Giovedì abbiamo cercato di darci dentro con tutte le cose da
fare, in modo da riposare finalmente un po' nel fine settimana.
Poi è arrivato venerdì, in cui pregustavo il fatto che il
sabato sarebbe stato meno delirante del solito, perchè potevo portarmi avanti. Almeno un po'. Fatto salvo l’accudimento
di Fabio, i bagni, il cibo, i farmaci.
La premessa della premessa.
La peg di Fabullo, quella definitiva messa in ospedale dopo
l’incidente del tutto tappato, era definitiva come tipologia: di per sé va
cambiata periodicamente, perché si usura e si rompe la parte interna, e quando
si rompe, appunto, si cambia.
E’ una procedura semplice, che molte famiglie imparano a
farsi da sole, per non andare apposta in ospedale. Il Medico Santo Subito ci
avrebbe insegnato lui e, comunque, sarebbe sempre stato a disposizione in caso
avessimo problemi.
Però le dietologhe di Ivrea non erano troppo convinte, Di
solito noi preferiamo che i pazienti vengano da noi.
Portate pazienza, ma spostare Fabio non è una passeggiata, l’accesso
dal Pronto Soccorso per lui ha comunque dei rischi, se capita in un momento in
cui Voi non ci siete, deve arrivare il reperibile di turno e, intanto, appunto,
facciamo fare a Fabio sala d’attesa in un posto che non è proprio logico. Non siamo
matti e soli, abbiamo un ottimo supporto territoriale con il Medico Santo
Subito, siamo fortunati.
È vero, lui è bravissimo, allora facciamo insieme solo il
primo cambio, così ne approfittiamo per fare la presa in carico e il passaggio
dall’ospedale infantile, per conoscere il paziente e procedere con la burocrazia
per le forniture.
Siamo perfettamente d’accordo, però facciamo un cambio
programmato, perché magari si rompe la notte di Natale.
Per varie ragioni, questa visita con cambio è slittata un po'
di volte. L’ultima volta doveva essere oggi, ma abbiamo spostato a lunedì 19.
Le dottoresse sono gentilissime: portate pazienza, per essere tranquille in
questo primo cambio vogliamo essere in due, e il 12 non ce la facciamo. Tanto ci
stiamo comunque muovendo in anticipo.
Va benissimo, per noi è uguale.
Cos’è successo venerdì mattina?
Che, ovviamente si è rotta la peg.
Avevo dato tutti i farmaci, stavo mettendo acqua per dare
poi un po' di colazione per bocca, e ho visto tutti i pantaloni bagnati, e ho
visto il tubo che zampillava, come il tubo dell’acqua dell’orto quando si taglia.
Non si era rotta la parte interna che poteva usurarsi, ma il
tubo esterno.
Giuro che il mio primo pensiero è stato di fargli un po' di
giri di nastro americano e di arrivare al 19, perché ho guardato fuori, ho visto
che nevicava, ho pensato all’accesso in Ospedale a Ivrea all’imbocco con la Valle,
con un’aria che sembra sempre la Siberia, gli ospedali pieni di qualunque virus
circolante, mammasantissima.
E’stato un pensiero da un istante, il nastro americano su di
un tubo del diametro di circa 2 mm, che perde acqua.
Ho chiamato il Santo Subito.
Vengo io, per carità l’ospedale oggi.
Dottore, Lei come sempre ci salva la vita, ho solo un
dubbio: perché le dottoresse volevano essere in due per la prima volta, ci sarà
un problema? Più che altro perché se sbagliamo il colpo è subito venerdì
pomeriggio e poi è tutto più complesso.
Penso sia solo una precauzione ma ha ragione, per favore chiami
Lei le dietologhe e poi mi dica, dice il Santo Subito.
Per cui ho chiamato. Venite qui, lo facciamo, dovrete solo
aspettare un po' perché abbiamo una visita dopo l’altra.
Io non so quanto Fabu regga e quanto vada bene tenerlo lì,
se Voi pensate che si possa fare il Medico viene qui.
Va bene, lo chiamiamo noi e ragioniamo insieme.
5 minuti dopo mi hanno richiamato: il Dottore viene qui, ci
parliamo, gli diamo del materiale e viene lui, è meglio.
Santi subito tutti.
Così il pover’uomo ha mollato ciò che stava facendo, è volato
a Ivrea, e poi è arrivato qui. Ha fatto la procedura, mi ha fatto vedere per il
futuro, ma ci ha comunque rassicurato sul suo supporto, ha preso un caffè bello
caldo ed è ripartito più veloce della luce.
E quindi andiamo comunque il 19 per la visita.
Così era l’una del pomeriggio, in casa sembrava fosse
scoppiata una bomba dopo il passaggio degli Unni e dei Lanzichenecchi, Fabu era
da badare e bisognava recuperare tutto il non fatto.
Diciamo che non è che proprio sia stato un ponte riposante,
ecco. Per lo meno non quanto previsto.
Ma si sa che non bisogna mai fare previsioni, capita sempre
qualcosa: uno vuole un paio di scarpe ma manca il numero; uno vuole il pane con
i cereali ma trova solo l’arabo; si vorrebbe vedere gli amici ma sopraggiunge
il raffreddore: insomma, le cose succedono.
Però sabato mattina mi sono concessa venti minuti di
biblioteca, ci siamo fatti grandi feste e grandi chiacchiere: e quindi festa è
stata.
Buona giornata.
Angela