Abbiamo lasciato perdere i conteggi, come dicevamo, E ci sembra che funzionando. Li abbiamo lasciati perdere per necessità di salvaguardia della salute mentale, della stanchezza fisica, e perché tanto per cambiare abbiamo avuto altre cose a cui badare.
Ovviamente le incombenze non sono state il riordino della collezione di conchiglie, piuttosto che la meditazione trascendentale sulla nostra presenza in questa galassia, o la speculazione filosofica sulle sorti della vita.
Sostanzialmente i dolori sono tornati belli feroci, e sono quindi tornate le notti con intervalli di sonno inferiori alla mezz'ora costantemente. Con le dosi alte di oppio qualche intervallo più lungo lo raggiungevamo, e ora è già finita.
Se non altro, ci sembra di poter scremare un po' di più, e che una delle spine più importanti, che veramente compromettono la possibilità di benessere e riposo sia il dolore alla spalla: lo vediamo anche in relazione al fatto che non riusciamo più di nuovo a stare in carrozzina, mentre i tempi si stavano un pochino allungando. Non era un miracolo, ma poteva essere un tentativo di evoluzione speranzosa e ottimistica, che invece è andata male.
Abbiamo quindi esternato un pensiero e speriamo che qualcuno lo raccolga e ci aiutino.
Sostanzialmente, abbiamo detto questo ai medici: visto che la terapia del dolore al momento è in alto mare, va rivista con modalità che sono tutte da capire, e noi siamo sempre qui ad attendere che neanche quelli là che aspettavano Godot; visto che le dosi più alte a livello sistemico fanno dei pasticci e quindi appunto bisogna capire. Non possiamo trovare qualcuno che provi ad infiltrare questa spalla per dare un minimo di riposo dal dolore continuo, ingiusto, e lancinante? Almeno sarebbe qualcosa di temporaneo, localizzato, che magari ci dà il tempo di capire e ragionare e Fabullo può tirare un secondo il fiato.
Ovviamente attendiamo, coerentemente nella nostra esistenza.
Poi ci sono i fatti collaterali, che accadono di notte mentre siamo in piedi a gestire tutto.
Per esempio, accade che le pesche, che erano state posizionate nella camera di Fabio perché è la più fresca, in una cassetta per terra, hanno deciso di maturare improvvisamente e anche marcire sull'istante: per cui, accudendo Fabio nel colmo della profondità notturna, abbiamo messo i piedi in una grande pozza di sugo di pesca che aveva invaso la stanza, era andato a finire sotto alla rampa di ingresso, ne aveva impregnato il legno; noi con le ciabatte abbiamo portato il succo di pesca in tutta la casa.
Quindi nelle tenebre, oltre a tutto il resto, abbiamo anche alzato la rampa, lavato i pavimenti, lavato la pedana stessa, fatto la macedonia.
Ovviamente bastava stare dietro a queste pesche, guardarle, e ce ne saremmo accorti.
Però siamo giunti ad una conclusione: non possiamo fare ciò che per gli altri è normale, e sono disponibile ad abbattere con un lanciafiamme, sull'istante, chiunque di Quelli Che Sanno che osi anche solo pensare che la parola Normale non vada detta
Noi non possiamo: e in questa categoria rientra anche la gestione della frutta fresca, estiva, succosa. Non possiamo.
Buona Giornata.
Angela
3 commenti:
Anche il problema delle pesche eeh! Xxxxxxxxxxxxxxx xxxxxxxxxxxxxx per la salute di Fabio e vostra e.per
Il fine settimana sempre caldissimo. Un abbraccio forte forte 🙏🙏🤗🙏
No vabbé, pure le pesche, pure madre natura che vi rema contro!
Sono allibita dalla quantità di cose che dovete affrontare. Vi mando un abbraccio!
come fate... come fate a gestire tutto quanto... non so come davvero... si perde il conto della quantità di cose che spicciate al solo leggerle.... mamma mia...
Vi abbraccio forte e spero in un fine settimana con un 3 ore, esagero... 4 ore di sonno tirato.
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Paola
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