giovedì 31 agosto 2023

Anche le anatre.

 Che bello il racconto di Luana,  e che bello raccontare tra Amici. Che bello godersi le cose, gli attimi, il silenzio, i colori, le sorprese ad ogni svolta.

Per altro, io non ho dubbi sulla mancata abbronzatura di Quel Matematico Fiorentino, nonostante l'intensità dell'irradiazione solare sul mare turchese e cobalto: ovviamente sarà stato all'ombra a riflettere su secolari e pitagorici enigmi. Come vederlo. 

Ieri siamo andati in fisioterapia e la tangenziale é stata molto, ma molto, ma molto meno poetica e fatata di ogni ruscello scogliera petalo di fiore. Per altro, c'era traffico anche sull'autostrada di Aosta, probabilmente per le frane e il conseguente blocco del Frejus, così qualunque camion del giro francese deve passare dal Monte Bianco.

Ho ascoltato Paolo Conte, e cantato poco, giuro, non mi sono permessa, bisogna sempre sapere quando stare zitti. Anche le anatre ascoltano il pianoforte.

Abbiamo fatto il punto con i terapisti, che oggi verranno con noi a Ivrea a conoscere la nuova fisiatra, che il Medico Santo Subito ha cercato per noi per inserirci.

Dobbiamo parlare di: prescrizione seggiolino del bagno e tutori piedi, e abbiamo già i documenti dei tecnici; mettere in cantiere: un nuovo tutore del polso; un nuovo sistema posturale per la carrozzina, che richiederà tantissimo lavoro, perché Fabu ormai sta scomodo e ha male; pensare se abbia un senso un qualcosa di morbido che contenga il tronco e lo allinei, che lo aiuti a respirare senza affaticarlo di più; capire se c'è nuovamente il modo di inserirsi a fare una botulina ben fatta, e non basta che sia.

Abbiamo già anticipato tutta la documentazione all'equipe dell'Asl. Abbiamo spiegato che Fabullo avrà pochissima resistenza e poi lo dovremo sdraiare. 

Come dire, mica poche le questioni. Mi sorge spontaneo pensare che sono già stanca adesso, figurarsi stasera. 

Noi ce la mettiamo tutta. 

Buona Giornata.

Angela 

mercoledì 30 agosto 2023

Abitanti a vario titolo.

 


Il Villaggio Incantato ha una quindicina di residenti stabili, più il torrente, i pini e le montagne: e poi ci sono i parecchi abituali del posto, parecchi ma non troppi, perché tutto è piccino. Più i turisti occasionali. Diciamo che a Ferragosto, forse, si arriva ad 80 persone che ci dormono, ecco. Più qualcuno che può arrivare in visita. Più le api del nostro vicino, più le galline prima del sentiero per la Ruà, più i cagnoloni in numero variabile, più un imprecisato numero di gatti capitanati da Google e Mirò, più la cavalla Evita che girella a suo piacimento. 

Ne consegue che fare due parole con chiunque risulta assai semplice. Per cui è la situazione ottimale per noi, perché il chiacchierare non richiede un’organizzazione sociale che non faremmo in tempo a sostenere: in realtà noi veniamo invitati ad ogni occasione mondana, pranzo tombola lettura conferenza in piazzetta: noi facciamo sempre e solo il nostro possibile, che è poco, che dura pochi minuti sbrindellati a caso durante la giornata; ma a tutti va bene che noi ci siamo e un attimo dopo abbiamo già svariate situazioni da risolvere, e poi ricompariamo; magari, per altro, a turni. Ecco, non importa, in qualunque istante sia, veniamo accolti, Fabullo viene salutato, la luce è dorata tra le vecchie pietre, e ascoltiamo storie.

Per noi è così bello sentire nuovi racconti, che sembrano aspettarci; anche per questo servono le vacanze, per incontrarsi, in un posto senza auto e senza nulla ci si siede lì, come buttati da angoli opposti della Galassia. Fabullo guarda tutto e tutto ascolta.

La ricercatrice dell’Università che studia piante da tutta la vita. L’ostetrica che ha fatto nascere bambini su e giù per le valli. Chi ha ristrutturato case che stanno lì da prima che chiunque possa dire. Chi arriva in bicicletta in angoli  che nessuno sapeva che esistessero. Chi organizza piccoli spettacoli di magia che in realtà è scienza, per insegnare a grandi e piccini, pure le rape come me, le leggi della tensione superficiale e dell’inerzia. Chi è stato medico tra gli ultimissimi di questo mondo.

Ecco, noi siamo capitati lì perché è andata così, perché non si può sempre capire tutto e, oserei dire, che ce ne eravamo accorti.

È vero che non riusciamo più a fare lunghe passeggiate, Fabullo sul torrente ci va sempre meno, siamo sempre stanchi anche in vacanza, ma, davvero, siamo stati felici.

Ed è quello che auguriamo a tutti, Amici Amatissimi.

Buona Giornata.

Angela

martedì 29 agosto 2023

Via della Foresta.

 





Però vi contiamo che il Villaggio Incantato sembra che  le Alte Sfere l'abbiano buttato lì perché noi lo trovassimo. 

Siamo arrivati, nella casa nuova, tra l'altro, e tutti ci hanno fatto le feste: feste sabaude, néh?, che vuole dire che sono apparentemente pacate, rispettose e contenute. In realtà gli occhi brillavano, gli abbracci erano caldi, tante braccia hanno scaricato il furgone, messo la roba in casa, ci hanno acceso il frigo. Avevano già provveduto a ricevere l'ossigeno.

Fabullo, comunque, é stato felice. Davvero.

A parte la domenica in cui é stato sdraiato, é sempre uscito a passeggio, per pochi minuti o per tanti, tutte le volte che era possibile nella giornata.

E' stato felice di stare fuori tra le chiacchiere. La panchina nella luce tenue del tramonto. I racconti scambiati. Il riposo, ad attimi, é vero, ma attimi dilatati, di stare lì tranquilli tra gli incontri per caso.

Noi abitavamo lì, in Via della Foresta, nel portico prima che la stradina passi sotto l'arco. Di fianco a noi nella porticina, l'Amico che fa il miele e intaglia grandi gufi di legno.

Ve l'ho detto che é tutto incantato.

Volevo ringraziare perché mi avete detto che é bello leggermi il mattino. Che bello. Grazie di cuore.

Buona Giornata.

Angela 

lunedì 28 agosto 2023

E poi andiamo oltre.

 Amici Amatissimi,

che la fine di Agosto sia con noi, soprattutto se coinciderà con la fine del caldo.

Noi stiamo tutti bene e così speriamo di Voi, cari Amici vicini e lontani, per essere letterari nonché un poco storici.

Speriamo di Voi, in particolare, che abbiate avuto cuori e pensieri leggeri, tempi dilatati, occhi pieni di meraviglia e stupore, risate nelle orecchie e nella gola, abbracci pieni di affetto, silenzi riposanti e colmi di contemplazione.

Noi stiamo bene, davvero, ovviamente per i nostri parametri, ma questa è una precisazione ridondante.

Però togliamoci subito le grane, immediatamente, così non ci pensiamo più.

Fabullo in montagna è stato molto molto male. La notte tra sabato 12 e domenica 13, per festeggiare il ponte di Ferragosto, per intenderci. Molto male, però siamo tutti qui a raccontarlo, e quindi, appunto, per noi è tutta festa.

Il perverso meccanismo ormai solito e, soprattutto, che porta al circolo vizioso.

Gli è venuta una crisi epilettica bella potente alle sette del sabato sera: così potente da creare un attacco di vomito così doloroso da lasciarlo sfinito. E come sempre chi è sfinito, ha cominciato con il fiatone, ad affannarsi. Solo che lui non è chiunque, e a destra di polmone ce n’è proprio pochino.

Così si è affannato e affannato e alle nove e mezza aveva 37.5; e la febbre saliva per lo scompenso degli scambi respiratori. E più saliva, più saliva la frequenza cardiaca e pure quella respiratoria, e si affannava sempre di più, e così tutto si scompensava ancora, e la febbre saliva e via dicendo. E quindi stavamo al telefono con il Medico Santo Subito, che cosa vuoi che abbia da fare il ponte di Ferragosto. Abbiamo dato il Bentelan, e ovviamente l’ossigeno. E poi alle 11.30 aveva 39.4, così abbiamo dato un antibiotico di copertura, che sapevamo non essere un’infezione, però era meglio cominciare con una temperatura così.

Stava malissimo, non potevamo fare altro, se non chiamare l’ambulanza che l’avrebbe trasportato in ospedale, per forza. Noi eravamo talmente senza forze che abbiamo deciso di aspettare, confortati dal fatto che bastavano due litri di ossigeno. E abbiamo aspettato, stando lì. Impotenti. Ad ascoltare il respiro, la notte, lo scroscio del torrente.

Alle tre e mezza la temperatura ha cominciato a scendere. E poi è andata, piano piano, con tutta la fatica del caso nei giorni seguenti. Ma l’emergenza era finita.

In tutto quel pasticcio, in quella stessa sera, si è rotto il tubo della peg, si è fissurato. Per cui lo abbiamo riparato al volo con un giro di nastro isolante, perché quella notte lì non eravamo abbastanza lucidi per fare altro. E dovevamo infilare farmaci.

E la mattina l’abbiamo cambiata noi la peg, di persona personalmente.

E poi vi conto che la discesa al caldo di 8 giorni dopo è stata assai impattante, dai 25 gradi in pieno sole e all’arietta all’ombra con felpina siamo passati ai 37 dell’aria da respirare: non eravamo, come dire, proprio in forma. E guardavamo Fabullo, cercando di non pensare troppo, attendendo gli eventi. Ma è andata anche quella.

E bon, gli impicci ve li ho detti, così si va oltre.

Vi abbracciamo perché siete con noi.

Buona Giornata.

Angela