venerdì 28 aprile 2017

Operazione: riconoscere le cose buone.



Grazie, che bello che ci siete. Che ci siete sempre e comunque, anche se siamo noiosi come la pece, se non riusciamo più a vivere grandi avventure quotidiane da raccontarvi. O, per lo meno, se non riusciamo a viverle in questo momento, mettiamola così, lasciamo delle porte aperte.
Ieri è andata meglio a scuola, e peggio in fisioterapia: per cui il bilancio è sempre bòh. Se preferite: màh, senza complimenti. Stanotte è andata un pochino meglio: nel senso che si è svegliato solo 380 volte e non 400. Dobbiamo dare atto agli impegni delle altissime sfere per migliorare la situazione, insomma!!!!!!
Tutte le cose che sono andate bene: ha mangiato, questo sì, grazie a Dio quell’allarme è davvero rientrato.
Poi è venuto giù il diluvio universale, tonnellate d’acqua, ma mai nei momenti in cui dovevo movimentare Fabullo.
Poi non sono riuscita a stendere perché non sono riuscita ad asciugare: e non è granchè come storia, si sa. Ma ho usato quel quarto d’ora per leggere Asimov, ogni tanto metto in cantiere un volume della Fondazione, e quella è stata un’ottima cosa.
Ho selezionato del materiale che ai terapisti e ho chiesto i preventivi, azione iniziata e conclusa, senza perdermi per la strada.
Ho archiviato i bilanci della onlus, fatto.
Ho cucinato dei meravigliosi spaghetti alla chitarra che hanno felici tutti: che vuol dire che ho aperto il sacchetto della pasta e un barattolo di sugo pronto, però, che dire, erano ottimi.
La Michi ha ricevuto la convocazione per la certificazione di inglese della prossima settimana e siamo tutti emozionati.
Ci sono i boccioli in un’altra  serie di piante che sono venute fuori a gennaio e siamo lì che aspettiamo di capire cosa siano: ovvio che le ho piantate io, ma non mi ricordo più.
Ieri sera, rientrati dalla fisio, Fabullo ha ascoltato le nostre chiacchiere per almeno 10 minuti senza fare ammattire: è un record assoluto in questi giorni, magari era talmente stanco che non riusciva a fare l’isterico, ma stavamo lì con il cuore in gola aspettando che cominciasse a lamentarsi, e sono passati 10 minuti, non ci sembrava vero.
Insomma, ci sono state delle cose buone, bisogna riconoscerlo.
E domani è sabato, che vuol dire che ogni momento possibile sarà dedicato alla latitanza per recupero sonno.
Buona giornata.
Angela

giovedì 27 aprile 2017

Quelli lì.



Uhhhhh…. Lo so che siamo noiosi e sono sempre quelle. Però è vero.
Stiamo proseguendo con questa fase da isterici, ma tanto. Proprio tanto. Anche stanotte è stato un delirio.
Di giorno, a casa, è sempre, dico sempre, arrabbiatissimo, con una faccia offesa, che si lamenta. Quando entra qualcuno in casa, e lo vede così, chiede “Fabullino, che succede?”. Lascia perdere, è così. Ma così, tutto il giorno? Chiesto con le facce sconvolte.
Ovviamente, che sia l’uovo o la gallina, il cane o la sua coda, o quelle storie lì, chi lo sa. Nervoso per le crisi, e quindi più stanco, e quindi più nervoso ancora? Chi lo sa.
 A noi sembra, dico sembra, che dopo i primi giorni di frisium in cui è stato un pochino intontito, sia davvero diventato isterico: ma schizzato, di quelle robe incontrollabili.
La prossima settimana ne parleremo con la dottoressa: che, immagino, chiederà tempi di valutazione più lunghi, e noi, a pensarci adesso, ci spareremo. Magari glielo dico: guardi, noi ci spariamo.
Insomma, sapete quelle storie quando uno non si ricorda più quando ha dormito l’ultima volta? Ecco. Che poi io mi ricordo: le mitiche undici ore del 25 aprile. E poi sono bastate le successive 48 ore di devastazione e siamo degli stracci. Con tutto che fa male, la nausea da sonno, che non riusciamo a pensare a nulla che non sia riposare, che anche solo l’idea di vestirsi è stata una sfida galattica, insomma, avete presente?
Di quelli che viene da pensare Ma guarda che tizi noiosi, sempre con la faccia cupa, che non gli si può parlare? Bingo, quelli lì siamo proprio noi.
Buona giornata.
Angela

mercoledì 26 aprile 2017

Benedetto riposo.



Di nuovo in pista per qualche giorno, e poi Dio salvi il prossimo ponte. Che le vacanze sono qualcos’altro, ma almeno siamo a casa in due.
A noi piace la Festa della Libertà: appunto mai scontata; per ricordarci di ringraziare per ciò che, ecco, ci sembra banale: ad esempio di poter pensare, e dire, ciò che pensiamo. Che magari, troppo spesso, sicuramente, purtroppo, poco cambia: ma intanto possiamo farlo, ci è concesso. E anche per ricordarci di Resistere  a tante cose: alla disinformazione, che tante volte coincide con la marea di informazioni che ci travolgono; alla polemica aggressiva e sterile su ogni cosa, che ci vorrebbe schierati immediatamente senza darci il tempo di pensare mai; alla rassegnazione, alla tristezza, alla schiavitù del malessere che ci provocano le parole altrui.
Noi non so se siamo bravi a resistere, forse qualche volta sì e qualche volta meno: soprattutto la tristezza, ogni tanto è un’onda violenta, altre volte più leggera ma implacabile.
Sappiamo anche che potremmo fare di più, tante volte: che ne so, siamo qui tutti contenti perché il 2 maggio dovrebbe (il condizionale ci vuole, oh come ci vuole) arrivare il mitico seggiolino del bagno: ma siamo senza da agosto, che ci sia da gioire non lo so. Forse potevamo essere più determinati, scrivere a tutti i giornali, al Ministero, al Presidente, a Papa Francesco, ad Amnesty International, a qualunque sindacato, federazione, club delle Giovani Marmotte e chi ne ha più ne metta.
Ecco, forse la cosa più difficile a cui Resistere, per tutti quanti, è la stanchezza: quella chi ci fa lasciar perdere. È davvero l’arma più terribile che possa essere usata.
Ad esempio ieri, davvero, è stata una giornata in cui la sottoscritta è stata piuttosto bene, come non capitava da un po’: probabilmente perché ho dormito undici, dico undici, ore. Che è un’ottima ricetta: solo che non è proprio ripetibile tutti i momenti, richiede una bella serie di contingenze cosmiche.
In compenso, Fabullo è stato idrofobo, non ci viene in mente un’altra definizione: nervoso da morire, ne fosse andata bene una, dico una. I vicini, che l’hanno visto, hanno mandato una processione di amichetti a salutarlo: neanche quelli andavano bene.
Con il cibo ce la siamo cavata bene, al momento possiamo dichiarare il pericolo scampato: in questi giorni, in cui facevamo colazione tardi, con calma, ed era abbastanza affamato, ne abbiamo approfittato per propinargli subito delle robe belle caloriche, tipo l’uovo, come i bambini nordici. Cogli l’attimo.
Le crisi sono tante, ma forse un pochino meno di due settimane fa: è isterico, ma tantissimo. Che sia solo nervoso, o nervoso perché è stanco, boh. E nervoso perché sì, o nervoso per le crisi, o nervoso per il farmaco. La prossima settimana ne parliamo con la dottoressa.
Insomma, proviamoci.
Buona giornata.
Angela

lunedì 24 aprile 2017

Mica storia superata.



La Michi, assai contrariata, assai tetra, assai verde di rabbia, è andata a scuola: perché a Ivrea la facciamo lunga con il carnevale, e poi va   a finire così.
Invece Fabullo è in vacanza, e anche Paulo Aimo Operativo, e veramente ci serviva avere un po’ di giorni di seguito di riposo senza impegni per tirare il fiato. L’ultimo mese è stato bello duro.
Continuiamo a cavarcela. Con il cibo siamo tranquilli: niente di eccezionale, ma riusciamo a non sederci a tavola con l’angoscia. Fabullo è solo triste, drammaticamente triste. Quanto non stia bene non lo sappiamo, o quanto sia solo triste. Che poi “solo triste”, a 12 anni, non è che sia proprio una grande prospettiva. Ieri l’abbiamo messo un po’ fuori e, così, sono venuti i bambini a trovarlo: funziona sempre che, se il cancello è aperto, è il segnale che Fabullino riceve. E tutti un giretto lo fanno. Anche solo mezzo secondo di entrata, carezza, e ripartenza. I bambini giocano lì in giro, così lui li vede. E, in quel mezzo secondo, noi tiriamo il fiato: Dio salvi il vicinato, che capisce al volo senza bisogno di parole.
Solo che, ecco, ieri non andava bene neanche quella: sono venuti i bambini e lui si è sempre lamentato.
Vabbè. Abbiamo preso l’arietta, discusso su dei fiori che stanno sbocciando, che nessuno sa che cosa siano, forse iris, che sono stati piantati molto tempo fa, perché   uno aveva dei bulbi in mano e li ha messi lì. Poi sono arrivate le foglie e mai i fiori, ed è già abbondantemente passata una stagione: e io non sapevo mai se tagliare o non tagliare. E da ieri ci sono i boccioli, e quindi vediamo. Adesso dire se qualche metro quadro di giardino abbia un’impronta artistica o sembri più zappato e piantato senza cognizione, e chi lo sa. Io dico a tutti che chi vivrà vedrà, o voi di poca fede.
Domani festeggeremo la Liberazione: perchè noi ci crediamo ancora, e pazienza se c'è chi dice che sono storie superate e bisogna andare oltre. A noi sembra che alcune grandi cose  non vadano mica date per scontate.
Buona giornata.
Angela

venerdì 21 aprile 2017

Il nostro programma intensivo.





Ieri mattina abbiamo fatto un bilancio con la scuola: il cibo è accettabile; ha sonno ma poi, a scuola, gli passa; le crisi sono sempre quelle, per cui non riesce a concentrarsi su nulla.
A cui dobbiamo aggiungere che a casa è insopportabile, un capriccio continuo; anche ieri in fisioterapia: da abbattere, sono andati tutti a vedere se lo stavano pelando vivo senza previa bollitura.
Per cui ho aggiornato la dottoressa sui cambiamenti dopo l’introduzione del frisium: chiedendo se è quello che si aspettava dopo una settimana. E lei ha risposto che almeno una decina di giorni dobbiamo prenderceli, e quindi ci riaggiorniamo il 2 maggio.
Per cui vediamo.
Adesso abbiamo davanti a noi qualche giorno di vacanza: e stavolta sul serio, perché anche Paulo Aimo Operativo è in ferie e non abbiamo preso nessun tipo di impegno, scansando tutto diligentemente come le gocce d’olio nell’acqua. Per cui si dorme a cottimo, con un programma di sonno intensivo a successivo rilascio graduato.
Buona giornata.
angela