mercoledì 11 gennaio 2017

Sarà la neve.



La neve è arrivata, per fortuna poca, perché la sottoscritta, poetica quanto l’ultimo paracarro della via, non aveva proprio  ma proprio voglia di prendere in mano la pala.  In realtà ce n’è solo qualche centimetro, ma ieri sera Paulo Aimo Operativo l’ha già comunque grattato via dagli ingressi: perché era poca, ma subito gelata, e si slittava da tutte le parti. Stamattina è  tutto bello pattinoso, e confidiamo di non schiantarci con la carrozzina come le corrazzate di fantozziana memoria.
Ieri Fabullo a scuola ha mangiato il passato di verdura, che a casa non assaggia da tempo immemorabile: cioè da prima del terribile sciopero della fame dello scorso anno, ci sono una serie di cose che non abbiamo ancora recuperato, come se tutto ciò che ricorda quel periodo non lo volesse più vedere. E, infatti, non lo mangiava più nemmeno a scuola: fino a ieri, che ha deciso così, e la Maestra Erika ha fatto quella che faceva finta di niente, impassibile, metti che poi Fabullo se ne accorga che si è dimenticato di fare il somaro.
Così, piatto intero. E vài. Poi a casa è stato monello, ma intanto  il pasto scolastico bello e abbondante ce l’avevamo in tasca. Cogli l’attimo, seconda fetta di pandoro.
La sottoscritta ha proseguito con il recupero grane rimandate: ieri, per esempio, è stato il giorno della compilazione del modello icric per l’inps, una sciocchezza da fare tutti gli anni, tempo teorico previsto, dal pc di casa, 5 minuti. La pratica, madresantissima. Prima di tutto, il sito dell’inps non è adeguato alle mie risorse cognitive, notoriamente basse, si sa: per cui mi assumo la responsabilità della mia babbionaggine, perché non ci può essere altro motivo nel trovarlo così complesso, nel trovarlo ogni volta cambiato, nel considerare l’accesso alla pagina personale una caccia al tesoro ogni volta nuova; sicuramente è fatto per stimolare i neuroni alle nuove scoperte e il mio pensiero, che suona così: ovviamente, essendo un servizio pubblico, sarà semplice, e sarà semplicissimo trovare una scritta tipo Area Personale in cui entrare; ecco, questo mio pensiero è evidentemente povero e limitato.
Poi, una volta entrati, uno mette la mitica crocetta: solo che improvvisamente L’archivio ha smesso di funzionare, scritto in stampatello rosso. E tutto si perde nei meandri di Kafka, perché sempre quelli sono, che siano carte polverose e corridoi infiniti, o tunnel burocratici virtuali. E quindi? Ricominciare. All’infinito.
Alla faccia dei 5 minuti: ma tanto Fabu va a scuola, e questo rientra in un’organizzazione di ogni madre che, ad esempio, va al lavoro e poi ha delle cose da fare a casa, il lavoretto dell’inps sovrapponiamolo al lavoro. Come no: tutte le madri di figli di 12 anni ci mettono due ore esatte a prepararli per la scuola; e quando i figli sono a scuola, resta un campo da sistemare fatto di catini, asciugamani zuppi usati per il bagno mattutino, quintali di cose da cambiare, diciamo un’altra oretta di lavoro solo per quello.
Uhhh, che antipatica: sarà la neve, che rallegra le anime belle e sbalestra quelli che hanno sempre da dire qualcosa di controcorrente, ma è chiaro, è mancata elaborazione della sofferenza, mica valutazione di un problema quotidiano.
Buona giornata.
Angela

3 commenti:

BOOG ha detto...

E vai con il passato di verdure!!!
FORZA FABULLO!!!
FORZA FAMIGLIA AIMO!!!
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Anonimo ha detto...

Angela sei troppo forte!
Ogniuno di noi dovrebbe prendere esempio da te!
Forza Angela
Forza Fabio
Forza famiglia Aimo!!!!!!!!!
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Nonna Roby ha detto...

Ammirevole Angela!!! Chi giudica senza sapere sbaglia perché in certe situazioni bisogna trovarcisi... e poi, caso mai, dare giudizi...
Ieri spinaci, oggi passato di verdura… il giovanotto sta decisamente migliorando, evviva!
Un abbraccio e ganascino alla guanciotta destra di Fabullo.