Giuro che quando ho letto la faccenda del recupero dei
giorni utilizzati per donare il sangue o per la legge 104 ho pensato ad uno
scherzo, ad una bufala di quelle che vengono scritte senza verificare niente. Poi
ho pensato che ho troppo sonno per capire, sono io che non comprendo. Insomma,
ho dovuto leggere 5 volte.
Per favore, lasciamo perdere il discorso che c’è chi ha
approfittato della 104, perché è vero ma non è questo il punto, non ribaltiamo
sempre i problemi perché in questi giorni mi sembra più che mai evidente che i
tagli andrebbero fatti decisamente altrove e quell’altrove esiste: basti vedere
quanto siamo attaccati a certe poltrone al limite non solo del ridicolo ma
anche dell’indegno.
Lasciamo perdere. Diciamo invece che una delle cose che si
dicevano all’inizio della riforma Fornero era che ci voleva lungimiranza, che
un simile provvedimento andava visto negli anni, sulla lunga distanza…
Sulla lunga distanza mi sembra abbastanza evidente che ci
sarà una bella fetta di persone con il nulla assoluto. Non che non va in
vacanza, ma che mi chiedo come farà. Non che voglia piangere e chiedere
compassione, però diciamo che è una situazione che conosco un tantino da vicino
e che quindi mi sembra di poter definire con una certa competenza, ecco, un po’
di cognizione di causa.
Insomma, una bella cerchia di persone che ha abbandonato il
lavoro per assistere qualcun altro, e che quindi non solo non potrà avere un’autonomia
economica in futuro, ma dovrà anche pensare comunque a mantenere una persona
che non può guadagnare e “costa” dieci volte chiunque altro. L’ho detta in
maniera un po’ brutale? Pazienza. Vabbè, ma esistono gli ammortizzatori sociali
come la pensione di invalidità e l’accompagnamento. Direi che siamo
talmente simpatici che evitiamo di
ridere.
Vabbè, ma un genitore anziano con un figlio disabile ha
anche altri figli che possono supportare. A parte l’assoluta tristezza del
commento, io che sono una capra in materia economica mi sento di dire che anche
dal punto di vista di un risanamento economico tutto ciò è profondamente
idiota. Perché si continuano a creare delle situazioni che non possono “produrre”,
se davvero tutto ricade su una famiglia nei decenni: perché vuol dire che l’eventuale
fratello del disabile, invece di avere la possibilità di studiare, imparare,
lavorare, crescere professionalmente, e quindi, anche, giustamente, pagare le
tasse e spendere, sarà vincolato sempre e solo alle difficoltà.
Ecco, sarà perché sono capra ma la famosa lunga distanza non
la percepisco mica tanto. Mi sembra di poter però dire che, sulla lunga
distanza appunto, quelli attaccati alle poltrone non debbano preoccuparsi
eccessivamente: perché stanno guadagnando abbastanza da poter sopravvivere
tranquillamente per qualche vita fino agli eventuali pronipoti. E mi sembra che
in tal senso possiamo essere lungimiranti, perché il distacco dalla suddetta
poltrona non sembra proprio imminente.
E siccome sono stata diplomatica come un divertente
schiacciasassi e l’unico modo per non piangersi addosso o da un’altra parte
sarà poi sorridere, vi racconto cos’è successo ieri.
Allora: arriviamo a Orbassano e già Dami ci dice che l’autobus
si era rotto per la strada e quindi scendi aspetta l’altro eccetera. Uhhhh,
quando le giornate cominciano così….. ecco.
Fabu è stato bravo, siamo andati a farlo camminare, fuori, perché
bisogna andare a vedere le macchine, partiamo con tanto di chiavi del peugeot
in mano. E va bene, finalmente anche Dami lo vede camminare e mi dice che è
davvero bravo, che il girello a cui stiamo pensando ha proprio un senso
eccetera eccetera. solo che facciamo venti passi, arriviamo all’ascensore e
Fabullino lascia cadere le chiavi esattamente dico esattamente nell’intercapedine
che va giù giù fino a meno tre. Per cui c’è stata la scena brillante di tutti
che passavano e si fermavano a guardare due tizi e un bambino bloccati in mezzo
all’ascensore, accovacciati e senza parole che guardavano giù.
Per fortuna in quell’istante è arrivata Alessia, che è
partita alla ricerca del custode. Contemporaneamente sono arrivati Barbara e l’ingegnere
perché bisogna redigere il documento sulla sicurezza. Ovvio che io ero
arrabbiata come una biscia, anche perché poi alla fine non abbiamo camminato. Paulo
Aimo per telefono diceva che queste chiavi andavano recuperate. L’ingegnere che
era venuto per parlare tutto serio dei rischi legati al lavoro dei
fisioterapisti e si aspettava anche una riunione tutta seria e invece non
sapeva come fare a non ridere. Io che dicevo qualunque roba a Fabullo.
Poi però riappare Alessia con le chiavi, modello Angelo che
arriva direttamente dalle alte sfere: avevano bloccato gli ascensori e l’avevano
mandata nella botola a recuperarle.
Così abbiamo cominciato con questa benedetta storia per
redigere il documento sui rischi intanto che davo da mangiare a Fabullo e
qualunque gioco per farlo stare zitto; una serie di mostri e supereroi. Poi abbiamo
trovato la quadra mettendolo alla finestra a guardare le macchine.
Sempre contemporaneamente, poi, ci accorgiamo che era ora
della logopedia appunto con Alessia. Per cui Fabu viene infilato nella stanza
giusta e proseguiamo con l’ingegnere. Poi finiamo, arriva Paulo Aimo per
riprendere il Pargolo e portarlo a casa utilizzando 3 ore di 104 che ricadranno
sulla nostra testa fino alla settima generazione, iniziamo a lavorare con la
paziente del pomeriggio e Alessia arriva con Fabullo con un diavolo per
capello: di chi sono tutti questi giochi? I mostri erano rimasti lì sulla carrozzina.
Così lui voleva giocare con quelli, lei gliel’ha tolti, lui si è offeso e non
ha fatto un tubo.
Poi è arrivata la Barbara con il cioccolato kinder. E quella
è stata un’ottima notizia.
Buona giornata.
Angela