Così è andata. Così.
Che sono arrivati i risultati degli esami del sangue e vanno
bene: nessun valore né infettivo né infiammatorio.
Intanto che parlavamo di questa cosa con il Medico Santo
Subito al telefono, passava il venerdì mattina. E Fabullo non faceva la pipì:
ma non come quando è passata l’infermiera all’alba per i prelievi, che ha solo
aspettato che uscisse per dispetto.
No no.
Passavano le ore dalla volta precedente della sera prima:
12, 13. Il Medico Santo Subito non era contento, oltretutto con la concomitanza
di questi dolori addominali da chiarire. A mezzogiorno è arrivato l’Infermiere,
che aveva già parlato con il Medico. Abbiamo messo un catetere, il Medico ha
dato ordine di lasciarlo lì perché dovevamo arrivare a lunedì senza finire in
pronto soccorso. L’Infermiere, che è altro che Santo, nonché Meraviglioso, e ha
un’esperienza da manicomio nei reparti critici, ci ha guardato in faccia (la nostra di faccia, quella annichilita) e ha
detto la sua: allora, non c’è stato il minimo problema nella manovra né nel
successivo drenaggio, non so che cosa stia capitando ma non dà l’idea della
compressione da parte di qualcosa, proviamo ad aspettare; lo tolgo, se entro le
quattro di oggi pomeriggio Fabullo non fa nulla, torniamo, rimettiamo e a quel
punto se lo tiene, perché sarà evidentemente indispensabile. Aggiorniamoci entro
le 16.
Paulo Aimo Operativo era a casa anche lui, ed eravamo
prostrati, annullati, stravolti. Dopo la notte complicata il futuro immediato
era pauroso.
Quando si vive la malattia, il tempo è sempre sospeso,
sempre. Quando è così, è paralizzato.
Abbiamo fatto le cose essenziali, quelle per Fabullo.
Io ho lavato i capelli: per essere pronti ad uscire senza
sapere quando si rientra, fa parte delle manovre che rimangono sempre in mente
anche nei pensieri confusi.
Paulo Aimo Senza Parole andava avanti e indietro in cortile,
perché c’era il Vicinato impegnato in lavoretti vari, che aspettava con noi.
Però una cosa importante andava fatta, ed è stata una
notizia da respiro profondo, che restituisce vita: abbiamo contattato l’Epilettologa
spiegando tutto, ma proprio tutto. Anche che non sapevamo come sarebbe finita
la giornata ma che era necessario pianificare un controllo, che non sapevamo
come gestire per lo spostamento da lei in ospedale, ma cominciamo ad avere un
appuntamento.
La Dottoressa, più che mai benedetta, ha capito e organizzato tutto per noi: il 5 febbraio, se
sarà possibile, l’Ingegnere verrà a casa a misurare la batteria e saremo
connessi con la Dottoressa. Ovvio che mettiamo la firma per non fare nessuna
sostituzione, ma facciamo un pensiero alla volta, per carità. Siamo fortunati
ad essere così supportati. Intanto ci hanno tolto un problema.
Dalle 14 in poi ogni 5 minuti abbiamo detto a Fabullo di
fare la pipì. Sempre più preoccupati, sempre più senza parole, sempre più stanchi
e spaventati.
Ogni minuto pesava un macigno, e tagliava a pezzi.
Alle 15.45 abbiamo avuto la buona notizia, tutto fatto, giuro.
Abbiamo chiamato Infermiere e Medico, abbiamo sentito il loro respiro di
sollievo tutti quanti. Adesso proviamo ad andare avanti. Il dolore addominale c’è,
ma è quello, non sta aumentando, vediamo cosa succede. Gli esami vanno bene, non
c’è un fatto acuto.
Ci siamo seduti con il Vicinato, perché eravamo così stremati
che non stavamo in piedi. Abbiamo fatto il caffè. Fatto merenda con la testa
appoggiata alle mani.
Poi tutto ha continuato a funzionare, sempre con il dolore,
ma a funzionare. Oggi vediamo se ci sono idee su come procedere, il Medico Santo
Subito sta pensando e parlando con gli specialisti.
Poi sono uscita a fare un po' di spesa, con le gambe che tremavano.
Stavo nel parcheggio sul retro del supermercato, condomini anni 60 bassi,
ripetitori, pali della luce, i cassonetti, il magazzino, insomma: poca poesia. Ma
erano quasi le sei, c’era ancora luce perché i giorni si fanno più lunghi, le
nuvole erano rosa e grige e d’oro, l’aria fredda sulla faccia: poteva essere il
muro dietro al letto dell’ospedale, con i rumori delle pompe i campanelli l’ossigeno
gorgogliante. E invece era un brutto parcheggio e un bellissimo cielo: sono
stata proprio contenta di guardarlo. (Il pensiero a coltellata è stato: Fabullo
non è nemmeno così fortunato. Pensiero immediatamente accatastato dietro ad una
pila di roba, per necessità. Aria, colori, e basta.)
Buona Giornata.
Angela
4 commenti:
Fine settimana complicato un vero disastro. Poveri voi e povero Fabullo tormentato. Siamo benedetti medico e infermiere. Xxxxxxxxxxxxxxx per oggi che sia più sereno e miglior. Abbraccio forte 🤗🙏💓
Qualsiasi parola noi possiamo dire non potrà mai alleviare il vostro dolore e la vostra impotenza. Vi siamo vicini. Un abbrccio.
non ci sono parole... come dice Luana... nessuna parola esistente puo' alleviarvi... solo pensieri tanti tanti tanti... infiniti e abbracci virtuali immensi.
Vi si vuole bene... e tanto
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
FORZA FABIO
FOZA AIMO
FORZA FAMIGLIE SPECIALI
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
Forza Fabullo
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