lunedì 27 gennaio 2025

Paralizzati.

 Così è andata. Così.

Che sono arrivati i risultati degli esami del sangue e vanno bene: nessun valore né infettivo né infiammatorio.

Intanto che parlavamo di questa cosa con il Medico Santo Subito al telefono, passava il venerdì mattina. E Fabullo non faceva la pipì: ma non come quando è passata l’infermiera all’alba per i prelievi, che ha solo aspettato che uscisse per dispetto.

No no.

Passavano le ore dalla volta precedente della sera prima: 12, 13. Il Medico Santo Subito non era contento, oltretutto con la concomitanza di questi dolori addominali da chiarire. A mezzogiorno è arrivato l’Infermiere, che aveva già parlato con il Medico. Abbiamo messo un catetere, il Medico ha dato ordine di lasciarlo lì perché dovevamo arrivare a lunedì senza finire in pronto soccorso. L’Infermiere, che è altro che Santo, nonché Meraviglioso, e ha un’esperienza da manicomio nei reparti critici, ci ha guardato in faccia  (la nostra di faccia, quella annichilita) e ha detto la sua: allora, non c’è stato il minimo problema nella manovra né nel successivo drenaggio, non so che cosa stia capitando ma non dà l’idea della compressione da parte di qualcosa, proviamo ad aspettare; lo tolgo, se entro le quattro di oggi pomeriggio Fabullo non fa nulla, torniamo, rimettiamo e a quel punto se lo tiene, perché sarà evidentemente indispensabile. Aggiorniamoci entro le 16.

Paulo Aimo Operativo era a casa anche lui, ed eravamo prostrati, annullati, stravolti. Dopo la notte complicata il futuro immediato era pauroso.

Quando si vive la malattia, il tempo è sempre sospeso, sempre. Quando è così, è paralizzato.

Abbiamo fatto le cose essenziali, quelle per Fabullo.

Io ho lavato i capelli: per essere pronti ad uscire senza sapere quando si rientra, fa parte delle manovre che rimangono sempre in mente anche nei pensieri confusi.

Paulo Aimo Senza Parole andava avanti e indietro in cortile, perché c’era il Vicinato impegnato in lavoretti vari, che aspettava con noi.

Però una cosa importante andava fatta, ed è stata una notizia da respiro profondo, che restituisce vita: abbiamo contattato l’Epilettologa spiegando tutto, ma proprio tutto. Anche che non sapevamo come sarebbe finita la giornata ma che era necessario pianificare un controllo, che non sapevamo come gestire per lo spostamento da lei in ospedale, ma cominciamo ad avere un appuntamento.

La Dottoressa, più che mai benedetta, ha capito e  organizzato tutto per noi: il 5 febbraio, se sarà possibile, l’Ingegnere verrà a casa a misurare la batteria e saremo connessi con la Dottoressa. Ovvio che mettiamo la firma per non fare nessuna sostituzione, ma facciamo un pensiero alla volta, per carità. Siamo fortunati ad essere così supportati. Intanto ci hanno tolto un problema.

Dalle 14 in poi ogni 5 minuti abbiamo detto a Fabullo di fare la pipì. Sempre più preoccupati, sempre più senza parole, sempre più stanchi e spaventati.

Ogni minuto pesava un macigno, e tagliava a pezzi.

Alle 15.45 abbiamo avuto la buona notizia, tutto fatto, giuro. Abbiamo chiamato Infermiere e Medico, abbiamo sentito il loro respiro di sollievo tutti quanti. Adesso proviamo ad andare avanti. Il dolore addominale c’è, ma è quello, non sta aumentando, vediamo cosa succede. Gli esami vanno bene, non c’è un fatto acuto.

Ci siamo seduti con il Vicinato, perché eravamo così stremati che non stavamo in piedi. Abbiamo fatto il caffè. Fatto merenda con la testa appoggiata alle mani.

Poi tutto ha continuato a funzionare, sempre con il dolore, ma a funzionare. Oggi vediamo se ci sono idee su come procedere, il Medico Santo Subito sta pensando e parlando con gli specialisti.

Poi sono uscita a fare un po' di spesa, con le gambe che tremavano. Stavo nel parcheggio sul retro del supermercato, condomini anni 60 bassi, ripetitori, pali della luce, i cassonetti, il magazzino, insomma: poca poesia. Ma erano quasi le sei, c’era ancora luce perché i giorni si fanno più lunghi, le nuvole erano rosa e grige e d’oro, l’aria fredda sulla faccia: poteva essere il muro dietro al letto dell’ospedale, con i rumori delle pompe i campanelli l’ossigeno gorgogliante. E invece era un brutto parcheggio e un bellissimo cielo: sono stata proprio contenta di guardarlo. (Il pensiero a coltellata è stato: Fabullo non è nemmeno così fortunato. Pensiero immediatamente accatastato dietro ad una pila di roba, per necessità. Aria, colori, e basta.)

Buona Giornata.

Angela

 

 

4 commenti:

Nonna Roby ha detto...

Fine settimana complicato un vero disastro. Poveri voi e povero Fabullo tormentato. Siamo benedetti medico e infermiere. Xxxxxxxxxxxxxxx per oggi che sia più sereno e miglior. Abbraccio forte 🤗🙏💓

Luana ha detto...

Qualsiasi parola noi possiamo dire non potrà mai alleviare il vostro dolore e la vostra impotenza. Vi siamo vicini. Un abbrccio.

Paola ha detto...

non ci sono parole... come dice Luana... nessuna parola esistente puo' alleviarvi... solo pensieri tanti tanti tanti... infiniti e abbracci virtuali immensi.
Vi si vuole bene... e tanto
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
FORZA FABIO
FOZA AIMO
FORZA FAMIGLIE SPECIALI
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX

BOOG ha detto...

Forza Fabullo