giovedì 7 aprile 2022

Montagne russe. Forse il circo.

Il pic è tolto e tutto è andato benissimo.

E va bene così.

Solo che devo raccontarvi com'è andata ed è difficilissimo, perché è stato talmente tutto surreale che io non so se riusciremo a raccontare questa cosa scrivendola e senza farci su un libro di 1000 pagine.

Allora: ovviamente c'erano stati detti tutti i rischi della cosa, tutti i rischi legati al trombo in generale e tutti i rischi in più che c'erano nel rimuovere il pic. Perché il trombo che non si muove a questo punto fa pensare che sia possibile che stia fermo con tutti gli anticoagulanti del caso, ma ovviamente andare a togliere una cosa infilata lì in mezzo era un altro paio di maniche.

Lo hanno detto tutti quanti, ancora martedì pomeriggio erano passati gli anestesisti che mi avevano spiegato che avremmo fatto questa cosa in un ambiente protetto non tanto per l'eventuale soccorso che tanto sarebbe stato impossibile: quanto più perché se doveva capitare qualcosa di brutto non poteva capitare qui in reparto davanti agli occhi di tutti. Diciamo che sarebbe stato un ambiente protetto dal punto di vista relazionale, e quindi saremmo andati in una delle sale operatorie dell'emodinamica.

Dopodiché ho firmato tutto quello che c'era da firmare compreso il famoso do not resuscitate: che vuol dire che in caso di arresto cardiocircolatorio non si fa nulla di accanito.

Peraltro mi hanno nuovamente detto che tanto non si poteva fare.

Poi è stato dato appuntamento a Paulo Aimo per ieri mattina alle 9 in modo che quella firma la mettesse anche lui.

Tutto questo per dire che non era proprio una passeggiata sotto nessun punto di vista.

Ieri mattina alle 10 e un quarto aspettavamo ancora che venissero a prendere Fabullo, avevano fatto un'ulteriore eco per sicurezza, la barella era posteggiata fuori, ed è entrata la responsabile della cardiologia: un grande nome degli interventi emodinamici, una dei più grandi professionisti al mondo in questo settore.

Entrata rapidamente senza nemmeno il camice, seguita da tutti gli altri medici che non sapevano più dove guardare, seguita dagli infermieri costernati.

Noi abbiamo temuto che ci dicesse che non c'era niente da fare, che era indispensabile tentare un intervento anche se tutto era molto difficile.

E invece ci ha detto che lei non era proprio d'accordo con nessuna delle valutazioni fatte da qualunque collega esistente, e che quindi il pic lo avrebbe tolto lì sul letto, così. 

Noi non sapevamo più cosa pensare, eravamo paralizzati, agghiacciati. Anche perché i medici con cui lei non era d'accordo non erano proprio gli ultimi arrivati. 

Perché sapevamo che era un gesto semplicissimo sfilare questa cannula, ci avevano anche preparati a tutto per quanto si possa essere pronti a una roba del genere, ma non eravamo pronti al fatto che potesse succedere eventualmente davanti ai nostri occhi cosi.

E quindi ha sfilato la cannula e dopo lunghi istanti silenziosi di tutti noi abbiamo chiesto Ma quindi è veramente fatta?

Ma certo.

E io ho detto Permettetemi di sentirmi scossa.

E tutti hanno detto che era comprensibile.

E io allora ho detto che Siccome che ero scossa mi sentivo in diritto di dire qualunque roba senza filtri, e che quindi noi genitori ritenevamo che ci fossero stati seri problemi di comunicazione: non avevamo chiaro se di comunicazione nei nostri confronti o tra i membri dell'equipe, ma sicuramente i problemi c'erano.

Tutti hanno detto che in effetti. E sono usciti.

Noi eravamo stravolti. Abbiamo mangiato cioccolato e preso magnesio per calmare la fatica muscolare.

Tutti sono andati avanti e indietro 30000 volte per dire che andava tutto bene e come stavamo noi.

E noi abbiamo anche detto che dopo le nostre perplessità sulle modalità comunicative, razionalmente stavamo cominciando ad avere dei dubbi sulle modalità di valutazione.

Poiché ciò che era stato detto non collimava assolutamente con ciò che era stato fatto, ed era bianco e nero, senza sfumature.

E questo ci vendeva perplessi per la sicurezza di nostro figlio.

Ma no ma no ma no tutto è stato valutato bene.

Quindi vuol dire che tutto il pericolo non c'era e che adesso non ce ne sarà più?

E no, vuol dire che è tutto come vi avevamo detto, il trombo è lì e speriamo che rimanga lì e si strutturi, altrimenti sono guai, guai su cui nulla si può fare, bisogna continuare con gli anticoagulanti e monitorare, e con gli antibiotici come fosse un'endocardite.

Solo che non c'è più il pic.

Poiché le parole possono essere tante ma non tutte, leggendo tra le righe ci siamo convinti di esserci trovati in mezzo a qualche diatriba tra colleghi: che tu dici una cosa e io ne faccio un'altra, sapendo che tanto il risultato sarebbe stato lo stesso perché la presenza dei rianimatori non sarebbe servita a nulla.

È tutto molto faticoso e non proprio dignitoso.

Comunque il pic non c'è più.

E verosimilmente la manovra non è stata esente da rischi.

Verosimilmente qualcuno ci ha messo la mano.

Per esempio i pensieri degli Amici.

Vi abbracciamo.

Ma forte. 

Buona Giornata.

Angela 


5 commenti:

Anonimo ha detto...

Quando uscirete da lì andremo a cercarli tutti e ve li terrò tutti fermi e giù di schiaffoni. Vorrei vedere se su quel letto ci fosse il loro, di figlio. Mi fermo qui, è meglio.
Resistete tutti, resistete, resistete.
Barbara mamma di Sara

Nonna Roby ha detto...

Uauuu!!! Che stress per voi e che disorganizzazione. Incredibile in un ospedale che sembra essere l'eccellenza fra tutti!!! Ma e andato tutto bene questo è importante per Fabio. Per voi da esaurimento dopo tutto questo lungo periodo in ospedale......le nostre preghiere e pensieri sono serviti.
Un abbraccio grandissimo

Paola ha detto...

Io daro' man forte, in tutti i sensi, a Barbara.... son molto solida e quindi li posso tenere fermi ma ben fermiiiii eh
apro il blog con il fiato sospeso.... ed io devo solo leggere....
Forza forza forza forza
siamo li con voi e l'abbraccio che vi mando virtualmente non e' solo forte... ma e' di quelli che fanno anche un po' male fisicamente....
FORZA FABIO
FORZA AIMO
FORZA FAMIGLIE SPECIALI
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Luana ha detto...

Mah, la perplessità è anche nostra che non siamo stati presenti.
Forza Aimo, Forza Fabio.
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Vi abbracciamo

Anonimo ha detto...

Qui da lontano, da troppo lontano, solo la lettura dà brividi veri.
Angela e Paolo, siete martiri - anche nel senso etimologico di testimoni - di qualcosa di indicibile: misteri della scienza, attaccamento alla vita di Fabullo, profondità delle miserie e gelosie umane, anche se vestite con il camice del dottore.
Che poi la frase di ieri - dipende tutto da Fabullo - finisce quasi per scaricare su di lui il peso di tutto...
Che le preghiere e gli abbracci del blog servano sempre a dare forza a voi per sopportare il calvario (siamo pur sempre sotto Pasqua) che vi è toccato in sorte ed a noi per non lamentarci di tante quotidiane sciocchezze.
Un abbraccio forte

Andrea PN