Diciamo che ieri sera non siamo andati a dormire proprio di
buon umore, ecco. Diciamo quello.
Sempre perché il rigore da inglesi educati fa sì che sia
meglio non dire che avevamo la solita e nota e triste sensazione di essere
nella palude, di avere sbagliato tutto e, comunque, che come fai sbagli: forse
è proprio sbagliato il concetto di base, il pensare che con Fabullo si possano
fare delle cose significative: che poi è sicuramente la cosa più sbagliata da
pensare, però poi si arriva lì; forse è una specie di mobbing del pensiero,
quando sembra di fare tutto bene, di essere lucidi, ma poi ci si arriva a
convincere che siamo noi quelli che sbagliamo. E le ripetizioni sul verbo
sbagliare nel singolo periodo sono significative, nel senso che raffigurano l’idea
principale di tutta questa faccenda che è poi una vita.
Giornata cominciata con Paulo Aimo Avventuroso che è andato
al lavoro con il carro attrezzi: perché la stilo non è proprio partita, per cui
è stata recapitata al meccanico di fianco all’ufficio di Paulo Aimo. Cose strane,
neh? Su un auto praticamente nuova. Comunque è già stata sistemata, e ieri sera
Paulo Aimo Autista non ha avuto bisogno della scorta per tornare a casa.
Qui però inutile dire che quello che si è divertito come un
pazzo è stato Fabullo: figuriamoci, il carro attrezzi in cortile, tutte le
manovre, la macchina da caricare, che giornata ragazzi!!!!!
Poi è arrivata l’infermiera per il prelievo: che è stata bravissima,
perché si è presa tutto il tempo e poi ce l’ha fatta al primo buco.
Più che altro è stata la seconda puntata della giornata
interessante: perché mi ha spiegato che secondo lei c’era un problema. Nel senso
che sulle scartoffie che mi ha portato c’era scritto che dobbiamo pagare il
ticket: signora, mi sembra che ci sia un errore, mi sembra che sia evidente che
Fabio non deve pagare, di solito come fate? E di solito siamo esenti!!!
E appunto, state bene attenti, perché vi spiego il problema:
il problema è che il sistema ha rilevato che l’esenzione di Fabullo è scaduta. Ma
continuate a stare attentissimi: non era scaduta 4 ore prima per l’allineamento
dei pianeti, bensì nel 2008. Ovviamente non ci era mai stato comunicato niente,
ovviamente dal 2008 in poi abbiamo rifatto le pratiche di invalidità e handicap
almeno due volte. Mi sa che c’è stato qualche piccolo problema di trasmissione
dati. Allora devo andare allo sportello dell’asl per queste storie qui: e ci
devo andare alla veloce, perché lunedì ci sono già i risultati dei dosaggi e
vorrei ritirarli perché ci servono davvero; e devo trovare il modo di andarci
al mattino organizzando che qualcuno guardi Fabullo, perché nel primo
pomeriggio, quando riposa e Michi potrebbe tornare dall’asilo, in questa
stagione di ferie gli sportelli della nostra asl sono chiusi.
Insomma, uno ha la percezione di essere sempre dal lato
sbagliato: poi bisogna essere zen, consapevoli, prendere in mano le redini
della propria vita, non lasciarsi travolgere, non dire troppe parolacce, non
sentirsi nella palude tenebrosa e vischiosa: operlacarità, meno male che c’è il
thè.
Terza puntata della saga di ieri, quella per cui volevo
definitivamente piangere, e non di commozione come quando vedi Dumbo. Siamo andati
per i tutori.
La dottoressa ha preso atto che non vanno bene, che dopo un’ora
che li indossava da seduto, senza caricare, c’erano già dei bei segni, e l’ha
scritto e ha nuovamente rifiutato il collaudo. E fin qui tutto ok, io speravo
di annullare tutta la pratica e via, si riparte davvero. E invece no.
La dottoressa ha telefonato all’officina ortopedica
spiegando tutto, e loro hanno detto che non c’è problema, che andiamo e
rifacciamo tutto da capo.
Per cui non è corretto annullare la pratica, perché comunque
l’azienda ha speso per fare questi tutori; e quindi hanno non solo il dovere di
riprovarci, ma anche il diritto. E capisco la dottoressa, nel senso che sta
correttamente facendo un ragionamento ineccepibile dal punto di vista legale: perché
annullare per principio la pratica sarebbe dire che non voglio che questa
famiglia si rivolga a questa azienda ed è un’affermazione pesante. Diciamo che
per mantenere la massima correttezza etica (e quindi non sembrare quelli che
raccomandano qualcuno, sostanzialmente), si finisce con il perderci in qualità
specifica per il singolo soggetto. E l’ho detta bene, da signora.
Secondo noi finirà così: che riusciremo ad avere un paio di
tutorini che non segnano, ma che per Fabu hanno un significato terapeutico
uguale a zero.
Anche perché, e qui arriva la parte che ritengo dolorosa e
che ieri sera mi ha reso stanca come se avessi raccolto ventimila patate sotto
il sole cocente nella terra riarsa, mi è stato fatto intendere che comunque
Fabullo non ha necessità di tutori che abbiano chissà quali caratteristiche,
per il poco che intanto fa, diciamo niente.
Non ha senso argomentare sul fatto che un bel paio di tutori
dia informazioni centrali, che lo faccia stare seduto meglio, lì parliamo un’altra
lingua.
Insomma, che stanchezza, che grandissima stanchezza.
Buona giornata.
Angela