A metà aprile, ne avrete sentito parlare, è stata approvata la nuova legge sulla disabilità, sulla linea della Convenzione Onu che l’Italia ha firmato.
È scritta bene, esprime concetti importanti: una valutazione che ricopre più aspetti, il progetto di vita, l’accomodamento ragionevole. Diciamo che, in sede di eventuale discussione (eventuale un tubo, perché non è che adesso sia diventato tutto improvvisamente bello) ci saranno sicuramente più elementi a cui appigliarsi.
Per quanto riguarda il progetto di vita individualizzato, è prevista anche l’esistenza del relativo budget. Le regioni dovranno quindi comunicare gli opportuni stanziamenti, e sono anche nominati i supporti economici per i care givers (che non è chiaro se siano anche i Badanti per Forza, cioè i familiari, non è mica scontato).
Non facciamo i disfattisti subito, che comunque le cose sono scritte bene, ed è meglio che siano scritte piuttosto che no.
Però.
Il dubbio è un po' che il mitico budget siano le stesse risorse stanziate ora, con delle modalità che cambiano nome, ma i soldoni sonanti quelli restano.
E l'altro pensiero riguarda la competenza di chi farà le splendide valutazioni e strutturerà tutto quanto. Perché adesso il decreto è firmato, ma i fenomeni che occupano certe posizioni continuano ad occuparle. Per intenderci: quella che ha detto la mitica frase “come sei venuta alta” ad una ragazza adulta potrebbe stare in una commissione.
I cauti pensieri sono un obbligo.
Buona Giornata.
Angela