Avete presente il protettore dei giardinieri stolti di cui si parlava ieri? Ecco: esiste e mò c’ho le prove. Nel senso che ieri sera ha grandinato imbiancando le strade, provocando incidenti d’auto, il tutto a pochi km da qui: dove per pochi intendo poco più di due. E qui niente: solo pioggia a catinelle, con tuoni e lampi, che neanche fosse agosto. Ma acqua neanche troppo violenta, per fortuna, non ha rotto nemmeno un fiorellino.
E ha salvato la mimosa, eccola qui: che sembra grande quanto un baobab per il primo piano fotografico, ma fidatevi che è proprio piccina. Qui la scommessa è stata storico-culturale, permetteteci di dirlo così. Perché quello è il giardino interno che c’è dietro alla casa.
Questa vecchia casa è stata disabitata per anni. E dai muri di quel giardinetto segreto spuntava una grande mimosa, selvatica, alta fino al primo piano, vissuta decenni, e tutti noi, ma per intere generazioni, l’abbiamo vista tutta fiorita dalla via, che spuntava dai muri.
Ad un certo punto è morta, e, quando è cominciata la ristrutturazione per noi, il grande tronco secco è stato portato via.
Per cui poi sono partite le consultazioni da vicinato, che però sono state serie e produttive (mica come altre consultazioni che sappiamo tutti quanti!): lì è la casa della mimosa, dobbiamo ripiantarla, ma funzionerà?, è a nord, tanto freddo, poco sole, sì ma già c’era, e per tanti anni, è di freddo ne ha fatto in passato, ma si capisce, ma il tempo non è mica più lo stesso, e poi era selvatica, più robusta di quelle che si comprano. Bòn parèi, proviamo, stiamoci bene dietro d’inverno, soprattutto finché è piccina, e poi vedremo.
E così per questo primo inverno è sopravvissuta, ed è pure bellissima.
E quindi? E quindi Fabullo, quando è a casa, o si lamenta, o dorme. Ieri, per fortuna, ha dormito tanto: che vuol dire non iniziare neanche un lavoretto comunque, perché non si sa se si può finire o se poi capita qualcosa per cui bisogna starci dietro. E per lavoretto non si intende il quarto capitolo di una tesi di bioetica comparata: vuol dire non lavare un pavimento perché si potrebbe non avere dieci minuti di seguito liberi per farlo asciugare e non avere secchi e stracci in giro. E, comunque, il suo sonno serve a riordinare tutto ciò che serve al badantaggio (che brutta parola! E pazienza.) per il prossimo risveglio.
Ed è una roba triste, perché ditemi voi: in quale ordine universale rientra il pensiero delle madri contente perché il proprio figlio passa il tempo a dormire, superati i 18 mesi di età?
Per cui, verrebbe da chiedersi: se esiste il protettore dei giardinieri stolti, è per ricordarci che esiste anche quello dei bambini sfortunati e che bisogna crederci e cercarlo? O che bisogna accontentarsi di un santo per vita, per cui cerca di essere contenta della mimosa altrimenti arriva la grandine anche lì e addio? Insomma, da queste parti si direbbe il mitico Fà che t’nàbie, fà che ti basti.
Ecco, beato chi la sa, la risposta. Quindi torniamo al capoverso precedente, al Verrebbe da chiedersi, e, semplicemente, non chiediamoci.
Per fortuna lunedì Paulo Aimo Produttivo sarà in vacanza anche lui e davvero ci si riposa un giorno, a casa in due, così possiamo anche continuare a mettere a posto il pc di Fabullino.
E quindi Buona Pasqua a tutti, che bello che ci siete sempre, noi non smettiamo mai di ricordarcelo!
Buona giornata.
Angela