lunedì 3 marzo 2025

Il citofono.

 Astenersi dalla lettura se non si amano gli aspetti non propriamente romantici della vita: consiglio l’alternativa di feisbùc o istagràm.

Qui già non è che si partisse proprio benissimo, per cui l’obbiettivo era arrivare oggi alla visita del Medico Santo Subito, che sta per arrivare, per decidere quali accertamenti fare, se farli, cosa fare con i farmaci, o se decidiamo che si è semplicemente rotto un equilibrio (che fa ridere da dire, ma ogni disequilibrio ulteriore fa definire tale il pregresso) e nulla si può fare: in tal caso, però, noi vogliamo della roba molto buona per togliere il dolore, così è indegno per Fabullo sopravvivere.

Così partivamo.

Ma poi.

Venerdì pomeriggio Fabullo ha cominciato a piangere, a piangere e a piangere. Non era stata espletata la romantica attività di fare la cacca, fatto non normale, per cui abbiamo pensato che l’aumento del dolore fosse legato a quello, ma perché; e abbiamo alzato le antenne.

Così ha pianto tutta la notte, poi tutto sabato, sempre più estenuato.

Sabato alle 18 abbiamo deciso che era necessario provvedere, e non avevamo materiale opportuno in casa, perché solitamente non avviene. Per cui non vi forniamo dettagli operativi con siringhe e sonde e camomille.

Ha funzionato un po'.

Ma ha continuato a piangere, piangere, piangere, tutta la notte. Sempre più rigido, un disastro girarlo di qua e di là.

Domenica mattina era un cencio: tutti lo eravamo, ma lui faceva tanta pena.

Poi ho guardato il buco della peg, per meditare: faceva paura, rosso fuoco, non si poteva toccare, e lì forse si era spiegato l’aumento del dolore, come accade tutte le volte che c’è un problema addominale, eravamo anzi stupiti che non fosse ancora capitato.

Così ho chiamato il Medico Santo Subito, previo invio foto, Fabullo piangeva sempre di più, Dottore non è ancora gonfio come un vulcano ma questa storia l’abbiamo imparata, il tubicino non si muove già più, va a finire che la peg verrà espulsa con un dolore micidiale. Per carità, non proviamo nemmeno a tirare avanti con le medicazioni, la cambi immediatamente e vediamo.

Paulo Aimo era uscito per commissioni, pur mollando tutto lì aveva mezz’ora di strada. Così è arrivato il Vicinato in assistenza e il lavoro è stato fatto. Siamo stati bravissimi. Ha fatto molto male a togliere e praticamente nulla a rimettere, e quasi subito Fabullo si è addormentato.

Ovviamente il cane e la coda, l’uovo e la gallina, non è dato comprenderli.

Poi il Vicinato, benedetto, è andato, io ho fatto il bagno a Fabullo anche se era stanco, perché prima aveva anche vomitato ed era necessario lavare i capelli.

Alla fine ho cominciato a riordinare, non si camminava più dal pasticcio, l’abisso della stanchezza stremata.

Qui viene la parte migliore: suona il campanello, che era strano, di domenica mattina non aspettavamo infermieri o corrieri, il Vicinato entra e basta; alzo il citofono: Buongiorno, volevo solo farLe gentilmente una domanda, cosa pensa del futuro?

Giuro.

In quel momento lì.

Ho riagganciato dolcemente e silenziosamente. Signorilmente.

Buona Giornata.

Angela