Funziona così: possiamo partire e andare in un’officina
ortopedica all’estero, decidere di fare lì un ausilio e pagarlo, come abbiamo
fatto con i tutori. Con la carrozzina diventa dura, perché le cifre diventano
davvero importanti.
Teoricamente è possibile ottenere un’autorizzazione per il
rimborso: a patto di trovare lo specialista italiano che prescrive, cioè che
dice che a quel paziente serve proprio quell’ausilio fatto così e cosà e che si
può fare solo in quel posto lì, che non è italiano. Non so se questo medico
esista, ma noi per Fabu non lo troviamo. E non siamo ovviamente proprio gli
unici, detto proprio tra noi. Serve un medico che capisca tanto di ausili, che
ammetta che da un’altra parte si fanno meglio, che si metta sostanzialmente
contro una serie di realtà con cui deve convivere, che vada contro le direttive
amministrative che spingono a limitare le prescrizioni per risparmiare.
Quest’ultimo particolare merita un appunto: perché non è poi
tanto vero che ciò che l’asl versa alle ditte ortopediche italiane sia davvero
competitivo rispetto a quanto costerebbe all’estero, con competenze a volte
molto ma molto diverse. E siccome sono una madre isterica aggiungo: non solo a
volte, ma perché sono isterica.
Oppure: posso bypassare le prescrizioni italiane e andare
anche in un’officina ortopedica italiana a farmi fare le cose a pagamento.
Però, siccome sono l’isterica di cui sopra, a quel punto vado davvero
all’estero.
In realtà è un pochino quello che vorremmo fare solo per
ruotine e forcelle: spiegare il perché e il percome di questo pezzo di ricambio
diventa una roba da manicomio e aspetteremmo la prescrizione fino al prossimo
millennio. Allora andiamo dal tecnico e compriamo: però il tecnico deve
ascoltare, averne voglia, capire e ordinare, si spera la cosa giusta.
Quello che NON possiamo fare, che sarebbe la cosa giusta in
questa precisa situazione è rivolgerci noi al produttore e avere il materiale,
per saltare tutti i passaggi: sarebbe contattare direttamente la ditta, in
questo caso tedesca, che produce le carrozzine: e chiedere direttamente a loro
il pezzo di ricambio, ovviamente pagandolo. Questo non si può: perché il
produttore non vende direttamente ma passa attraverso i distributori. Nel
nostro caso, non spedisce in Italia ad un privato ma solo al distributore: quindi bisogna passare dal
tecnico ortopedico e basta, è proprio una norma contrattuale.
Sarebbe stato diverso se ci fossimo fatti fare tutto il
lavoro dai tecnici ortopedici tedeschi,
quelli dei tutori per intenderci: anche in quel caso saremmo comunque passati
da un distributore e anche lì la ditta produttrice non avrebbe venduto ad un
privato. E visto com’è andata con i tutorini, forse tempi e competenze
sarebbero stati un tantino diversi.
Noi dai tecnici tedeschi ci siamo solo fatti dare dei
consigli, perché tutto il lavoro avrebbe di nuovo avuto un costo: e i consigli
sono stati evidentemente ottimi. Ma solo quando abbiamo messo mano alle cose si
è visto che non bastava il nostro lavoro ma servivano dei pezzi di ricambio: e
quindi parti con il tecnico ortopedico.
Tra l’altro se magari chiama voi fatemelo sapere.
E bòn. La storia infinita, insomma. Poi ci sono le teorie:
che adesso si potrà scegliere di recarsi all’estero con la nuova legge per la
libertà di cura in Europa. Solo che non riguarda proprio tutte le situazioni, e
per tante cose serve sempre la benedetta prescrizione dello specialista
italiano.
L’altra teoria dice che basta dimostrare allo specialista in
questione che i tutorini che ha Fabullo ora sono tutta un’altra cosa: cosa che
ho provato a fare la settimana scorsa intanto che abbiamo fatto i prelievi.
Mi è stato chiesto come posso dimostrare che a Fabu cambino
davvero la vita; ma sarà poi vero che sta più dritto? Ma sarà poi tanto vero
che il piede sta meglio? E’ comunque un piede complicato.
Insomma: la parola di una madre isterica contro l’autorità
costituita.
Facciamo che dico vabbè. Facciamo che non penso. O penso
solo a quello che voglio, che non è
sempre semplice perché i pensieri vanno sempre un pochino dove accidenti
vogliono. Penso a che bello avere una torre di libri da leggere; o che se
ottobre è bello un giorno vado a Ivrea a passeggiare sul Lungo Dora un’oretta;
o che il thè nerissimo di Ceylon è una roba meravigliosa; penso agli amici che
vedo poco, che non ci sentiamo perché siamo uno più fuso che l’altro, ma che
sono lì. Ecco penso a quelle robe lì. Anche alla lavatrice, chiaro, adesso
provvedo, per la Teoria del Caffè Sul Patio.
Poi però non cadere nel patetico, dice LA PAOLA; che ha
sempre ragione, ovvio!!!!
Buona giornata.
Angela
5 commenti:
FORZA FABULLO!!!
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una cosa è certa: Forza Fabu e sempre avanti così che vai forte!!!!!!!!!!!
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Hai completamente ragione..certe situazioni fanno proprio cadere...le braccia (diciamo così?).. dalla vostra avete il fatto di essere una FAMIGLIA unita e forte...e questo non è poco..
un abbraccio !
Anna e i sei :)
Oddio che nervoso! Avere la forza di correre e trovare sulla strada sempre un impiccio, un muro, un bivio cieco, una salita... metterebbe a dura prova chiunque. C'è chi non ce l'ha fin dal principio la voglia di correre, figuriamoci.
Quindi Angela riposati e vai avanti, anche senza correre perchè a volte è giusto così, ma vai comunque avanti. Speriamo che i nostri incitamenti ed i nostri incroci riescano ad interagire su questa strada e che la rendano meno impervia possibile.
Forza Fabullo!!!
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Buon fine settimana a tutti.
Ho letto il post di Angela, mammasantissima, non faccio altri commenti!!!
Ciao Fabullo, ciao Miky, incrocio per tutto, anche per un buon inizio di anno scolastico!!! Un bacio a tutti e buon fine settimana.
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