martedì 18 gennaio 2022

Altro che Francia.

 Siccome che mi sono svegliata sociologa internazionale, volevo dirvi che non c'è mica solo mica Zenmour in Francia a dire che i disabili non devono stare nella Scuola Inclusiva.

Lì è ovviamente un estremo. Ma è un pensiero diffuso anche qui, ad esempio, tra molte famiglie: mio figlio va male a scuola perché c'è quel disabile in classe che rallenta tutto.

Non perché, ad esempio, quel figlio in questione è una rapa lessa; o perché in quella scuola o classe l'insegnante di sostegno viene usato per fare altro e quindi il disabile sta lì senza una strutturazione dell'attività adeguata e quindi, magari, disturba.

Addirittura lo dicono le Famiglie Isteriche: quel disabile lì è più grave di mio figlio disabile, gli toglie risorse, cosa sprechiamo l'insegnante di sostegno per lui, se andasse in un apposito centro starebbe meglio lui e pure gli altri. La guerra dei poveri.

Insomma: è colpa del disabile. È questa l'idea che passa.

Oppure: come dovuto, l'equipe che segue il bambino si reca a scuola e ha l'impressione che gli altri insegnanti e allievi non lo conoscano. Quando l'equipe arriva in classe, il bambino viene accolto con grandi feste e tutti si presentano: solo che, magari, si è praticamente arrivati alle vacanze di Natale, per cui l'equipe mette per iscritto che l'impressione è che, solitamente, il posteggio del bambino avvenga in qualche piccionaia.

Se la Scuola Inclusiva presenta, come dire, delle criticità, non è perché è Scuola Inclusiva, ma perché non lo è. Perché non ha risorse, non ha preparazione, non ha nemmeno l'idea di cosa significhi. Signora Mia, già lo prendiamo suo figlio, mica c'è solo lui, non so cosa pretenda ancora, abbiamo 1100 allievi.

La cura non è l'eliminazione, ma la trasformazione della Scuola Inclusiva Per Finta in Scuola Inclusiva Per Davvero, con risorse e competenze.

Quando è Per Finta ricordiamoci una cosa: che gli altri bambini crescono convinti che si possa lasciare indietro gli altri, metterli in piccionaia, perché è quello che viene loro insegnato. E quindi applicheranno tali dogmi a tutto ciò che sembra lento  e/o diverso: che potrebbe anche essere l'allievo che, per qualche cosa che accade, attraversa un momento difficile. È lento, noioso, non ci interessa. Domani sarà il collega stanco morto per un grave problema personale: tu non sei bravo perché esci alle cinque, io sto qui fino alle otto (magari su facebook, ma non importa).

Eccetera eccetera.

Quando il disabile disturba, il problema sta altrove, non in quella presenza. 

Vale sempre, sapete? In qualsiasi ordine e grado. La Ragazza a cui organizzarono la gita al Campanile di Giotto oggi discute senza tregua con una prestigiosa università perché non fanno richiesta della dovuta assistenza. E non mancano le risorse, manca la richiesta, la scartoffia.

Chissà se la Persona Preposta alla scartoffia ha frequentato scuole con i disabili in piccionaia, o disturbanti, è possibile che non abbia avuto altri esempi. Diciamo che, per lo meno, nelle nostre presidenziali escono tante cose un tantino paradossali, ma la piccionaia no.

Chissà se le grandi fondazioni del mitico Terzo Settore, che finanziano i progetti per l'inclusione nelle singole scuole, poi sanno come va a finire. E se poi quando la singola scuola non vince più quel bando si chiede perché.

Buona Giornata.

Angela


4 commenti:

Luana ha detto...

Quanta verità, come sempre hai colto il segno.
Non potevi spiegarlo meglio.


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Nonna Roby ha detto...

Stringe il cuore sapere che i disabili siano, a parole, ben considerati e tutelati m nella realtà sia ben diverso!!! Forza forza famiglie speciali, siamo con voi nella lotta quotidiana. Xxxxxxxxxxxxxxx xxxxxxxxxxxxxx perché le cose cambino...in meglio!!! Buona giornata 🤗🤗💓

BOOG ha detto...

Forza Forza Fabullo!!!
Forza Angela!!!
Forza Aimo!!!
Forza Famiglie Isteriche!!!

Zio Prof. ha detto...

Forza Aimi!!!
Forza Bellini!!!
Forza Michela!!!
Forza Fabio!!!
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