Ieri sera ho staccato i contatti con il mondo alle dieci e
mezza perché sono andata a trafficare con le valige. E poi a leggere un pochino
e poi a dormire.
Così i giornali li ho aperti stamattina all’alba. È scontato
dire che non ci sono parole. Che siano di tristezza, di rabbia, di incredulità,
non ci sono parole lo stesso. Perché le diciamo e le pensiamo una volta di più,
ma quanto pesino queste parole e questi pensieri , chi lo sa.
E poi: è vero, lo sappiamo, cosa fa il terrore, che ti mette
sempre il pensiero del Chissà se sarebbe meglio se evitassimo di andare lì perché
è pericoloso. Ed è proprio la cosa più sbagliata da fare, è darla vinta al
terrore.
Però diciamolo: poi lo pensiamo, almeno un po’, come si fa a
non pensarlo.
E ancora poi: è vero che il mondo è diventato piccolo, che
possiamo essere tutti ovunque; e che siamo una grande anima, e che il dolore è
dolore ovunque, anche se sembra geograficamente lontano. Però ammettiamo anche
questo: che Nizza è proprio qui dietro, che non possiamo non pensarlo. Che è un
posto in cui si potrebbe scappare per un fine settimana; ma anche per una gita
giornaliera lunga e faticosa, ma fattibile. Che, insomma, a Nizza davvero
potrebbe esserci chiunque. E infatti, guarda caso, siamo qui che pensiamo a
tutti quelli in giro per la Costa Azzurra in questi giorni di vacanza. Insomma,
diciamolo pure, che il terrore ce la fa a farci pensare quello che non
vorremmo.
Invece volevo contarvi che Fabullo ieri, e l’abbiamo detto
ieri sera quando l’abbiamo messo a letto perché ormai era fatta, ha avuto una
buona giornata. Allora: sempre tante crisi; sempre un’ora di sonno abbondante
prima di pranzo e due dopo pranzo perché l’ho svegliato io per portarlo in
terapia.
Però era davvero molto ma molto brillante quando non aveva
le crisi. E ieri sera era isterico che non andava bene niente, al punto che
abbiamo misurato la febbre, gli abbiamo chiesto se voleva andare in bagno,
insomma tutto quanto. E poi invece aveva una fame pazzesca, che non facevamo in
tempo a dargli la forchetta che l’aveva già messa in bocca. E anche il pranzo
era stato ottimo, che, a casa, di solito, è poco più di uno spuntino di questi
tempi: e già ci lecchiamo le dita, ricordando i precedenti.
Insomma, brillantissimo, anche in terapia, nei momenti senza
crisi. Abbiamo subito pensato alla riduzione della dintoina, e sarebbe
meraviglioso: però qualche dubbio ce l’abbiamo, perché sono poco più di tre
giorni, e l’abbiamo ridotta solo di un sesto rispetto alla dose giornaliera
precedente. Diciamo che ci piacerebbe tanto che fosse quello, però bòh.
Oppure il freschetto: perché in casa noi stiamo sempre bene,
ma è certo che con l’aria frizzantina si sta meglio. Oppure è stato un caso, e
speriamo di no.
Oppure l’effetto gru di ieri mattina, e lì la vedo dura, più
che altro perché organizzare un cantiere al giorno, tra l’altro a spese dei
vicini, màh, so mica se riusciamo: così ieri mattina c’erano camioncini, un
piccolo scavatore, la piccola gru. Insomma, colazione alla finestra in prima
fila, non vi dico l’emozione.
Poi terapia e ritorno sotto una bufera di vento che non
potevamo andare a più di novanta all’ora
in autostrada perché altrimenti il furgone non stava in strada.
Oggi riposo e funziona così: che domani mattina partiamo,
Piesport è sul lato ovest della Germania ai confini con il Lussemburgo. Per cui:
saliamo dalla Svizzera dal nostro confine valdostano; l’attraversiamo tutta, a
Basilea arriviamo in Francia e ci fermiamo a dormire. Domenica mattina
viaggiamo attraverso la Francia, a nord, entriamo in Germania e arriveremo nel
pomeriggio. La teoria è che avremo internet, la pratica poi ve la dico. Per cui
vi diamo nostre notizie appena
possibile.
Ovviamente speriamo di riuscire a gestire Fabullino,
soprattutto in viaggio con il cibo: ne è sempre stato felice di fare delle
sorte di picnic, però chi lo sa, adesso è così sufflìno. Insomma, ci proviamo,
e speriamo di farlo contento, ecco.
Buona giornata.
Angela