Infatti, nessuna sveglia e apertura degli occhi alle sette,
lettura fino alle otto e libro finito. Il terzo della serie di Manzini, fa che
faccia in fretta a scrivere il quarto. E ora colazione, lettura giornali,
pianificazione giornata che tanto non ha senso pianificare un accidenti.
Comunque: ci voleva l’inizio slow dopo ieri sera, una di
quelle robe fantozziane. Con partenza in un contesto davvero di una tristezza
infinita, senza parole: perché è volata in cielo la mamma di un compagno di
scuola della Michi. Mammasanta, ecco, nient’altro.
Comunque: Paulo Aimo Papà ha portato Michi al rosario in un
paese qui vicino. Non erano ancora usciti dal cancello che Fabullo ha
cominciato a fare ammattire a oltranza, senza tregua. Per cui ho perso il filo
delle cose da fare con un minimo di cognizione, stai dietro a lui sparecchia
riordina e lui che urla che butta tutto a terra questo no quello no quello
neanche, insomma mi sono persa. Così ho acceso duecento cose insieme per finire
tutto quanto e ho fatto saltare la corrente. E poi non sono riuscita ad aprire
il vano del contatore con l’apposita chiave. E Fabu che non poteva più vedere i
cartoni e veniva buio e tutto quanto. Per cui gli ho messo il pigiama e gli ho
detto di starsene lì e che la cosa più
furba da fare era dormire. E mi sono seduta lì e abbiamo aspettato il ritorno
di Paulo Aimo Elettricista. E basta.
La giornata non era mica andata male, con Fabullo. Nel senso
che le crisi non erano state tante come al solito e lui era stato meglio: più
allegro, più energia, più concentrazione. A scuola con il girello ha corso dietro al pallone come
un pazzo e aveva addirittura perso una scarpa. Meno male: senza spiegazione
quando va meglio come quando va peggio. Ma, quanto meno, è una tregua per lui.
Intanto da ieri sera siamo partiti con il primo aumento del
farmaco, che dobbiamo mantenere così di nuovo per 15 giorni: a questo punto
siamo ad un quinto dalla dose minima.
E bòn.
Stendibiancheria e tutta questa serie di cose.
Buona giornata.
Angela