giovedì 1 dicembre 2022

Ancora sociologia.

 Proseguendo nell'evoluzione sociologica. 

Un altro aspetto che ci dà da pensare nel terzo settore è l'approccio con l'utenza, che vuole dire, in parole poverissime al mitico piano del terra terra, con le famiglie che cercano un servizio.

Nello specifico qui si parla di realtà piccole, come la nostra, che offrono un supporto di tipo informativo: ho questo problema, aiutatemi con la burocrazia.

Premessa: ci sono una serie di supporti pubblici economici e sociali per la disabilità che dovrebbero essere forniti in modo automatico, e invece richiedono un impegno importante.

Pensiamo alla conferma della disabilità nel passaggio alla maggiore età, solo per fare un esempio, ma ce ne sarebbero mille.

Ovviamente tutto ciò è indegno (sempre la parola giusta), perché impone delle fatiche assurde, dei tempi lunghi, solo per la burocrazia, in situazioni che sono già complesse: lo sappiamo.

Allora: tutto ciò è indegno e merita grandi discussioni, grandi mobilitazioni, grandi prese di posizione, soprattutto da parte di chi i disabili li rappresenta.

Per cui: la famiglia capisce che è un impiccio cosmico, che ha bisogno di capire, e si rivolge ad un'associazione.

La prassi è la compilazione di scartoffie (indegne, con gli stessi dati già in possesso dell'INPS, per esempio, va bene, andiamo oltre): per  cui sarebbe corretto accogliere la famiglia, ascoltarla, far vedere dove trovare le scartoffie, aiutarla a compilare, condividere la fatica assurda e i relativi pensieri.

Però: noi non siamo d'accordo nel mettere in croce la famiglia dicendole che, invece che seguire l'indegna prassi, è giusto e nobile procedere con grandi istanze, ricorsi, azioni giudiziarie dimostrative: nel senso che la famiglia può essere libera di farlo, ma non si impone un simile impegno per forza. È un'azione onerosa, faticosa, che non è detto che le persone coinvolte si sentano di caricarsi di un simile fardello, la guerra la fanno tutto il giorno, devono essere supportate e basta.

Ecco: che un'associazione faccia passare l'idea che  quella Famiglia Isterica non si stia impegnando abbastanza per i loro diritti, mentre la bravissima associazione si fa in quattro, non va bene. 

Non so se la spiegazione da psicologo, o da psichiatra, stia nelle rabbie e nelle frustrazioni represse, nell'esigenza di protagonismo; o, più banalmente e probabilmente, nella poca competenza, come è spesso tipico di Quelli Che Sanno facenti la voce grossa.

Qualunque sia il motivo, non  va bene. Le famiglie non devono essere obbligate ad aiutare chi li deve aiutare.

Non siamo d'accordo, ecco. Che non vuole dire essere babbei, e non cogliere l'ingiustizia: ma il supporto sta su un piano, e le giuste battaglie su un altro.

Buona Giornata.

Angela 

2 commenti:

Nonna Roby ha detto...

Molto ben detto e ben spiegato...povere famiglie isteriche ma ottima cosa avere una Onlus come Apercrescere che da supporto. Xxxxxxxxxxxxxxx xxxxxxxxxxxxxx per il vostro lavorone impegno. Buona giornata. Forza famiglie speciali forza forza. Un abbraccio 🤗🤗

BOOG ha detto...

Forza Ragazzi
Forza Onlus
Forza Fabullo
Forza Angela
Forza Aimo
Forza Famiglie Speciali