stavano fornendo loro in quel momento, per puro caso.
Hanno confermato che se ne era eccome parlato, e anche in maniera più approfondita del solo nominare il fatto. 
Ma ha ragione Boog, che se io sono strega lui è stregone, infatti è un Grandissimo, andava messo a verbale: e se l'inutile proprietario era assente, c'era comunque il consigliere, che è anche una sorta di rappresentante. E invece non ci si è pensato a scriverlo: e già questo, se vogliamo, è una spia culturale della non comprensione della disabilità, sempre quella che non va alle olimpiadi.
Invece il consigliere, una volta interpellato dalla Madre Isterica, ha ammesso che l'amministratore diceva una bugia a dire che non sapeva, perché se ne era eccome parlato; ma concordava sul fatto che non fosse tenuto e non avesse obblighi. 
E niente. Proprio niente. 
Sarebbe stato bello che venisse fuori che la faccenda è stata gestita con parti anatomiche che limitiamo ai piedi. Che, se è vero che la legge, penosamente, all'amministratore non impone niente, non c'è nemmeno una legge che imponga di tenerselo vita natural durante, costui: e quindi, sarebbe stato bello comunicare al gentilissimo amministratore che, a fine mandato, non era proprio tanto detto che il tutto venisse rinnovato. 
Non è stato bello. 
Invece sono partiti i discorsi fatti con la faccia di chi vorrebbe essere altrove che a parlare con questa noiosa di Madre Isterica, che si lamenta sempre ma che, del resto, ha il dovere di accettare la situazione e arrangiarsi. Grazie a Dio nessuno si è spinto all'analisi psico sociale della mancata accettazione e del grande dolore per la vita spezzata della figlia, povera donna addolorata, e quindi Isterica.
Grazie a Dio tali parole sono state fatte con gli occhi e non pronunciate.
Ma qualcuno ha comunque detto che tanto la famiglia si sarebbe trasferita da nonna, quindi non  c'erano problemi.
La quale nonna è passata a miglior vita.
Non sto scherzando.
Fine seconda puntata.
Buona Giornata.
Angela

lunedì 16 dicembre 2019

Participio presente di quel verbo lì.

Per fare i letterati di alto livello, diciamo Per Toutatis pensando a Quel Matematico Fiorentino e al suo piede sotto alla macchina. Meno male che è finita così, quando le Altissime Sfere ci mettono la mano, forse anche due, di mani. Però che spavento. Quei momenti che non è vero che durano un momento, a giudicare da quanto fanno invecchiare. Abbracciamo fortissimo Luana e i nostri Fiorentini preferiti. Fortissimo.
Siccome che la settimana è finita, torniamo alla storia della Ragazza Venuta Alta e i lavori dell'ascensore. Lo facciamo a puntate, per forza, perché i pensieri si affastellano.
È finita bene sul versante gestionale, perché la famiglia, che è brillantissima, ha trovato una soluzione in un mini appartamento attrezzato per disabili, appartenente ad un'associazione, spendendo quindi molto poco e con degli spazi congrui. E poi i lavori, invece che una settimana, sono durati tre giorni e due notti.
Per il resto, è finita male, tra l'indifferenza e la maleducazione.
La famiglia, proprio perché è brillantissima, si è mossa molto bene e, dopo le prime telefonate, nei contatti con l'amministratore si è fatta rappresentare da un avvocato del Tribunale del Malato.
Ne è seguito un carteggio, che vi riassumo. L'avvocato ha fatto presente che l'informazione è stata mancante, nel senso che è stata ufficiale solo dopo che la Madre Isterica lo ha saputo casualmente. Per cui, vista la particolare situazione che richiede evidentemente una particolare tutela, i lavori andavano posticipati per permettere l'organizzazione, poiché non urgenti..
L'amministratore non si è assolutamente scusato, ha detto che lui non sapeva nulla della situazione, che è stato fatto tutto come dovuto, anzi: organizzato benissimo, per limitare il disagio dei condomini anziani, che il lavoro non si poteva posticipare per una serie di penali economiche.
L'impossibilità di spostare il tutto era scontata dall'inizio, e ci si immaginava che il personaggio offrisse un qualche supporto alla famiglia, per esempio economico, esattamente come aveva suggerito Boog: oltretutto per una quota davvero minima, per la soluzione trovata dalla famiglia.
Al che l'avvocato ha fatto presente che non era vero che non fosse al corrente,  perché in assemblea se ne era ampiamente parlato; e che la situazione non era assolutamente sovrapponibile a quella di nessun altro condomino di qualunque età, per loro fortuna: per cui un'attenzione particolare era dovuta. 
Ve la sto facendo semplice, ma l'avvocato non ci è andato giù leggero.
Alla fine di tutto, l'amministratore ha detto che non aveva nessun obbligo, se non quelli dovuti alla normale cortesia (che per altro non ha mai mostrato: non si è scusato, non ha fatto alcun gesto educato); e che se si desiderava procedere in altre sedi, lui avrebbe risposto. 
E il dramma è che, purtroppo, è tutto vero: la legge sulla disabilità impone degli obblighi in molti ambiti (scuola, lavoro, sanità, esercizi pubblici), che poi magari non vengono rispettati, ma almeno esistono delle normative a cui attaccarsi. 
In questo caso no, vuoto giuridico totale: non c'è nessuna norma che dice che la disabilità vada tutelata in ogni ambito della vita quotidiana. Non c'è e basta.
Il sistema è mancante e lo è la cultura, in un circolo vizioso. Siamo nella situazione del defícere, il mancare: è quindi corretto dire che il participio presente di tale verbo latino, quello che finisce con -ente, si applica perfettamente a tutti gli aspetti della situazione. 
L'avvocato, furente per i modi utilizzati, ha però consigliato il non procedere in termini legali: perché, appunto, obblighi legali non ce n'erano, e quindi non c'erano colpe; e il danno morale, per il comportamento attuato, sarebbe stato talmente difficile da dimostrare che poteva portare ad un ulteriore grosso problema per la famiglia. Ed è stata un'opinione legale ponderata, ci ha pensato parecchio.
E quindi diventa difficile superare l'idea che la disabilità, non quella speciale che fa vincere le olimpiadi, ma quella che è malattia, non porti con sé un continuo sopruso. Se qualcuno vuole andare dalle Madri Isteriche a spiegare che tutto ciò rinforza il carattere ed è parte di un grande disegno è libero di farlo: consigliamo, però, di portare con sé un estintore, per auto spegnersi, metti mai che sulla strada incappi in un lancia fiamme.
Fine prima puntata.
Buona Giornata.
Angela

venerdì 13 dicembre 2019

Ma fosse.

Qui ieri venivano giù fiocchi sparsi, ma portati dal vento, e basta, per fortuna. Stanotte nulla, sempre per fortuna; in compenso cortile e strada sono lucide che altro che pattinaggio aggraziato. Sui Monti qui dietro, ma anche  su quelli Olimpici, viene che Dio la manda, e Paulo Aimo viaggiatore comunica che a pochi km ha già cominciato: per cui mi sa che è questione di poco. Noi siamo gommati bene, e meno male, perché altrimenti di qui non si esce e, soprattutto, non si torna. Speriamo caldamente, però, che siano gommati bene anche gli altri, e che, conseguentemente, stiano in strada.
Ve ne conto un'altra sugli Amici di Fabullo a scuola: ieri siamo entrati e lo stavo svestendo, arrivano due compagni di classe non  solo molto più alti di me, che non fa testo, ma più alti di chiunque. Lo prendiamo perché non stiamo in classe, andiamo a fare un'attività nell'atrio. Ok, tolgo la giacca ed è pronto.
E loro: però lì si aprono le porte, qualcosa deve avere per il freddo.
Giuro. 
Va bene, gli lascio la mantella davanti, così è calda e comoda e poi voi gliela togliete? 
Facci vedere come si fa.
Bottone qui.
Ok, va bene, andiamo, ciao.
E basta, hanno girato se stessi sulle lunghe gambe e la carrozzina e sono andati.
Ma fosse sempre così semplice, che ne so, con qualsiasi ufficio di scartoffie.
Buona Giornata.
Angela

giovedì 12 dicembre 2019

Secondo me.

Secondo me sono turùlu, e fin lì dubbi non ce ne sono, dice LA PAOLA, non servono le prove del campo di esistenza dell'affermazione.
Assodato questo, conseguentemente, secondo me non vi ho contato della gita che la coordinatrice di Fabu a scuola sta organizzando.
Quest'anno c'è la gita lunga, due giorni con una notte fuori e la coordinatrice ha pensato ad inizio anno di far partecipare anche Fabullino.
I pasticci sono quelli legati alla gestione, soprattutto notturna, e alla somministrazione dei farmaci, che è davvero complicata. E allora faremo che andremo anche noi in incognito: nel senso che Fabullo sta con gli Amici in pullman e noi li seguiamo con il furgone. Così, a destinazione,  nel momento in cui dovesse essere troppo stanco e fosse necessario fargli stendere le gambette, lo porteremo in albergo in anticipo a riposare per essere di nuovo pronto a stare con gli altri. Ma per tutto il resto del tempo verrà scorrazzato in giro dagli Amici, che sono scioltissimi con lui.
Così è stata scelta Monza come destinazione, che è vicino ed è in pianura. Ma i ragazzi non ci rimarranno male perché non si va più lontano? Ma vah, basta andare in gita!
Per cui sarà in primavera e speriamo che Fabu stia benissimo per questo viaggio.
Duomo e corona ferrea e altre cose che non mi ricordo, perché, effettivamente, basta andare in gita!
Ieri sera nevicava, ma stamattina non c'è nulla per fortuna. Fa un freddo becco, ma deve essere solo un'impressione di quelli vecchi e stanchi come me: perché gli adolescenti sono usciti e passati per la strada tutti con le calzette corte. Ergo, non può fare freddo.
Buona Giornata.
Angela

mercoledì 11 dicembre 2019

Non si fa.

Confronto in una delle discussioni in rete del Terzo Settore, di Quelli Che Fanno, solo del Nord Italia, altrimenti diventa troppo complesso.
Situazione in cui noi, come piccola onlus, non possiamo entrare, ma possiamo riflettere.
Storia raccontata da un'associazione che si occupa principalmente di anziani soli, ma il discorso si potrebbe estendere, ovviamente: ad esempio perché i bambini disabili o muoiono o invecchiano, come sono antipatica.
Quindi: servizio territoriale (quello strutturato) che non garantisce più l'assistenza domiciliare continuativa agli anziani ma solo a progetto.
(Attenzione: voleva comunque dire un'oretta al giorno, non chissà che.)
Sostanzialmente: per mancanza di fondi quell'utente è in carico per tre mesi, fino a conclusione del progetto e poi basta e si aspetta un nuovo progetto.
Ma questo può farlo la realtà in più, il mitico Terzo Settore, con i volontari che o sono gli assistenti diretti, o sono quelli che cercano i fondi.  Non un ente pubblico che esiste per quello.
E invece no, dicono Quelli Che Sanno, non possiamo più. 
Va bene, prendiamone atto: prendiamo anche atto che, in questo assurdo mondo progettuale non si possa dire che metto i fondi tutti lì perché sono vitali e non nell'incontro serale sul sostegno partecipato a cui gli utenti non partecipano. Andiamo oltre.
L'associazione che raccontava la faccenda ha fatto quello che fanno le Streghe: va bene, cerchiamo più fondi per essere maggiormente di supporto a fianco del territorio. Per farlo ci mettiamo a scrivere un progetto dettagliato. Però ce li fornite, i dettagli: perché dobbiamo integrare, quali sono i fondi che sono calati, in base a quali parametri sono stati scelti gli utenti che vengono assistiti nel singolo progetto. 
Tutto fermo. Dati non pervenuti. Che non pervengono nonostante ulteriore richiesta.
Quelli che fanno peccato pensando male, che hanno ascoltato attenti la storia, hanno fin il dubbio che certe volte certi utenti non vengano scelti perché il figlio si è lamentato perché l'assistente è stata cambiata innumerevoli volte, su un utente poco orientato che viene ancora più disorientato dai cambiamenti. Insomma, un figlio noioso.
Quelli che pensano male dovrebbero ricordarsi che a Natale non si fa.
Buona Giornata.
Angela

martedì 10 dicembre 2019

Amarissima, la riflessione.

Riflessione sulla storia dello standing: la signora delle nostre autorizzazioni è veramente meravigliosa. Ha sempre mandato avanti tutto in un contesto magari non semplice, è sempre stata puntuale nelle procedure in modo da mandare tutto ai medici che devono fisicamente mettere la firma, e lei aveva già verificato tutto con competenza. Insomma, brava, davvero. Con mezza Italia che diventa matta in situazioni analoghe: solo per capirci, pensate alla signora Dàgli Una Spinta per mandare avanti quel letto troppo corto. Ecco, noi invece, con il nostro ufficio, andavamo benissimo.
Prima riflessione, la solita: la procedura andava bene grazie a quella persona specifica,a dimostrazione che, quando non funziona, si potrebbero verificare le competenze.
Seconda riflessione, amarissima: le persone che portano avanti il proprio lavoro come andrebbe fatto non possono farlo, perché non sono messe in grado di lavorare. Ad esempio perché salta un pezzo di scotch in un ingranaggio che sta insieme per miracolo. E fermiamoci qui, all'analizzare l'impatto sociale della faccenda; perché poi ci sarebbe anche la frustrazione di chi ci prova a lavorare bene, ed è impossibilitato a farlo. 
Ehhh, ma Signora Mia, è così dappertutto, è inutile che stiamo a dire sempre quelle, dicono Quelli Che Sanno. Vero, dico io: è così dappertutto, ma quando il problema ricade su chi parte già male, i fragili, i disabili per esempio, è tutto più significativo. Ed è vero che sono sempre quelle, ma proprio per questo bisogna continuare a dirle: finché non cambiano. Anzi: oserei dire che sono proprio Quelli Che Sanno che dovrebbero dire, fare presente, verbalizzare, evidenziare dati. Mentre invece la loro risposta è sempre Non è nostro compito: così non è mai tanto chiaro quale sia, questo benedetto loro compito.
Buona Giornata.
Angela

lunedì 9 dicembre 2019

Meglio partire leggeri.

Cominciamo leggeri, perché in realtà cominciamo la settimana con una grana che non so come risolvere, che mi sento già che sta arrivando il mal di testa da pensieri che si incrociano si scontrano si aggrovigliano e non si sgrovigliano più.
Problema standing di Fabullo, che non sta arrivando l'autorizzazione. Negli anni abbiamo risolto tantissimi problemi riguardo agli ausili: non abbiamo più problemi con i tecnici ortopedici, perché quelli a cui ci rivolgiamo ora sono bravissimi e fanno veramente squadra così terapisti, dedicando all'analisi di ogni ausilio tutto il tempo che serve. Non abbiamo più problemi con le prescrizioni, perché i terapisti pensano al raccordo con i medici e preparano delle relazioni che sono perfette per giustificare ogni  scelta. Insomma non ci abbiamo dormito, ci abbiamo lavorato tanto, e le soluzioni, per fortuna, le abbiamo trovate: e non era mica scontato, perché nel Mondo All'Incontrario non sta scritto da nessuna parte che facendo le cose bene si ottengono risultati.
Questa volta, con lo standing,  abbiamo avuto problemi con l'azienda produttrice: che ci ha fatto aspettare più di 3 mesi per fornirci l'ausilio per fare la prova. Per carità, tutto giustificabile, perché l'azienda ha avuto enormi problemi economici,  ha chiuso e poi riaperto, e in questo momento la manodopera non è ancora tornata nell'organico precedente; diciamo che non è giustificabile che sia così complesso importare, o avere da un'altra azienda un ausilio analogo, con gli stessi codici e che quindi rientri nello stesso budget di spesa.  Fatto sta che sono passati mesi. Quando è arrivato abbiamo avuto la prescrizione in un secondo e subito l'ho portata ad autorizzare.
E lì cadiamo nell'unico problema che non avevamo mai e poi mai avuto, e che non so veramente come risolvere. Perché, mentre in mezza Italia si aspettano le autorizzazioni per un tempo infinito, nella nostra ASL ci mettevamo 10 giorni, che comprendono anche i due giorni di spostamento dalla pratica da Caluso alla sede centrale di Ivrea, dove l'autorizzazione avviene, così non dovevamo portarla direttamente a Ivrea noi. L'eccellenza non stava nel sistema, ovviamente, altrimenti funzionerebbe dappertutto;  o meglio dappertutto potrebbe funzionare così se ci fosse la stessa competenza: nel senso che, in quello specifico ufficio, noi abbiamo una signora bravissima, competente, rapida nel fare i lavori, che sa come farli e veramente offre un servizio brillante sotto tutti i punti di vista, perché è anche gentile quando le si pongono delle domande e ha sempre le risposte. Il problema è che ora deve occuparsi anche di altre mansioni per cui chi è andato in pensione non è stato sostituito, e quindi, oggettivamente, il cumulo di lavoro che ha va al di là della possibile efficienza: perché uno può anche essere bravissimo, o semplicemente compiere il proprio lavoro come andrebbe fatto, ma comunque da Torino a Roma in un'ora in auto non ci si può andare, nemmeno con tutto l'impegno del mondo. E quindi tutte quelle scartoffie non possono essere preparate da una persona sola in poco più di una settimana, come accadeva prima, poiché quella persona sola deve fare altri miliardi di scartoffie.
E il risultato è che Fabullo non sta sullo standing da giugno, e sta facendo molta fatica anche ad andare sul girello, perché non fa più esercizio sullo standing. E, come tutti quelli che stanno in carrozzina, è a rischio osteoporosi, e lui non ce l'ha proprio perché lo mettiamo in piedi;  ma adesso non lo mettiamo in piedi. E passata questa settimana sarà praticamente Natale, e quindi addio. 
E quindi invece che mettermi a piangere preferisco cominciare leggera,  e pensare a Donna Paola, che scende in pigiama e babbucce, che qui si chiamerebbero patèrle. E soprattutto pensare alla faccia del Gino che l'ha vista uscire.  E dire che sia sempre benedetta, perché ci sta regalando questo momento di buon umore, e sappiamo tutti che la famiglia con il bambino cestista racconterà per sempre di questo bellissimo incontro. Incontro con le paterle, si capisce.
E poi speriamo che Luana a Firenze non abbia avuto nessun problema con le scosse di terremoto. E vi abbraccio tutti quanti.
Buona Giornata.
Angela

venerdì 6 dicembre 2019

Nel dubbio.

Stamattina facciamo i filosofi. O i poeti. Se volete, i qualunquisti che si accontentano delle piccole cose. 
Nelle varie corse di ieri sono passata a comprare un paio di provviste. Ho dato la solita occhiata che si dà alle casse, e ho scelto quella dove c'è la cassiera che mi è simpatica tantissimo. Che non conosco, non so come si chiama, dove abita, che fa. So solo che quando c'è, io vado in quella fila, come appunto ieri. 
Perché sorride, facciamo due parole sul nulla, è gentile con giovani vecchi lenti veloci isterici antipatici, è gentile lo stesso. 
Insomma, il tutto dura pochi minuti e poi io sto contenta tutto il giorno. 
Quella teoria degli atti di gentilezza a casaccio: ecco, io ci credo ciecamente. 
Perché, ovviamente, sono tutte teorie, quelle robe da feisbùc. Però: siccome che ero più contenta, ho guidato più tranquilla pure in tangenziale; mi sono arrabbiata meno quando Fabullo ha strappato apposta il libro dei paperi; non ho avuto mal di testa nonostante la fatica; ho fatto dei conti per le rendicontazioni mettendoci la metà del tempo; ho trovato al volo in numero di telefono per un ufficio per una mamma, che così ha chiamato prima della chiusura.
Per esempio: magari l'aver guidato tranquilla ha fatto guidare meglio qualcun altro che non ha fatto il pericolo pubblico. Magari no, perché non c'è rimedio alla poca intelligenza, talvolta. Ma magari sì.
E, allora, io, nel dubbio, alla gentilezza a casaccio ci credo, e scelgo quella fila alla cassa.
Buona Giornata.
Angela

giovedì 5 dicembre 2019

Confidare negli esseri pensanti.

Stamattina è arrivato il ghiaccio sul serio. E noi non abbiamo ancora coperto la mimosa: che ormai è grande, dobbiamo coprire solo la parte del terreno. Tra la pioggia e il fatto che siamo degli inadeguati, o per la carità: sabato, che c'è stato il sole, sono arrivati i vicini, con tanto di trattore, e hanno sistemato un bel po' di roba. La sottoscritta, l'inadeguata doc, non mette i piedi vicino alla mimosa da mesi. Si tratta di fare due passi dal letto di Fabullo, mica di più.
E vabbè, lo faremo. L'alibi di stamattina è che sì, è vero, c'è il ghiaccio, ma non è ancora quel sottozero che dura 24 ore, le piante sopravvivono nonostante noi, e su questo dubbi non ce ne sono. Tanto oggi preparo Fabullino, lo porto a scuola, volo in ospedale per il ritiro farmaci, riprendo Fabullino e lo porto in terapia, rientriamo ad ora di cena e ritroveremo la colazione ancora da sparecchiare, perché l'unico obbiettivo che mi pongo è la gestione del bucato.
Per questo confido nelle piante: sono esseri pensanti, è dimostrato; per cui mi guarderanno in faccia e capiranno che se la devono cavare. Le piante ti guarderanno in faccia, mia cara?, dice LA PAOLA. Si capisce, dico io, bisogna confidare. 
E pensare che è un dato di fatto che alla mezzanotte ieri è finito, siamo a dicembre, ed è un giorno in più che abbiamo passato a casa nostra: e per la nostra media dicembrina non trattasi esattamente di un dettaglio.
Buona Giornata.
Angela

mercoledì 4 dicembre 2019

Le Competenze.

Giuro che sono stata bravissima. Ho superato ogni aspettativa. Nella giornata mondiale per la disabilità non ho detto che io la festeggio tutti i giorni. Non ho nemmeno detto che non so se posso festeggiarla, perché si parla sempre e solo di quelli che fanno in modo diverso e mai di quelli che hanno bisogno di tutto. E nemmeno che per noi che abbiamo bisogno di tutto, handicappati, inabili, chiamateci come accidenti volete che poco ci importa, le feste comandate sono quanto di più odioso si possa immaginare, figuriamoci se ne vogliamo un'altra, di festa comandata. 
Non l'ho fatto.
Quello che invece ho fatto è stato dire che la disabilità richiede rispetto. Perché, detto squallido, nessuno di noi può sapere cosa potrà succedergli tra mezzo secondo; perché chiunque di noi può essere prigioniero di un corpo, e di mille pensieri che vanno come quelli dei normali, mentre il corpo sta lì pietrificato. 
E rispetto vuol anche dire attenzione, perché i disabili hanno bisogno di attenzioni diverse, non dobbiamo avere paura di dirlo, altrimenti va a finire come per l'amministratore della Ragazza Venuta Alta, che non ritiene opportuno avere specifici doveri. Se  vogliamo fare sempre il mitico discorso che i disabili non devono sentirsi diversi dobbiamo avere per loro attenzioni diverse da quelle, forse scarse, che attuiamo di solito.
E, soprattutto, rispetto vuol dire competenza, da parte di Quelli Che Sanno, che appartengano a qualunque categoria, di ogni ordine e grado. Competenza nel come si viene toccati e accuditi; competenza nella pianificazione della politica assistenziale, che sembra sempre che si parli di qualcun altro. Competenza quando si dice che non si riesce a includere abbastanza perché poi non c'è la partecipazione sperata: senza chiedersi se l'iniziativa sia utile e mirata. Competenza quando ancora si dice che la fisioterapia è utile un po' e poi basta, perché non ci sono gli studi che davvero serva.
Ecco, la competenza è anche il coraggio di dire che un servizio erogato non è del tutto congruo, da parte chi quel servizio lo dirige; perché solo ammettendo si può provare ad andare in una direzione diversa. Sempre per essere squallidi, è incompetente chi dirige un servizio che manda in giro una che dice Come Sei Venuta Alta, così ci capiamo. 
È competenza proporre qualunque impegno, appuntamento medico, sociale, o l'ascensore, concordandolo: perché le esigenze sono diverse da quelle degli altri, e l'organizzazione più complessa. Ma di molto.
Altrimenti il rispetto non c'è, ed è inutile fare i filosofi. 
Buona Giornata.
Angela

martedì 3 dicembre 2019

Sempre maestri.

In questi giorni Fabullo sta stranamente bene: calma: fare festa è un'altra cosa, però mangia bene, dorme qualche ora di seguito, è di buon umore, si entusiasma per le cose che gli piacciono. Come sempre in questi casi, noi cogliamo l'attimo, maestri in quest'arte suprema: banalmente, dormiamo anche noi qualche ora di seguito; banalmente, invece che sembrare più vecchi di 20 anni, lo sembriamo solo di 15; banalmente, ieri ho avuto le energie per lavare con lo spazzolino un angolo di pavimento. 
Detto tutto questo, ci chiediamo un po' perché: mica perché siamo filosofi. Piuttosto perché, come tutte le sante volte, forse se capiamo riusciamo a prolungare l'esperienza. Se capiamo, forse, lo aiutiamo a soffrire di meno.
Quindi, come tutte le volte, ci siamo messi a pensare a che cosa abbiamo fatto di diverso:
sostanzialmente niente
L'unica cosa che è cambiata da un po' è che è stato programmato il baracchino per dare una stimolazione diversa, un pochino più intensa, dalle 7 alle 9:30 del mattino, che è il momento in cui i tracciati di programmazione del baracchino stesso hanno rilevato più crisi.
Visto dall'esterno, non è successo nulla: nel senso che le crisi del mattino ci sono sempre e sono veramente disturbanti, come peraltro quelle di tutta la giornata.
Però noi le crisi non le vediamo sempre tutte, perché il baracchino qualcosa ferma. Per cui chissà se ferma più del solito, e dopo circa due mesi di programmazione in questo modo si vedono i risultati.
E quindi torniamo al punto di partenza per non sbagliare:  che cogliamo il mitico attimo.
Buona Giornata.
Angela

lunedì 2 dicembre 2019

Quell'ambito lì.

Sono proprio interessanti le riflessioni di Salvatore Astronomo Ufficiale: si parte da un'evidente intelligenza cosmica, nel senso di regola che porta immense distanze di spazio e di tempo a regolarsi le une sulle altre, con spostamenti e aggiustamenti di masse non indifferenti. E poi si arriva all'idiozia di un amministratore e di un locatore che non hanno trovato nessuna legge fisica e chimica  che li portasse ad elaborare il pensiero, e la conseguente azione, di alzare il telefono e parlare con la famiglia della Ragazza Venuta Alta per fare un lavoro non urgente. Perché, come dice Boog, sempre saggio (sarà il meditare sul Grande Fiume che sempre corre e scorre, fatto sta che sempre saggio è), la soluzione c'era. Probabilmente, anche più di una.
Anche perché la famiglia è educata, intelligente, con "pretese" corrette; famiglia che non dice che non vanno fatti i lavori, ma semplicemente che si possono pianificare. Anche perché, appunto, sono esclusivamente di ordine di dignità e estetica: non ci sono le corde usurate, per intenderci, e non si è aperta una voragine sotto la casa per un terremoto, sempre per intenderci.
Quando sono successe momentanee urgenze, che comunque si sa che capitano, per cui l'ascensore si è piantato per qualsiasi motivo e l'azienda è sempre intervenuta in fretta, ma comunque il tempo di lavorare ci vuole, la famiglia non ha mai battuto ciglio; ha perso magari i soliti dieci anni per la fatica, ma non è stata quella che si è messa a dare colpe. Se si sono trovati bloccati in casa, la Madre Isterica ha passato le sue belle ore al telefono a spostare impegni. Se erano fuori, hanno trovato seduta stante un posto confortevole, e accessibile,  in cui passare del tempo. 
Questa volta è diverso. Ed è vero che è  un dato di fatto che non sia possibile provare  che si tratti di una dimenticanza (mah) o di menefreghismo (eh): ma qualunque sia la spiegazione, è evidente che si rientri nell'ambito dell'idiozia. Quando ci vuole, ci vuole.
E  vediamo un po' come andrà a finire.
Oggi Fabullo fa la vacanza: perché a Caluso c'è la fiera di San Nicola, ed è tutto chiuso perché non si arriva da nessuna parte. È una bella festa, in cui non ci avventuriamo per il freddo e la complessità (e perché non ci avventuriamo da nessuna parte da un bel po'): e per fortuna non piove, perché ieri non ha smesso nemmeno per un secondo. Insomma, la fiera in cui si chiacchiera e si comprano i dolci, per intenderci. 
Nel nostro mondo all'incontrario, è un po' un impiccio perché il lunedì è uno dei due giorni settimanali in cui posso concentrare un po' di cose da fare. E vabbè. 
Buona Giornata.
Angela