Procediamo con i giorni di vacanza: oggi è il giorno in cui
l’amica di Michi viene qui da noi, penso che Fabullo sarà contento. Ieri volevo
farlo stare un pochino fuori con la bella giornata, ma lì fermi immobili non
era proprio caldo. Allora siamo stati alla finestra a guardare i bambini della
via che correvano con il monopattino, il piccolo portava anche Topolino, con le
zampe attaccate bene al manubrio.
Oggi è la Giornata delle Malattie Rare. Noi ce ne occupiamo,
come ogni santo giorno: ben venga l’informazione, gli spettacoli, e tutto
quanto. Perché è vero che è solo oggi, ma meglio che niente, per carità; quante
cose si sono fatte, pensiamo anche solo al neurostimolatore di Fabullo, dov’è
arrivata la ricrerca. Noi la vivremo come gli altri giorni, nella full
immersion non televisiva.
Altro che rarità: Fabullo è nato con una nuova mutazione
della Sindrome di Noonan, malattia rara; la mutazione della mutazione, il raro
del raro, insomma. E ce l’aveva solo lui, mutazione casuale. Da lì, la
cardiopatia. Che, con il senno del poi, potrebbe essere il problema minore, il
mitico manico della cavàgna, come si dice da queste parti. Non avesse richiesto
gli interventi. E uno degli interventi non avesse provocato un’ischemia. Che, a
sua volta, ha provocato una sindrome epilettica che non si riesce a catalogare.
È anche questo il punto di queste malattie: il raro nel raro, l’una cosa che
tira l’altra. Oltre alla condizione di disabilità che di raro non ha nulla, che
è disabilità e basta.
Insomma, il paradosso totale del Com’era bello avere un
bambino che aveva solo una cardiopatia complessa, l’unica cosa di cui dovevamo
occuparci era che non morisse. Forse non lo dovevo dire così, è troppo
squallido? Vabbè, ce ne faremo tutti quanti una ragione, supererò il trauma del
sapermi squallida.
Però ditemi che non è un paradosso. Che mi fa anche
ricordare che, appunto, anche se non partecipiamo ai congressi di oggi, ci
impegneremo lo stesso in proposito: perché mi sono appunto appena ricordata che
mi sono dimenticata di organizzare il day hospital con gli pneumologi che ci
permette di vedere la cardiologa.
Ieri siamo incappati in un impiccio: ho chiamato le
Molinette, numero diretto preso al volo, ma mi hanno spiegato che loro non
fanno botulina ai bambini, c’è il Regina Margherita per questo. Ma Fabio è già
in carico alle Molinette, ho provato a dire, è stato operato lì e non al
Regina. Può essere, mi hanno risposto, ma questo ambulatorio non è attrezzato
per le emergenze pediatriche. Ma Fabio ha quasi 13 anni, non è un lattante, è
il vostro fisiatra che mi ha illustrato la procedura. Non so proprio cosa
dirle, chiami il Regina.
Ovviamente non sono stata a spiegarle che pensiamo che la
botulina o si fa bene o è una boiata, e il farla bene ha attinenza, come dire,
con chi la esegue. Insomma, siamo incappati in una bega politica, mi sa. Chi sa
se rientra nelle malattie rare.
Allora ho chiamato lo studio del fisiatra, chiedendo loro
come comunicare con il dottore: il dottore arriva giovedì pomeriggio, per
favore ci mandi una mail giovedì mattina così siamo più sicuri di non
dimenticarci, noi la stampiamo e gliela diamo. Ok, proviamo.
In realtà il dottore l’aveva fatta semplice, fa che abbia
voglia di prendersi il mal di pancia di
infilarci, di non lasciarci piantati lì, di non dirci che vabbè, fa niente, il
Regina va benissimo per voi, fa che non ci scarichi, ti prego ti prego ti prego.
Insomma, cominciamo la giornata delle malattie rare. Viene l’amica
di Michi; cerchiamo di stare allegri, di mangiare, di lavarci, di giocare a
figurine; la prossima settimana proviamo
a provare il girello a scuola e, se ce la faccio, oggi quando rientra Paulo
Aimo volo a Orbassano a recuperarlo, ‘sto girello, perché, se scopro che
abbiamo problemi a trasportarlo, almeno abbiamo ancora una settimana per
trovare soluzioni.
Buona giornata.
Angela