mercoledì 1 giugno 2022

Gli argomenti e gli esempi.

 Ieri sera ho partecipato ad un incontro della nostra rete associativa, da cui sono assolutamente esclusi Quelli Che Sanno, per cui sono sempre molto orgogliosa che la Onlus ne faccia parte.

Purtroppo stavolta ho partecipato con le cuffie alle orecchie e la telecamera spenta, e le mani che facevano altro,  perché non si poteva fare veramente diversamente, ma giuro che sono stata attenta.

L'argomento era il burnout nell'assistenza alla disabilità e adesso ve lo riassumo,  perché viene proprio bene con tutte le boiate che sono solita esternare per farvi cadere le braccia strumentalizzando il blog, sempre per fortuna che Quelli Che Sanno non lo leggono.

Partiamo benissimo, mia cara, dice LA PAOLA, sono già molto preoccupata e so già che ti cerchi delle rogne.

Ma no ma no, dico io.

Riassumiamo tutta la faccenda così passiamo velocemente agli esempi concreti.

Sociologi e psicologi definivano il burnout dei caregivers familiari: vuol dire i Badanti Per Forza,  imprigionati in una situazione che ovviamente non hanno chiesto, perché non è una professione, e che non staccano nemmeno mezzo secondo della loro esistenza. 

Questa situazione viene definita con burnout, che nei termini propri del blog di Fabullo si concretizza con l'esistenza delle Famiglie Isteriche: quello che però veniva sottolineato è che la definizione di quel burnout proviene sempre da Quelli Che Sanno, cioè da tutti coloro che devono erogare qualunque tipo di servizio rivolto alla disabilità, e che si trovano sempre davanti il pubblico molto ostile delle famiglie, perché sono depresse, non hanno elaborato il lutto della malattia, e quindi non sono mai contente di niente, nei casi più estremi diventano maleducate per non dire violente come capita in molte strutture sanitarie in cui gli operatori vengono aggrediti.

Dall'altra parte, però, le Famiglie Isteriche non la raccontano esattamente così: lasciamo perdere i casi espliciti  di maleducazione e di violenza che rientrano anche in determinate situazioni sociali, e in determinati meccanismi di odio sicuramente sdoganati da tante realtà come i social, andiamo un attimo oltre e parliamo di situazioni più comuni. In realtà le Famiglie Isteriche non dicono tanto di essere in burnout ma di non ricevere i servizi dovuti.

E quindi qual è la spiegazione di Quelli Che Sanno? Ma certo, Signora Mia, non dicono di essere in burnout perché per definizione chi è in burnout non sa di essere in burnout.

Che è assolutamente vero: peccato che però vengano messe sul piatto delle situazioni in cui oggettivamente il servizio non è stato erogato.

Ovviamente parliamo di servizi,come dicevamo, di qualunque tipo: dal bambino che a scuola passa il tempo in un'aula separata con il proprio insegnante, anche qui senza arrivare a situazioni estreme di solitudine negli sgabuzzini con i bidelli, rimaniamo su eventi estremamente comuni; all'ambulatorio specifico per la disabilità che fa tornare 4000 volte per erogare tutte le prestazioni; a servizi che hanno in carico utenti senza che gli utenti in questione manco lo sappiano. 

Dall'altro lato abbiamo il burnout degli operatori: ed è altrettanto oggettivo che con tutta la buona volontà si trovino spesso a lavorare senza risorse, e quindi oggettivamente non possono erogare il servizio, e quindi possono  reagire in modo non congruo con l'utenza, perché sopraffatti dall'impossibilità di fare bene il proprio lavoro.

L'incontro di ieri sera svisceravava tutto, ma arrivava ad una conclusione: comunque la parte lesa è sempre l'utenza. 

Facciamo gli esempi terra terra, quelli del blog di Fabullo: se io suono il campanello in ospedale perché Fabullo sta male e dopo un quarto d'ora arriva qualcuno che mi dice che in effetti lo sentivano urlare dal fondo del corridoio ma purtroppo non c'era personale disponibile, è ovvio che c'è un effettivo problema, e forse quel personale è in burnout, resta il fatto che quel servizio non è stato erogato, è un fatto; e quindi io genitore prendo atto delle giustificazioni, ma non vi posso aiutare.

Se in un momento successivo il campanello risuona nuovamente e l'infermiera è fuori dalla stanza, e invece che entrare risponde pure male dicendo che tanto cosa deve venire a fare, io Madre Isterica prendo atto della cosa, e poi pretendo di parlare con un responsabile che mi deve garantire che quel reparto può prendere in carico mio figlio: e bisogna vedere come possa essere detto che io sono un genitore in burnout, cioè maleducato e isterico, perché sul piatto della bilancia c'è un servizio non erogato.

E quindi l'utente è la parte lesa, e non può aiutare gli operatori in difficoltà, soprattutto se non sono nemmeno gentili: anche se ciò accade  perché travolti dalle cose da fare, purtroppo non li possiamo aiutare.

Sicuramente la problematica si aggrava nel momento in cui la situazione non viene ben definita nei suoi aspetti: attenzione: io dico a Lei responsabile che l'infermiera si è rifiutata di venire a vedere Fabio che stava male, Lei responsabile ritiene che io fossi una madre ansiosa oppure che fosse opportuno venire a vedere? Perché qui la risposta ha un peso: se Lei pensa che io sia solo una madre ansiosa, vuol dire che allora questo reparto non ha nemmeno un problema di copertura di personale, e quindi non dovete lamentarvi, e io Madre Isterica posso decidere se affrontare questo discorso in altre sedi.

Se invece Lei responsabile ritiene che il problema strutturale e organizzativo sia evidente e che quindi il servizio non sia stato erogato quando era dovuto, quantomeno ci sono tutti i presupposti per richiedere ulteriori risorse.

È una differenza importante: perché vuol dire che il responsabile di quello specifico ente, qualunque esso sia (servizio scuola reparto non importa), è in grado di selezionare il problema effettivo, che è il primo modo per provare a risolverlo.

Se invece il responsabile  suddetto scarica tutto sul burnout dell'utenza, il problema è prima di tutto quella persona in quello specifico ruolo. E quindi non è più un discorso di burnout, ma di non competenza.

Insomma, è stato interessante. 

Diciamo che sono state dette in modo elegante le cose che gli Amici di Fabullo dicono sempre utilizzando linguaggi meno forbiti, perché si sa che il loro substrato culturale e quello che è, o noi tagliati con il falcetto.

Buona Giornata.

Angela

3 commenti:

Luana ha detto...

Chissà se un giorno potrà mai cambiare qualcosa. Tanti incontri, tanti "prendere atto di" portano comunque alla consapevolezza che devi risorvertela da solo. Perché alla fine di tutte le situazioni spiacevoli quello che rimane è che le Famiglie Isteriche si sentono sole ed incapaci.
Forza!
Forza Aimo!
Forza Famiglie Isteriche!
Forza Fabio!
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Paola ha detto...

Questa amica di Fabullo dice che e' uno schifo.... (il forbito l'ho usato, credimi, avrei voluto scrivere altro...)
Nel piccolo, piccolissimo...... devo fare un ecografia alla spalla, dopo secoli che non utilizzo il servizio (l'assicurazione aziendale ci copre molti servizi e quindi usufruiamo di un servizio privato) chiamo il centro prenotazioni dell'usl locale, che non mi ha dato la prenotazione... cioe' non hanno date libere da qui a n on so quando.... chisura finale: provi a chiamarmi tutti i giorni e vediamo se si libera qualcosa..... Ma cioe'!?!?!?!?!?!?
Ecco... ieri avevo una patata da pelare in ufficio di quelle americane giganti eh... quindi sono stata calma molto calma... oggi li richiamo e se non mi danno un cavolo di appuntamento partirà l'embolo.
Sto gia' appuntandomi tutte le info da snocciolare all'operatore che mi capiterà a tiro.... visto che chiudere le liste di attesa e' illegale ed e' punibile per legge (per portarmi avanti con il lavoro ho gia' scaricato il modulo da inviare per chiedere lo sblocco delle liste e l'applicazione dell'ammenda.....) ed ho gia' pronta la scala gerarchica (fan tutti parte di Quelli che Sanno.... e che non Fanno un tubo ...) da farmi passare per fare escalation...
Se mi daranno subito l'appuntamento, in fondo in fondo, ci rimmarro' malissimo ;-)
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FORZA FABIO
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FORZA AIMO
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FORZA FAMIGLIE SPECIALI
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spero che possiate fare un fine settimana lungo (visto la festa di domani noi ci facciamo un bel ponte) in modo che possiate avere un po' di riposo supplementare... che siano tutti lunedi', insomma...

Nonna Roby ha detto...

Tante belle parole e poi?? Povere famiglie isteriche lasciate sole e abbandonate con un mare di problemi. In certe situazioni bisogna trovarcisi......per credere!!!! Ma loro non ci si trovano.....buona giornata e xxxxxxxxxxxxxxx xxxxxxxxxxxxxx