martedì 4 giugno 2013

Mica tanto passata.



Si, ammetto che la storia di ieri non mi è ancora mica passata.
Sto meditando, che ne so, una letteraccia. Che poi magari scivola via come l’acqua: per cui non so se dire che almeno uno si sfoga o se poi mi viene ancora di più il nervoso. Ci devo pensare.
Certo che l’idea è sempre un po’ quella del labirinto, o meglio ancora della palude. Nel senso che, in un mondo di problemi, uno cerca di arrabattarsi e trovare delle soluzioni. Ma ogni idea viene stroncata , come se ci fosse una macchina tritatutto che elimina con metodo tutto ciò che potrebbe mettere in discussione di pochissimo il benessere (molto benessere) di pochissimi eletti.
Per cui: o queste persone che prendono decisioni non sanno veramente ma veramente in che mondo vivono e non vogliono saperlo, perché l’unica cosa importante è appunto la sussistenza della macchina tritatutto.
Oppure lo sanno e non importa nulla.
In entrambi i casi, il dramma è che non esistono nemmeno parole per spiegare loro quale abisso di vergogna rappresentino. Anche perché, appunto, con la percezione che le parole vanno sempre al vento, aumenta sempre di più la voglia di lasciar perdere tutto e non sprecare nemmeno pensieri.
Non è mica tetraggine, stamattina, è peggio: è una sorta di dispiacere profondo. E anche, un po’, di paura per i nostri bambini.
Fabullo ieri di nuovo in completo sciopero della fame: e quando lo sgridavamo, con la faccia del cane bastonato e incompreso.
Per cui la Michela ha fatto l’esame dei dentini e ci ha spiegato che quello lì che balla fa malissimo e sanguina e in bocca hai un gusto pietoso.
E’ che domani abbiamo cardiologi e pneumologi e siamo un po’ terrorizzati, insomma, pensieri fissi sempre lì.
Buona giornata.
Angela

3 commenti:

BOOG ha detto...

Mega incroci per le visite di domani di Fabullo.
FORZA FABULLO!

Giovanni ha detto...

La vita ci mette di fronte a dei muri sempre piu' alti e al di la di questi muri c'e' sempre qualche cosa di piu' che noi vogliamo. La misura della nostra volonta' di scavalcare questi muri e raggiungere cio' che vogliamo fa la differenza tra successo, fallimento o semplicemente l'accontentarsi di cio' che gia' si ha. Non c'e' da vergognarsi di aver avuto successo, aver fallito o semplicemente essersi accontentati di cio' che si e' gia' raggiunto. C'e' da vergognarsi di non averci mai provato.

Questa mattina mi sono svegliato molto zen, credo che mi faro' crescere la barba, la tingero' di bianco e poi mi siedero' su un cocuzzolo con le gambe incrociate e la faccia da pesce lesso. Ohmmmm!!! Pizzicotto a Fabullo.

daniele ha detto...

Essere impotenti di fronte alle ingiustizie è frustrante, ma mai arrendersi.
Forza Fabullino.. incrociamo per domani.