Eccoci!!!
Grazie per tutti i vostri pensieri, come sempre benedetti. Indispensabili.
Che salvano.
Contesto: le vacanze con il cuore leggero, in cui ogni giorno
e ogni momento è una scatola da aprire piena di scelte, dormire fino alle dieci
o in piedi all’alba per vedere il sole che sale accarezzando le cime, ben
vestiti perché ci sono 4 gradi, sedersi a tavola a tempo indeterminato a ridere
con gli amici, incontrati come i più bei regali così, inaspettati, passeggiare e
scoprire, alzarsi ogni mattina pieni di energie, ripuliti e rinati, ecco,
quelle vacanze lì sono un’altra cosa.
Ma, per come eravamo partiti, e per come poteva andare, è
stato meraviglioso.
Eravamo in questa casa al piano terra nella borgata di Soucheres
Basses, dove eravamo già stati lo scorso anno, un luogo incantato con le
stradine piene di fiori e senza auto.
Siamo partiti la domenica e fino al venerdì successivo siamo
stati molto preoccupati: perché già la prima sera Fabullo ha cominciato ad
avere qualche linea di febbre, che andava e veniva. E ha avuto necessità
nuovamente dell'ossigeno, poco, per qualche momento, cosa che non era più
accaduta dalle nostre dimissioni dall'ospedale. Ovviamente siamo stati molto
preoccupati, e grati del fatto di avere l'ossigeno lì. Il giovedì si è anche
rotto il saturimetro e Paulo Aimo è tornato a casa a procurare quello di scorta,
e per fortuna eravamo ad un'ora e mezza di viaggio. E a quel punto abbiamo
chiamato i medici del nostro ospedale per capire cosa fare: anche perché
avevamo chiaro che potevamo rivolgerci alla continuità assistenziale della
valle, ma chiunque avesse visitato Fabu, senza conoscerlo, non si sarebbe mai
preso nessuna responsabilità e ci avrebbe mandato in ospedale. I nostri medici
però sono stati sempre meravigliosi: la febbre è bassa e troppo sporadica, le
desaturazioni non sono gravi e non sono permanenti nel tempo, secondo noi si
deve adattare all'altitudine, non riportatelo a casa perché la discesa sarebbe
nuovamente traumatica, dategli l'ossigeno quando serve, e state lì a respirare
aria fresca che gli fa benissimo.
E ovviamente, come sempre, avevano ragione: perché già dal
giorno dopo tutto è andato meglio. I ritmi sono stati quelli imposti dalle tre
fisioterapie respiratorie al giorno e dai tentativi di rimetterlo un pò in
sesto anche con il cibo e i liquidi: abbiamo cercato di farlo mangiare poco e
spesso, e di ricominciare a farlo bere da solo, magari non tutto il litro che
gli diamo al giorno, ma almeno un pochino.
Ed è andata, ogni boccone che ha fatto senza paura noi
abbiamo tirato un respiro di sollievo, spontaneamente e senza bidone
dell'ossigeno per noi!
Siamo riusciti a darci i turni per incastrare un'ora di passeggiata
a testa ogni giorno nella seconda settimana e a mangiare tutti i pasti anche
noi, cosa che da soli è improponibile; Fabullo era ovviamente sempre molto
stanco ma ha potuto girellare per intervalli brevi e ripetuti, respirando bene
e senza zanzare, bastava sostanzialmente metterlo fuori dalla porta a guardare
chi passava e a chiacchierare con i gatti. Le ruote tassellate ci hanno aiutato
a passeggiare nella borgata e siamo riusciti a portarlo tre volte sul fiume a
tirare i sassi nell'acqua. Siamo stati amati: tutti hanno portato i cani a
salutare Fabu, tutte le volte che lo vedevano seduto e libero dalle terapie. Tutti
facevano capolino più volte al giorno per vedere come andava.
Fabu è stato contento: anche se non ha potuto fare il montanaro
come lo scorso anno, in ogni breve passeggiata è stato sorridente, si è goduto
i colori e la luce. Quando siamo scesi al fiume aveva gli occhi che brillavano
e cercava di resistere alla stanchezza per rimanerci il più possibile.
Ogni attimo di luce e sole e azzurro e aria fra le dita è stato inestimabile.
Siamo arrivati a casa ieri per pranzo e non sembra aver patito
la discesa, anzi: ci sembra che la saturazione sia molto più stabile di quando
siamo partiti, probabilmente la convalescenza al fresco ha funzionato. Per fortuna
Paulo Aimo Operativo è ancora in ferie, così riusciamo ad essere in due per
riorganizzare tutto, prescrizioni, forniture, eccetera eccetera. Il prossimo
passo, a settembre, è chiedere una rivalutazione con gli pneumologi per capire
se possiamo calare un pochino il ritmo della fisioterapia respiratoria, almeno
due cicli invece che tre, vorrebbe dire recuperare un’ora al giorno: ci consentirebbe,
per esempio, di riuscire a mangiare pranzo prima delle tre del pomeriggio, che
se si è fatto colazione alle sei è veramente dura.
Insomma, siamo stati contenti. Speriamo che abbiate trascorso
un felice ferragosto anche Voi, Amici Amati.
Vi abbracciamo.
Angela