Fabullo un po’ fa ridere nelle sue scene di protesta e un po’
no. Nel senso che è anche un po’ triste.
Nel senso: qualche volta fa solo il birichino come tutti i
bambini, viene voglia di friggerlo e amen: sempre beati i genitori zèn che
guardano sempre i propri figli con luminosa serenità e istillano armonia.
Invece qualche volta, di questi tempi, è proprio un
atteggiamento doloroso: nel senso che, solo con mamma, ha veramente delle scene
di rabbia da manicomio, in cui urla come un matto, non vuole essere toccato
eccetera eccetera. Se siamo in casa soli, comincia a imperversare per un tempo
indefinito, proprio da arrabbiatissimo: e non c’è niente che vada bene, non si
legge non si gioca non si guarda cartoni. Allora cerco di non farci troppo caso
per “smontarlo”, insomma, come si fa con i bambini rapa. Solo che va avanti,
senza stancarsi, fino al punto in cui invece lo sgrido e lui allora sorride
soddisfatto. E dopo dieci minuti ricomincia.
Ovvio che è tutto comprensibile, per la carità, ma è triste
lo stesso: è arrabbiato per tante cose, per tutte le volte che vede i suoi
amici correre e dice Anch’io, perché sono queste le cose che fa. Che poi non è
un bambino solo, ma ci mancherebbe: i suoi amici corrono e se lo portano dietro
con la carrozzina, ci pensano proprio loro e non le maestre. Però intanto lo
dice lo stesso.
Insomma, probabilmente ha tanti pensieri che non gli
piacciono, e non è che possiamo proprio dargli tutti i torti. E allora si
arrabbia e usa mamma per sfogarsi. E va bene, insomma, tutto torna.
Chiaro che è un’idea di una tristezza infinita. Di quelle
che non è che ti fanno avere proprio tanta voglia di alzarti ogni benedetta
mattina. Il pensiero di avere dei bambini infelici è un macigno equivalente a
quello di avere dei bambini malati. Soprattutto quando è durissima trovare dei
motivi per farli felici: come dire, iscrivere Fabu alla scuola calcio presenta
svariate difficoltà.
Per cui, insomma, pensiero che ha il suo peso dalle parti
del cuore o giù di lì.
A questo si aggiunge il fatto che va bene lo sfogo, va bene
tutto, ma certe volte sono veramente degli attacchi di rabbia che non fanno
bene nemmeno a lui. Per cui, con calma, un giorno che abbiamo tempo mi siederò
lì a fare due parole con la nostra
psicologa non tanto per capire il problema in sé, ma per capire come
affrontarlo: lasciarlo sfogare, ma per quanto, ma fino a che punto, ha
ovviamente bisogno di regole proprio perché capisce tutto, ma in che
situazioni. Insomma, diciamo vabbè.
Forse oltre ai buoni tetraggine andrebbero istituiti i buoni
vabbè.
Buona giornata.
Angela
4 commenti:
Buona giornata donna Angela!!!
FORZA SUPER FABULLO!!!
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Carissima , il tuo sfogo mi addolora ma lo condivido ... o meglio lo capisco con la testa ma certo non posso paragonare le tue sensazioni alle mie. Le mie preoccupazioni per le piccole cose dei miei figli mi fanno sentire una miserabile al tuo confronto. Ma tu sei una donna forte anzi fortissima e anche ironica , nonostante tutto.
Non c'è bisogno che ti dica che avete tanti amici e tanto supporto (già lo sai) ma ti posso dire che una preghiera per Fabullo c'è sempre e credimi che serve!!
Un abbraccio
Sandra D.
Forza Angelinaaaaaaaaa!!!!
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Non sappiamo che cosa passa per il cervello di Fabullo: la psicologa forse sarebbe in grado di capirlo e di dare qualche buon consiglio sul come affrontare i "momenti difficili". Vi siamo tutti vicini, questo lo sapete, con pensieri positivi e preghiere e incroci ovviamente!!!
Un abbraccio grande affettuoso.
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